Nato come killer app per risollevare le sorti di una console in crisi come PlayStation Vita, Assassin’s Creed III: Liberation si è affermato come il primo vero Assassin’s Creed portatile, un gioco che ha ereditato buona parte delle meccaniche che hanno reso popolari i suoi prequel. E nonostante sia anche il primo capitolo della serie che vede protagonista un’Assassina anzichè il solito nerboruto tizio incappucciato, Liberation non si è rivelato il brillante spin-off tanto sperato dai fan.
Ma quali sono stati i problemi che hanno afflitto Liberation? In primis un comparto tecnico costellato di bug, ma anche tante buone idee sfruttate male hanno fatto in modo che il titolo venisse eclissato dalla critica internazionale, divenendo presto un acquisto consigliato quasi esclusivamente ai veri appassionati della saga. Ebbene, Ubisoft Sofia ci riprova e porta la bella e letale Aveline sulle console di casa con Assassin’s Creed: Liberation HD, varrà la pena darle una seconda chance?
Come dicevamo, Liberation è il primo episodio di Assassin’s Creed in cui potremo vestire i panni di un’Assassina, in questo caso quelli di Aveline De Grandpré, una ragazza franco-africana che vive a New Orleans, una città che ai tempi della Guerra d’Indipendenza doveva fare i conti con l’invasione spagnola e con la schiavitù. Davanti a questo terribile scenario verranno tirati in ballo i sentimenti della nostra eroina, costretta a vedere i propri simili trattati come mera merce di scambio dagli schiavisti. Così la dolce e raffinata Aveline non si farà scrupoli a sporcarsi di sangue per liberare il suo popolo, vestendo di giorno gli abiti di nobildonna e di notte quelli di spietata Assassina.
Alla luce di questo sfondo narrativo caratterizzato da forti premesse, purtroppo, c’è da dire che la storia di Liberation non riesce pienamente nell’intento di catturare il nostro interesse, mantenendo una certa piattezza per gran parte del corso dell’avventura e ottenendo veri e propri risultati solamente verso le sequenze finali. Se nei precedenti capitoli abbiamo assistito alla crescita e alla maturazione di ciascun protagonista, qui la storia di Aveline viene affrontata in modo quasi superficiale e le sue origini non vengono mai veramente approfondite.
Aveline potrà destreggiarsi in scalate acrobatiche e quant’altro tra New Orleans e la palude. La prima è una delle città più popolate dell’America coloniale del ’700 e, seppure non sia lontanamente paragonabile a Venezia o a Roma, risulterà una location alquanto piacevole, offrendo tra l’altro numerose vie di fuga nelle situazioni più movimentate. L’area che riguarda le paludi è una vasta distesa naturale popolata da alligatori, contrabbandieri e indigeni del luogo, ma costituisce soprattutto l’eredità dell’innovativo gameplay di Assassin’s Creed III, grazie al quale Aveline potrà correre a perdifiato tra i rami degli alberi e approfittare degli altri elementi naturali dello scenario per un approccio più furtivo durante le nostre missioni.
Una delle principali novità gameplay di Liberation è la possibilità della protagonista di cambiarsi d’abito. Detto così non sembrerebbe una grossa novità, tuttavia facendo una capatina nel guardaroba Aveline accederà a tre abiti che le conferiranno tre abilità differenti. Abbiamo così gli abiti da schiava (Principessa Leila, mmh..) grazie ai quali Aveline potrà mimetizzarsi con una facilità impressionante in determinate aree; quelli da nobildonna le permetteranno di sedurre alcune guardie e di avere un ulteriore vantaggio mimetico, a discapito stavolta di una minore agilità nei movimenti e, in particolare, durante i combattimenti. Infine abbiamo l’abito da Assassina, quello che utilizzeremo maggiormente durante la nostra avventura, ma che attirerà più facilmente l’attenzione delle guardie situate nei paraggi. All’apparenza l’idea del cambio d’abiti è una bella aggiunta al gameplay, ma presto si rivelerà un’implementazione deficitaria, dal momento che in gran parte dei nostri incarichi sarà richiesto l’utilizzo di un abito specifico, limitando di fatto la libertà di scelta dell’outfit di Aveline.
