Sorprendendo l’intera industria videoludica con un milione e mezzo di copie vendute, Sniper: Ghost Warrior è riuscito a conquistare quella fascia di giocatori hardcore che ai soliti sparatutto in prima persona preferisce un’esperienza leggermente diversa, quella offerta da un simulatore che ci mette nei panni di un tiratore scelto, alle prese con le leggi della balistica e dell’azione silenziosa.
Visto il successo di questo primo capitolo, nonostante la critica non lo abbia accolto con tanta simpatia, il team polacco di City Interactive ritenta con un sequel, sbandierando sin da subito una delle più importanti novità di Sniper: Ghost Warrior 2: il CryEngine 3. Dopo circa tre anni di sviluppo, contornati da diversi ritardi, il gioco sbarca finalmente su Xbox 360 con un’invitante offerta proposta dal prezzo budget e da una nuova modalità multiplayer. Ma veniamo al dunque e scopriamo se Ghost Warrior 2 è riuscito a migliorare (o peggiorare) la formula del suo prequel.
Avviata la Campagna ci ritroveremo nelle vesti del tiratore scelto Cole Anderson, già conosciuto col primo capitolo della serie, inviato in una missione di ricognizione per sventare i piani di un’organizzazione terroristica. Da qui in poi troveremo le solite situazioni già incontrate in altri FPS, tra cui l’immancabile Call of Duty al quale CI Games sembra essersi particolarmente ispirata per la trama e per la caratterizzazione dei personaggi. Purtroppo, senza troppe sorprese, questi ultimi aspetti non brillano allo stesso modo della produzione Activision e rivelano un’azione ripetitiva e a tratti noiosa, che non riesce a migliorare più di tanto procedendo verso il finale.
La modalità principale è suddivisa in tre Atti, ciascuna costituita da 3-4 Capitoli per un totale di dieci missioni. Già dalle prime battute possiamo accorgerci di uno dei più grandi difetti di questo titolo: l’estrema linearità. In gran parte delle missioni verremo affiancati da un partner, che ci suggerirà puntualmente dove mirare e quali bersagli colpire. Saranno ben poche le fasi in cui avremo la totale libertà d’azione, ma saranno anche le occasioni migliori per mettere in pratica quanto appreso nei frangenti in cui veniamo guidati dalla nostra spalla.
In un gioco come Ghost Warrior 2, in cui due cecchini in ricognizione si ritroveranno a fronteggiare un vero e proprio esercito, la componente stealth ha un ruolo di primaria importanza e allertare gli ostili non è tollerabile. Seguire attentamente i suggerimenti del nostro partner ci salverà la pelle, poichè disobbedirgli significherebbe morte certa: basteranno infatti pochi colpi per tirare le cuoia. Tuttavia ciò non rende Sniper: GW2 più difficile del previsto e il livello di sfida rimane piuttosto basso anche a difficoltà media.
Chiudendo un occhio sulle varie limitazioni dovute ai persistenti script e a un level design decisamente discutibile, scegliendo il livello di difficoltà più alto potremo aggiungere un pizzico di pepe all’esperienza di gioco. La balistica, immancabile in un titolo della serie Sniper, è regolata dalla direzione del vento e dalla distanza che separa la canna del nostro fucile dal bersaglio. Alle difficoltà più basse il lavoro viene semplificato da un punto rosso che appare sul mirino dell’ottica, che ci aiuterà a mandare il colpo a segno anche a distanze elevate. Lo stesso segnalatore è del tutto assente alla difficoltà massima; chi sarà alla ricerca di un minimo di sfida avrà pane per i suoi denti.
Possiamo facilitare ulteriormente la fase di tiro regolando la respirazione di Anderson, attivando di conseguenza una sorta di slow-motion, molto utile nei casi in cui ci toccherà colpire più nemici con un solo proiettile al momento giusto. Eliminando l’ultimo bersaglio indicato si attiverà la “bullet cam”, già incontrata nel più cruento Sniper Elite V2.
