Il cinema ha tentato di sfruttare il successo di un videogioco per intrattenere il pubblico, purtroppo senza grandi risultati. Ora però le cose sembrano cambiare e l’unione tra mondo cinematografico – Hollywood – e videogiochi sembra diventare qualcosa di sempre più realistico, come testimoniato anche da Beyond: Two Souls per PS3 e le scelte sul doppiaggio di Metal Gear Solid V.
L’esempio più rappresentativo di questa tendenza è proprio la cover art, come anche il processo creativo, di Beyond: Two Souls, originale titolo che vedrà come protagonisti due famosi attori hollywoodiani: Ellen Page e Willem Dafoe. Pur trattandosi di una scelta coraggiosa, quella di basare un intero brand sulla presenza di attori come quelli citati non è in realtà così assurda: da sempre il successo di molti videogiochi è stato ottenuto grazie ad un collegamento emotivo tra giocatore e personaggio, reso possibile da una storia studiata e pensata per coinvolgere maggiormente coloro che partecipano all’avventura.
Per definizione lo stesso principio vale anche per il cinema, dove più che mai è necessaria una trama capace di coinvolgere lo spettatore e farlo immedesimare con i suoi personaggi principali. Per certi versi un videogame è un film interattivo, dove siamo proprio noi i protagonisti e per questo trovo che l’incontro tra mondo del cinema e videogiochi fosse inevitabile. Oltre al già citato Beyond: Two Souls, infatti, si è saputo che un attore hollywoodiano non meglio identificato doppierà un personaggio di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, segnalando la volonta di intraprendere una nuova direzione creativa.
Nel caso della IP di Quantic Dream, questa fusione è tanto più evidente: non solo gli attori hanno dato la loro voce ai personaggi della storia, ma hanno posato per fornire ad essi le loro stesse movenze, rendendoli quasi indistinguibili dagli originali. L’enorme lavoro degli sviluppatori ha fatto sì che bastassero pochi minuti di trailer per rendere difficile la distizione tra film e videogioco, creando quel legame emotivo tipico di una produzione cinematografica di rilievo. Anche gli attori scelti, ovvero Ellen Page e Willem Dafoe, riescono a fornire una performance degna di un blockbuster da proiettare di fronte a milioni di spettatori, che in questo saranno sostituiti dai giocatori stessi.
Nonostante il target d’utenza sia differente i risultati non cambiano e con il passare del tempo, grazie anche ad una sempre maggiore potenza tecnologica, un incrocio di questo genere potrebbe essere ancor più diffuso. Pure la copertina di Beyond: Two Souls sembra ricordare il poster di un film, dove il titolo viene accompagnato dai nomi degli attori più importanti, come proprio il giovane architetto di Inception e Dafoe, ricordato da molti per aver vestito i panni di Green Goblin nello Spider-Man di Sam Raimi.
La presenza di attori all’interno di Beyond: Two Souls,quindi, non è affatto da considerarsi cosa marginale – o almeno di questi attori. Come accade nelle sceneggiature – nonostante anche in questo caso si tratti di cosa rara – il ruolo interpretato da Page è stato pensato e scritto proprio per lei, dando un’idea dell’entità del lavoro fatto da chi ha pensato il titolo. Forse se i produttori avessero scelto di ingaggiare un’altra attrice il risultato finale non sarebbe stato lo stesso, permettendoci di capire la vera differenza tra qualcosa di ideato nei minimi dettagli rispetto ad un personaggio generico e senza profondità.
Non è chiaro a cosa potrebbe portare la fusione di questi due mondi, ma trovo che ci siano le premesse per vedere crescere un nuovo genere di videogiochi basato più su coinvolgimento emotivo e su scene di gameplay dotate di maggiore profondita rispetto a ciò a cui siamo stati abituati: FPS come Battlefield e Call of Duty. Fortunatamente alcuni sviluppatori hanno visto le potenzialità di un approccio simile e nonostante costi e tempistiche possano essere maggiori, il risultato finale non potrà che giovarne.
Ritengo che entrambi i settori possano aiutarsi a vicenda, realizzando dei veri e propri capolavori dell’intrattenimento. In un periodo povero di creatività è proprio ciò che serve per portare freschezza e innovazione dove per troppo tempo sono stati assenti.