Passiamo a un altro punto focale di questo brand: le armi. L’arsenale di Aveline non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi Assassini, dal momento che l’incantevole donzella potrà contare come sempre sulle immancabili doppie lame celate e svariate armi bianche; la principale novità in questo ambito è rappresentata dalla cerbottana, uno strumento fondamentale durante le fasi stealth grazie alla sua silenziosità e alla sua immediata efficacia. Va menzionato infine il sistema di “uccisioni concatenate”, una piccola novità gameplay introdotta in Liberation che donerà ai combattimenti un tocco più spettacolare, rendendoli tuttavia ulteriormente più semplici.
Finora non abbiamo potuto fare a meno di notare che Assassin’s Creed: Liberation HD ha conservato quasi tutti gli aspetti negativi che hanno macchiato la reputazione del titolo originale uscito su PSVita, c’è da dire d’altro canto che Ubisoft Sofia ha fatto un lavoro più che eccellente per quanto riguarda la conversione del gioco in HD.
Infatti, gli sviluppatori non si sono solamente preoccupati di aumentare la risoluzione del gioco, ma hanno deciso bensì di ridisegnare da zero la maggior parte delle texture, dandole così un look al passo con i tempi, e aumentando il numero complessivo di poligoni. Come se ciò non bastasse, anche il sistema d’illuminazione è stato rivisitato, ma le animazioni sembrano rimaste prevalentemente inalterate. Tutti i problemi di framerate che affliggevano il titolo originale sono qui del tutto assenti, rimanendo stabilmente ancorato ai 30 fps.
Non dimentichiamoci di un’altra importante “novità” di questa conversione: manca la modalità multigiocatore presente originariamente in AC: Liberation. Da un lato questa potrebbe essere considerata una buona notizia, dal momento che il comparto multiplayer introdotto in Liberation non riusciva ad offrire quell’ulteriore longevità che si sperava di ottenere da una modalità aggiuntiva, la stessa cosa si potrebbe dire dal punto di vista intrattenitivo.
Ma facciamo il punto della situazione. Risulta chiaro ormai che Assassin’s Creed: Liberation non reggeva nè al tempo del suo debutto su PSVita nè regge adesso il confronto con gli altri capitoli della serie, ciò è dovuto in parte alla scarsa caratterizzazione di Aveline, la prima Assassina col quale abbiamo potuto giocare, in parte alla trama poco approfondita e scarna di memorabili colpi di scena. Non trascuriamo un gameplay che pecca in innovazione e le cui principali novità non riescono mai a brillare quanto basta. Dal lato tecnico ci riteniamo pienamente soddisfatti: considerando che in origine il titolo è stato ideato come un’esclusiva portatile, i ragazzi di Ubisoft Sofia sono riusciti dove altri hanno fallito, regalandoci una rimasterizzazione più che degna.
Se fate parte di quell’ampia cerchia di appassionati sfegatati della serie Assassin’s Creed, probabilmente Assassin’s Creed: Liberation HD potrebbe rivelarsi per voi un’ottima occasione per vestire i panni di un nuovo Assassino, questa volta appartenente al gentil sesso, ma dovrete fare i conti stavolta con una trama meno profonda e coinvolgente (non dimentichiamoci dell’assenza del setting “presente”). Se invece siete stati appena iniziati al Credo degli Assassini, in tal caso vi indirizziamo verso altri lidi, magari giocando l’ultima incarnazione della serie in compagnia di Edward Kenway con ACIV: Black Flag, o magari rivivendo l’emozionante storia di Ezio Auditore.
Ma del resto il prezzo è alquanto invitante: per “soli” 19,99 € potete scaricare Assassin’s Creed: Liberation HD dal Marketplace di Xbox Live, vi ricordiamo infine che si tratta di un’esclusiva digital delivery.