Osservando i comportamenti dei nemici riscontriamo un altro sensibile problema, quello che riguarda l’IA, che si rivela davvero pessima in molte situazioni. Provocare eccessivi rumori o entrare nel campo visivo di una guardia potrebbe, talvolta, attirare difficilmente la sua attenzione, permettendovi di eliminarla senza troppi problemi. Se da un lato c’è un’Intelligenza Artificiale altalenante, dall’altro (e neanche questo è il lato positivo) troviamo uno sconveniente posizionamento dei checkpoint: nel caso venissimo scoperti l’unica valida alternativa è la fuga a gambe levate, poichè morendo correremo il rischio di ripartire dall’inizio del percorso.
Dopo aver potuto analizzare questi aspetti fondamentali del gameplay giocando la Campagna, dobbiamo ammettere che la varietà non manca, grazie alla scelta di diverse location in cui ambientare le vicende raccontate. Partiremo infatti dalla giungla filippina del primo atto, per passare attraverso un flashback alla devastata Sarajevo degli anni ’90 e arrivare infine alle cime innevate del Tibet. Anche qui, purtroppo, il design non riesce a scandire scenari particolarmente spettacolari.
Passiamo ora a un’altra nota dolente, il comparto tecnico. Vista l’implementazione di un potente e versatile engine quale è il CryEngine 3, non neghiamo di aver avuto certe aspettative, ma la poca attenzione data a questo aspetto durante la fase di sviluppo ha dato a Sniper: Ghost Warrior 2 una grafica appena sufficiente. Tanti sono infatti i difetti grafici che affliggono questo sparatutto, tra cui una pessima resa della vegetazione e, più in generale, un livello di dettaglio davvero basso. A migliorare questa difficile situazione ci pensano alcuni effetti particellari, ma risulta chiaro ormai che siamo ben lontani dai risultati raggiunti dalla serie Crysis.
Anche i filmati in CGI e quelli realizzati con il motore di gioco non riescono a colpire più di tanto lo spettatore, in parte a causa della stessa povertà dell’impatto grafico, in parte per le animazioni facciali mediocri. Fortunatamente troviamo un doppiaggio inglese davvero ben realizzato, anche se i testi lasciano a desiderare con frasi già sentite e conversazioni prevedibili.
Finora Sniper: Ghost Warrior 2 riesce difficilmente a incuriosire con una Campagna breve e monotona, che dire quindi della modalità multiplayer? Questa è stata aggiunta negli ultimi mesi di sviluppo che hanno preceduto il recente rilascio. L’unica modalità di gioco disponibile è la classica Team Deathmatch, giocabile in due sole mappe in cui possiamo sfidare altri cecchini collegati alla rete. Quello del multiplayer è un quadro davvero sconfortante, peggiorato dalla mancanza di giocatori presenti nei server.
Tirando le somme, Sniper: Ghost Warrior 2 è un acquisto sconsigliato, soprattutto se siete alla ricerca di uno shooter originale e che riesca a lasciare al giocatore momenti memorabili. Purtroppo siamo in presenza di una produzione segnata da numerosi difetti, in primis tecnici, passando per quelli dell’IA e del level design, inaccettabili per uno sparatutto di questo genere. La longevità della campagna non viene compensata dalla modalità multigiocatore, scarna e poco appetibile.
Tra i pochi aspetti positivi che potrebbero spingere il giocatore all’acquisto ci sono alcune situazioni piuttosto piacevoli, una buona simulazione della balistica e il prezzo ridotto. Se invece siete dei veri appassionati della ricognizione e avete sempre sognato di provare il duro mestiere del cecchino, in Sniper: Ghost Warrior 2 potreste trovare ciò che fa per voi, sempre se sarete disposti a ignorare tutti questi nei. Per ora, questi cecchini ci sembrano un tantino arrugginiti. Colpa della vecchiaia?
Sviluppato da City Interactive e pubblicato da Namco Bandai, Sniper: Ghost Warrior 2 è disponibile dal 15 Marzo 2013 per Xbox 360, PlayStation 3 e PC.