Può l’episodio finale di una trilogia esserne il capitolo più interessante? Può la conclusione essere migliore dell’inizio e, soprattutto, risollevare le sorti di una saga che ha deluso con una certa costanza le aspettative? In definitiva, Crysis 3 vale l’acquisto?
Questi sono soltanto alcuni degli interrogativi che aleggiano intorno al lancio dell’ultimo Crysis, e che più in generale assediano il franchise dalla sua nascita. Il primo episodio, lo ricordo come se fosse ieri, venne osannato dalla critica e bocciato, sulla lunga, dal pubblico perché semplicemente inconsistente: una splendida tech demo, dicevano in tanti, cui Crytek ha man mano aggiunto degli ingredienti per insaporire la ricetta – un accenno di storia, un’ambientazione più suggestiva e via discorrendo – dei programmati seguiti.
Allora mi domando, visto che siamo in tema di dubbi amletici: che senso ha proporre sequel su sequel di una – seppur “splendida” – tech demo?
Un senso, indubbiamente, tutto questo ce l’ha. Crysis ha sempre venduto bene, grazie all’appoggio di una discreta base di fan e del publisher Electronic Arts. Non è mai stato, inoltre, gioco da sufficienza stentata; è più un discorso da 8, il voto preferito dalle testate italiane che non vogliono (o non sanno) sbilanciarsi e dal quale vi invito a diffidare. Tutt’altro che una bocciatura, comunque.
Crysis 3 arriva in questo generale clima di diffidenza e tenta di farsi strada attecchendo su due tipi di audience molto diversi tra loro: una prima parte costituita da quelli che “c’è l’arco e il protagonista è figo, lo prendo”, una seconda dall’utenza che ha già provato i precedenti capitoli ed è rimasta scottata dagli aspetti più differenti – da una conversione per console fastidiosamente seccata ad una trama per larghi tratti inconcludente. In virtù di una simile separazione, mi sarei sinceramente aspettato una manifestazione di coraggio da parte degli sviluppatori teutonici; una manifestazione che non è arrivata ed ha anzi lasciato tutto com’era.
Il mio primo impatto col titolo è stato pessimo: l’oretta iniziale mi ha catapultato in un’area insolitamente ristretta rispetto ai canoni della serie, con un comparto grafico appesantito fino allo stremo – il frame-rate è stabile sui 20-25fps, ad occhio – da effetti anche fastidiosi come la pioggia e il solito motion blur. Una tristezza immane, se pensate alla versione per PC.
Su console il gioco non vale la candela: la sensazione che traspare dalla “nostra” release, lieto di essere smentito, è un generale disgusto di Crytek verso Xbox 360 e PlayStation 3, destinatarie di una conversione più svogliata che limitata dai mezzi tecnici – c’è chi con molto meno (mi riferisco alle potenzialità del CryEngine 3) ha fatto tanto meglio. Un disgusto, dicevo, evidente e che giunge loud and clear alle papille gustative dei giocatori, già sfiniti da sette anni di montagne russe targate Microsoft. La piattaforma è vecchia e noi siamo stanchi, ma non dateci colpi di grazia simili.
Passata con grande fatica quest’oretta, il gioco fortunatamente si apre ed inizia a snocciolare le soddisfazioni filtrate dai precedenti capitoli, più dal primo che dal secondo, tra cui la varietà degli approcci. Il campo di gioco si allarga, differenziandosi dalla già visitata New York per la maggiore quantità di vegetazione presente, i nemici cambiano e, come successo in Halo 4, l’arrivo dei “nuovi” alieni dà una scossa all’intero pacchetto ludico. Sottolineerei le fasi stealth molto gradevoli e vicine ai fasti di Far Cry, piuttosto che l’utilizzo del tanto decantato arco, il quale, alla fin fine, sostituisce il poco presente fucile da cecchino. Sempre alla fin fine, non se ne sentiva la necessità.
Ed è in quelle fasi stealth che il principale potere della Nanosuit viene a galla: l’invisibilità. Ho sempre considerato questa skill l’unica davvero utile e Crysis 3 conferma l’impressione, associandola ad un intelligente uso del buio fatto specialmente nella parte centrale del gioco. Le altre abilità, forse con la sola eccezione del potenziamento della difesa, possono essere ignorate senza troppi patemi, così come il set di perk da raccogliere strada facendo e pre-costituire (per poi cambiare al volo) a tavolino. Non ne ho colto l’utilità.
Il multiplayer, poi, va valutato per quello che è: un anche gradevole Call of Duty in chiave ultra-moderna, che ha l’unica colpa di venire alla luce ad un mese esatto da quel terremoto videoludico chiamato Gears of War: Judgment. Per cui, sempre che siate interessati esclusivamente a questo aspetto, spendere €60-70 per giocare neanche trenta giorni non so quanto sia consigliabile.
È dunque una bocciatura la mia?
Non una bocciatura a Crysis 3, ma all’intero franchise. Se da un lato non mi ha mai entusiasmato l’idea di vedere il gioco su console – considerando la scarsa qualità di questi porting, non danneggiati ma salvati dalla buona opinione che ho dell’edizione per Personal Computer -, dall’altro mi sono ritrovato a valutare nel complesso una trilogia che non lascerà alcun segno tangibile sulla storia (pure recente) dei videogiochi.
La valutazione di “splendida tech demo” è dunque quella giusta ma va cucita addosso al primo episodio per PC. Crysis 3 per Xbox 360 e PS3 non fa nemmeno una bella pubblicità al CryEngine, esce probabilmente nel periodo meno indicato e pone fine ad una saga in crescita ma mai esplosa.
Sviluppato da Crytek e pubblicato da Electronic Arts, Crysis 3 è disponibile dal 22 marzo per PC, PS3 e Xbox 360.
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