Ci credete al destino? Io no, eppure c’è qualcosa stasera – vi scrivo a pochi minuti dalle 23.30 – che mi ha spinto ad aprire Word e a pensare ardentemente, a concentrarmi su XboxWay e quello che avrei dovuto fare per l’indomani. Quel qualcosa era la demo di FIFA 14.
Sì, avremmo dovuto parlare della demo di FIFA 14 oggi – un gioco di EA Sports, converrete. Ma quando ho iniziato a pensarci, beh, è successo l’imponderabile: il boss di EA Sports, sì! Proprio dello studio che ha realizzato il titolo da cui è tratta la versione dimostrativa di cui avremmo dovuto discutere, è stato nominato CEO di Electronic Arts.
Amministratore della “compagnia più odiata al mondo” o, più realisticamente, dell’editore più potente nel settore dei videogiochi. Chissà come ci si sente. Chissà come si sente Andrew Wilson.
Me lo immagino un po’ scombussolato, con quello strano ronzio nelle orecchie, la vista un po’ offuscata e la testa che ti gira e rigira, nel vano tentativo di elaborare la notizia sconvolgente che ti hanno appena dato. “Congratulazioni, sei il nuovo CEO di Electronic Arts” – e la testa ti gira, e rigira… Poi assimili la batosta, pensi che se fossero tutte così saresti l’uomo più felice del pianeta, e contatti l’agenzia che cura le PR della tua compagnia. Comunicato stampa, forza!
“Ho profondo rispetto e passione per questa organizzazione, così come per la nostra community globale di fan, e sono incredibilmente motivato per servire la nostra gente, i nostri giocatori e i nostri azionisti in un momento così eccitante nella nostra industria”, chiedi di battere, magari a macchina perché fa tanto geek, fantasticando una musichetta à la Don Matteo in sottofondo.
“Vedo EA come la compagnia videoludica più grande al mondo”, mentre con la mano zittisci le risatine ironiche che rimbombano nei muri del tuo ufficio. “Questa è un’attitudine che deve guidare la nostra cultura come un unico team. Credo anche che la strategia di EA sia solida. Il nostro focus sul talento, sui nostri brand e sulla piattaforma”, qualunque essa sia (Origin!), “insieme ai nostri investimenti per le console next-gen, il mobile e il free-to-play su PC, è giusto”.
Qualche altra battuta sull’anno fiscale e su quello che sarà nei prossimi mesi, roba che nessun medium non-inglese riporterà (perché tanto sono parole al vento e, soprattutto, perché vi ho detto che sono le 23.30), e stop. Finito. Passato il mal di testa, tutto quello che resta – ! – è uno stipendio annuale da $800.000 più bonus a rendimento e un’opzione per 1 milione di azioni valutate al prezzo di chiusura delle borse il 30 settembre.
Tutto quello che resta è un’eredità poco complessa da raccogliere quanto alla comunicazione, una compagnia che ha bisogno di rivedere alcune cose come editore – il marketing di EA Partners, ad esempio… – ma che ha un ventaglio di software house da paura al proprio servizio.
Wilson le faccia rendere al massimo, ché per i giudizi ci rivediamo al prossimo quarto fiscale.