Recensione – Divinity II: The Dragon Knight Saga (Xbox 360)

di • 20 dicembre 2010 • RecensioneCommenti (0)1317

Titolo: Divinity II: The Dragon Knight Saga
Genere: Action RPG
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Larian Studios
Publisher: Dtp Entertainment
Data di uscita: 09 Novembre 2010

Diviniy II: Ego Draconis è stato il titolo che ha definitivamente messo sotto i riflettori la talentuosa software house belga Larian Studios, fondata nel 1996 e uscita dall’anonimato solo nel 2002 con il loro primo gioco ad ambientazione fantasy, Divine Divinity. Oggi, Divinity II – The Dragon Knight Saga promette di ampliare l’esperienza ruolistica del predecessore, grazie alla presenza di ben due avventure nello stesso pacchetto, vale a dire Ego Draconis e l’inedito Flames of Vengeance: la prima, uscita alcuni mesi fa, sarà riproposta senza migliorie di sorta, mentre la seconda altri non è che il sequel della precedente incarnazione, con circa quindici ore di gioco in più, nuove quest, mostri inediti ed armamentario aggiuntivo.

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In Divinity II viene narrata una storia basata su draghi e intrighi di potere, in un contesto fantasy abbastanza convenzionale: il giocatore sarà catapultato nel mondo di Rivellon, un tempo terra di pacifica convivenza tra draghi e umani, ora divenuto campo di battaglia a causa del sanguinoso conflitto fra le due razze. Di convesso, Flames of Vengeance sarà invece ambientato immediatamente dopo il finale di Ego Draconis; ergo, consigliamo di partire con l’avventura base onde evitare pesanti rivelazioni per quanto concerne la trama che farà da sfondo alla vicenda.

Il gameplay di Divinity II si fonda sugli stilemi classici degli action GDR. Gli sviluppatori di Larian, prendendo spunto dai maggiori esponenti del genere, ci hanno messo innanzitutto nella condizione di scegliere la tipologia del nostro Ammazzadraghi: Sacerdote, Mago, Guerriero o Ranger, ognuno dei quali dotato delle sue caratteristiche peculiari (ad esempio, il Guerriero è specializzato in attacchi potenti con le spade e nel combattimento corpo a corpo, mentre il Ranger è abile dalla distanza con arco e frecce). Tuttavia, la diversificazione tra le varie razze non cambia l’approccio al combattimento, sempre fondato su scontri all’arma bianca di breve durata. Avremo quindi gradito una maggior diversificazione dei contenuti e varietà di gioco, come ammirato in prodotti analoghi (la serie The Elder Scrolls di Bethesda, tanto per citarne uno). Inoltre tecnicamente, nonostante una buona atmosfera fantasy ed una colonna sonora quantomeno orecchiabile, troviamo modelli poligonali e scenografie di gioco decisamente sotto la media; titoli come Dragon Age o Gothic dettano ancora legge in tal senso.

Ma la peculiarità di Divinity II – The Dragon Knight Saga risiede tuttavia nella caratteristica tipica dell’Ammazzadraghi, ossia quella di poter acquisire le sembianze di un drago; una volta attivato questo straordinario potere, difatti, il gioco ci metterà ai comandi di una temibile bestia alata, grazie alla quale potremo annientare legioni di nemici o raggiungere luoghi e locazioni che prima ci erano precluse. Ma non solo: il nostro eroe sarà anche in grado di leggere nella mente dei personaggi, abilità utile a condizionare la volontà di alcuni NPC, poco propensi ad essere sedotti solo con la forza bruta.

In definitiva, nonostante una certa ridondanza di fondo ed un comparto tecnico solo discreto, Divinity II – The Dragon Knight Saga offre di fatto due titoli in uno, per circa 60 ore di gioco reali. Un buon prodotto, quindi, per tutti coloro che non hanno potuto giocare l’originale Ego Draconis all’epoca della sua uscita (e che ora possono mettere le mani anche su Flames of Vengeance), ma un RPG d’azione solo discreto per tutti gli altri. Et voilà, il pacchetto fantasy è servito.

                                                                                

7

/10

 

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