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Questo articolo rappresenta una piccola incursione di XboxWay nel mondo dell’indie a-prescindere-dalla-piattaforma. Non è detto che non ce ne saranno delle altre in futuro, per cui continuate a seguirci!

In un periodo di profonda crisi e mancanza di fiducia nelle istituzioni, finalmente possiamo essere artefici del nostro destino, anzi di più, del destino del nostro paese; bene ora possiamo smettere di sognare e immergerci nella lettura della recensione di uno dei titoli gestionali a sfondo politico che ha riscosso maggior successo negli ultimi anni, complice la piattaforma Steam.

Democracy 3 è la nuova incarnazione del gioco che, grazie alle sue meccaniche gestionali ed una veste grafica semplice ma al tempo stesso accattivante, è riuscito a creare una folta schiera di sostenitori. Cliff Harris di Positech è riuscito a confezionare un titolo che prende tutti gli elementi visti nel capitolo precedente e li migliora. Forte di una nuova veste grafica, più sobria e raffinata, il gioco ci mette nei panni di un leader politico chiamato a risollevare le sorti del proprio paese. La parola chiave di questo nuovo capitolo è demagogia; si avete capito bene, la demagogia la fa da padrona, ci troveremo infatti ad attuare decisioni che riterremo sbagliate solo per ottenere un consenso maggiore ed assicurarci una poltrona calda per il prossimo mandato.

Il gameplay è quello classico di ogni gestionale che si rispetti, e segue il terzo principio della fisica, ad ogni azione corrisponde una reazione (non sempre) uguale ed opposta. Le modalità di attuazione di queste “azioni” avviene tramite l’utilizzo di nodi informativi, che ci rimandano ad info grafiche di non sempre chiara lettura, complici numeri e percentuali.

In questo senso però ci viene in aiuto il sistema studiato dallo sviluppatore per aiutare il “presidente”, una sorta di ragnatela che lega tutti i nodi e lascia capire quali sono quelli in negativo, indicati in rosso, e quelli positivi, indicato con delle linee verdi, ed oltretutto quale è l’incidenza che hanno sulle nostre scelte. La lacuna più grande di questo nuovo capitolo è la totale assenza di elementi che sono in grado di rendere il gioco più realistico, dando quella marcia in più che i fan del titolo aspettavano; crisi di governo, malattie improvvise, attacchi alieni e chi più ne ha più ne metta.

Inoltre, a differenza di altri titoli gestionali più blasonati, la mancanza di una componente narrativa, che lascia spazio ad un freddo e molto sintetico tutorial, si fa sentire, e lascia interdetti i più che si approcciano per la prima volta a questo gioco spinti dalla voglia di diventare dei capi di governo. Una nota positiva è il supporto della community di Steam Workshop che, in teoria, dovrebbe garantire pieno supporto al titolo, arricchendolo di nuove meccaniche e situazioni che vadano ad allungare la vita del titolo Positech.

Democracy 3

In ultima analisi, è opportuno dire che il titolo, nel complesso, può essere definito un buon gestionale, anche se dopo qualche partita, complice la prevedibilità delle azioni e delle scelte può diventare monotono e ripetitivo. Neanche il primo DLC pubblicato riesce a farci cambiare idea, andando ad inserire nuove scelte e meccaniche al nostro amato presidente.

Considerando che su Steam si trova a circa €23, ed aggiungendo il DLC si arriva a €28, consigliamo la fruizione solo ai gamer che sono realmente convinti di voler intraprendere questa strada.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.
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