Lo scetticismo nei confronti di Xbox 360 era comprensibilmente enorme. La prima Xbox, arrivata sul mercato con la tecnologia più potente ma in forte ritardo rispetto quella concorrenza forte e spietata che rispondeva al nome di PlayStation 2, raggiunse in fretta la fine del ciclo vitale dopo appena quattro anni di permanenza sul mercato. Le perle indimenticabili non sono mancate e non sono in pochi oggi a rimpiangere quella line-up generalmente hardcore che vantava il vecchio caro “botolo”, ma le 25 milioni di console vendute contro le oltre 150 PlayStation 2 sintetizzavano una Microsoft in difficoltà, che si affacciava con fatica e curiosità in un mondo per lei completamente nuovo: non quello dei videogiochi ovviamente, ma quello delle console casalinghe.
Un universo inedito, con politiche completamente opposte a quelle del mercato PC a cui Microsoft era abituata. Inesperienza che si è riversata poi sulla filosofia della macchina: la prima a montare un hard disk, la prima a puntare seriamente sul gioco online (in questo senso, perfetto erede del Dreamcast e del suo Dreamarena), la prima a sdoganare con decisione generi che una volta sembravano appannaggio esclusivo di mouse e tastiera (insomma, conoscete un po’ tutti Halo, no?), la prima a fare molte cose in realtà, non tutte positive, non tutte ben accettate dall’utenza, non tutte ereditate da Xbox 360, ma che senz’altro hanno contribuito poi ad evolvere il mercato dei videogiochi in una certa maniera.
E3 2005: Sony, Microsoft e Nintendo si preparano finalmente a svelare quella che per allora era la next-gen dei videogiochi. Da una parte PlayStation 3, imponente, potentissima, con tech demo impressionanti (poi si rivelarono semplici target render, uno dei tanti inciampi di Sony che permisero a Microsoft di guadagnare terreno), dall’altra il misterioso Revolution, solo un nome in codice, solo la console, il rivoluzionario WiiMote sarebbe stato scoperto qualche mese dopo. E infine c’era lei, Xbox 360, presentata sul palco facendosi desiderare, portata da una ragazza all’interno di una borsa.
La presentazione in realtà non fu incoraggiante: Microsoft sembrava essere rimasta spiazzata dalla esibizione fantascientifica (parole di J Allard, allora Corporate VP della compagnia di Redmond) di PlayStation 3 che aveva entusiasmato il mondo dei videogiochi. Lo dimostrò peraltro l’evidente nervosismo da parte degli esecutivi Microsoft sul palco, perfettamente consapevoli che l’onestà (passateci il termine) di mostrare dei giochi effettivi e non semplice target render non sarebbe bastata per scaldare la platea. E poco potevano farci quei giovanotti seduti alle spalle degli speaker evidentemente pagati per applaudire a qualsiasi cosa venisse pronunciata sul palco.
Dead or Alive 4, bello. Kameo, carino. Gears of War, impressionante. Perfect Dark Zero… neanche mostrato. La stampa poi ha modo di dare una sguardo anche a Ghost Recon 3, Need for Speed: Most Wanted e Project Gotham Racing 3. Niente però che potesse cambiare le carte in tavola. L’E3 2005 l’aveva stravinto Sony e la sua fantascientifica PlayStation 3.
Nei mesi successivi le cose cambiano in meglio. Escono fuori i primi altarini su PlayStation 3 (tra tutti, la reale natura di quegli strabilianti filmati mostrati durante la conferenza), cadono le prime presunte esclusive e soprattutto, Sony manca il lancio del 2005. Questo dà modo a Microsoft di giocare con calma e preparare il suo lancio mondiale senza il fastidio della concorrenza, visto che anche Nintendo rinvia tutto alla fine del 2006. Non è un lancio indimenticabile quello di Xbox 360, ma nel giro di un anno vengono vendute circa 10 milioni di console, un vantaggio che si rivelerà poi fondamentale per sovvertire completamente gerarchie che fino a due anni prima sembravano in realtà già ben definita.
La reale svolta arriva all’E3 2006. Microsoft, confortata dai primi buoni mesi di vita di Xbox 360, soprattutto dal punto di vista dei giochi (basta ricordare esclusive del calibro di Oblivion e una line-up di lancio molto convincente), ha comunque ancora tutto da dimostrare. Questa volta però lo stesso compito spetta anche a Sony, uscita un po’ malconcia dalle “verità” emerse in rete e dal lancio in ritardo rispetto al concorrente. Succede quello che forse nessuno si aspettava: i giapponesi combinano un disastro, la presentazione definitiva di PlayStation 3 delude le attese, il prezzo finale (599 dollari) e la line-up di lancio affatto convincente spengono gli entusiasmi.
Dall’altra parte, la conferenza Microsoft entra nella leggenda come le migliori che si siano mai viste a un E3 Expo, togliendo la parte soporifera del buon Bill Gates. Lo show non viene ricordato tanto per annunci scioccanti (se si toglie quello di GTA IV, con il famoso tatuaggio di Peter Moore, in uscita contemporanea con PlayStation 3, per l’epoca una notizia visti i trascorsi della serie) nel senso stretto termine, quanto per la convincente solidità messa in mostra da Microsoft: il numero di giochi mostrati è spiazzante. Esclusive come Lost Planet, Table Tennis, Mass Effect, Too Human, Viva Pinata, Enchanted Arms, Test Drive Unlimited, Dead Rising, Prey, Crackdown, 99 Nights, Alan Wake (sì, già se ne parlava!) e Blue Dragon, accompagnati da multipiattaforma come Brothers in Arms, Splinter Cell e altri ancora. Il tutto seguito dalla presentazione a sorpresa di Fable 2 e Forza Motorsport 2 e infine, proprio per chiudere una conferenza già memorabile, il pezzo forte che i fan Xbox aspettavano.
Una pianura desertica, riempita da qualche detrito, ospita una figura che in lontananza si avvicina lentamente verso lo schermo. L’immagine è rotta da Cortana, prima che la corazza di Master Chief conquisti la visuale e gli spettatori. La telecamera si sposta inquadrando una enorme vallata, invasa dalle truppe Covenant pronte a raccogliere un’eredità dimenticata da secoli. Un fascio di luce, un lampo. Halo 3. Tripudio in sala. Finish the Fight.
Microsoft aveva vinto la sua battaglia, ma la guerra era solo all’inizio.