Il matrimonio s’aveva da fare: Stephen Elop, l’amministratore delegato che ha consegnato Nokia tra le mani di Microsoft, sta per avere ciò che da tempo desiderava e, probabilmente, ciò per cui tanto si è speso nel passaggio della compagnia finlandese a Redmond. Vale a dire, la guida della divisione Xbox.
Parliamoci chiaro, quanto si è consumato nella mattinata di oggi è un puro gioco politico. La pedina Elop andava sistemata da qualche parte e, se non è stato possibile affidargli il ruolo di Presidente del Consiglio – aka CEO -, la conquista di quello di capo del Senato gli è stata concessa, chissà quanto volentieri. Una ricompensa da interno per i suoi servigi da esterno, un nome pesante che non a caso era stato indicato da molti per la successione a Steve Ballmer e che presumibilmente avrà un impatto ancora superiore rispetto all’homo novus Satya Nadella, perché posizionato nella sezione, la Devices & Studios, con i maggiori profitti e con il maggior margine di manovra.
Secondo tanti, e l’ex Nokia sarebbe tra questi, Xbox è una divisione che può fare di più con un impatto inferiore sui conti di Microsoft, può integrarsi meglio con smartphone e tablet, può lavorare in sintonia con Windows che ri-diventerebbe il focus prevalente e forse unico dell’azienda. Con ogni ragionevole dubbio dettato dal non aver ancora ascoltato i suoi programmi, Elop darà a tutti noi una generazione di tempo per convincerlo: non dovesse accadere, dovesse Xbox One uscire sconfitta con risultati deludenti dalla console war con PlayStation 4, potrebbe succedere davvero l’imponderabile, quello che molti trovano senza giustificazione – la vendita del marchio Xbox ad un nuovo protagonista della scena videoludica. Su chi questo ruolo dovrà rivestire, poi, c’è tutta una serie di rumor e retroscena che non è il caso di affrontare in questa sede (io vedrei bene Amazon, ma dubito che questi aspetterebbe i tempi di Microsoft prima di scendere in campo).
Ma detto questo, detto della mia preferenza per una permanenza convinta di Microsoft nel mondo dei videogiochi, analizziamo i fatti: nel giro di pochi mesi, la divisione Xbox cambia guida per la seconda volta. Siamo sicuri che sia del tutto normale? Ballmer aveva anticipato, al momento del suo addio, l’intenzione di ristrutturare profondamente Microsoft e rifondare il suo assetto aziendale. In quest’ottica, quello di Julie Larson-Green è stato un interim – lo stesso verso cui lei si avvia in attesa della chiusura dell’accordo tra Microsoft e Nokia, che renderà Elop un uomo in verde a tutti gli effetti – spacciato per leadership vera. Una manovrina mediatica, forse, che nel medio periodo non ha fatto altro che dare un’idea ancora più confusa del colosso americano.
Inoltre, va valutata la figura di Elop all’interno di questo assetto. Finché si parla di “devices”, posso anche starci: a lui spetterebbe metter mano ad una strategia omogenea, coerente e a lungo termine per tutti i dispositivi della casa di Bill Gates; visto il lavoro fatto in Nokia – una compagnia moritura, prima di passare sotto la sua egida – anche col lancio della linea Lumia, la credibilità è dalla sua. Quanto all’aspetto meramente videoludico, che è quello a cui siamo maggiormente interessati, c’è da essere preoccupati: alla voce “Studios” abbiamo una figura che potrebbe facilmente tradursi e sfociare nella contabilità, nella ‘semplice’ amministrazione, e che dunque non avrebbe proprio niente a che fare con i videogiochi.
Chiaramente non sarà lui a proporre progetti ma solo, da buon dirigente, a valutarne la fattibilità e la profittabilità in fase di approvazione. Ma con quale competenza? Quella dell’amministratore, appunto. Tornando ad usare un accostamento politico, la gestione Elop può (al netto dei programmi che, ripeto, attendo fiducioso) essere assimilata a un governo tecnico: data l’incapacità dei Peter Pan Phil Spencer, Aaron Greenberg e chi più ne ha più ne metta – è questo il ragionamento – scegliamo un personaggio di spessore e calcolatrice, che può fare bene ai bilanci più che al pubblico.
Un ragionamento che avrei visto meglio su Sony che su Microsoft, francamente: Xbox ha davvero bisogno di pasticciacci, di tagli verticali e svendite, quando poi ha tutti i conti al loro posto? A che serve mescolare continuamente le carte, quando poi si sceglie sempre la strada del rigore in luogo di quella della competenza?
A tutte queste domande dovrà dare risposta Stephen Elop, nuovo responsabile della divisione Devices & Studios di Microsoft: buon lavoro.