Fifa 11

di • 15 ottobre 2010 • RecensioneCommenti (0)2116

Personality +, Pro Passing, Virtual Pro… pensavamo che dare nomi alle funzionalità fosse una prerogativa Apple, ma ci sbagliavamo di grosso. Perché nello status di semi-perfezione ormai raggiunto dal franchise, Fifa 11 prende di pugno alcune delle sue lacune storiche, talvolta risolvendo, talvolta aggravando la situazione, ed elenca con ossessiva precisione le migliorie apportate; processi compiutisi nel bene e nel male.

Partiamo dal primo dei tre punti citati nella nostra introduzione. Personality + garantisce allo sportivo EA, ed è un esordio nella serie, di caratterizzare i calciatori più famosi con le abilità e le debolezze che li hanno portati alla celebrità; un sistema che magnifica il gioco allorché si controllino personaggi d’alto profilo, ma che penalizza il resto della truppa a cui non è stato assegnata alcuna skill – ecco il bene e il male di cui parlavamo. Ne consegue che, ad esempio, potremo effettuare grandi conclusioni da fuori area con Ibrahimovic o Cristiano Ronaldo (era ora che si potesse fare qualcosa di meglio per gente del genere), pur nella consapevolezza di non poter azzardare un cross con pinco pallino. Sarà anche giusto, ma l’impossibilità a lanciare non affligge soltanto i meno dotati o noti, anzi: crossare con la corretta calibrazione sarà impresa ardua, per cui preparatevi a… lanciare. Il joypad, stavolta. Pro Passing, questo sconosciuto: bellissimo vedere la palla sfilare a un passaggio d’interno, un po’ meno ritrovarsi il pallone tra i piedi di un calciatore che non immaginavamo dovesse prenderlo; non può che farci piacere l’aggiunta di un meccanismo simile, ma bisognerebbe prima risolvere le magagne della barra di caricamento (che, fino a prova contraria, determina la profondità del servizio) e quelle dell’intelligenza artificiale a disposizione dell’utente, poi passare a questi dettagli. Siamo lontani dalla vetta, ci si avvicina quando si parla dei rinnovati contrasti e del controllo manuale: sulla scia di quanto già apprezzato in Mondiali Fifa Sud Africa 2010, semplificato rispetto a Fifa 10 e più godibile, anche grazie alla chicca dello scatto analogico che lascia scegliere a noi quanto un pupazzetto (per dirla con il simpaticissimo Corrado Patrizi) debba correre.

Abbiamo parlato in apertura anche di Virtual Pro, ed in effetti si tratta di una novità nel panorama della personalizzazione. Lo stesso giocatore, il VP appunto, potrà essere utilizzato nelle tre modalità della ristrutturatissima carriera, nonché online nelle amichevoli con uno (o dieci) amici. Un buon numero di sfide, se superate, permetterà inoltre di accrescere le sue skill: si passa da un tot di dribbling richiesti a tiri dalla distanza e così via, in un graditissimo accenno alle feature tipiche dei giochi di ruolo. Arena a parte, la già citata carriera resta il modo più rapido per perfezionarsi, grazie in particolare alla sua triplice natura: potremo infatti scegliere la strada del calciatore, quella dell’allenatore oppure quella del manager in campo (un ruolo à la Vialli, insomma), affrontando esperienze non troppo differenti ma rispondendo ad esigenze, fortunatamente, piuttosto variegate. La sezione dedicata ai soli giocatori, con l’esordio del ben realizzato supporto al portiere, va a sostituire la Professionista degli scorsi anni, e vi riesce fondamentalmente grazie ai suddetti obiettivi che rappresentano un bell’incentivo a proseguire negli anni (della simulazione); d’altro canto, da notare il livellamento della difficoltà nell’acquistare talenti – le scorse iterazioni di Fifa si erano rivelate particolarmente avide di trasferimenti, specie nella prima stagione – e l’utilizzo di un’interfaccia sulla scia di quella vista nello spin-off mondiale, intuitiva eppur bella a vedersi.

E, in tema di cose belle a vedersi, il comparto grafico di Fifa 11 sottolinea una tendenza che fa riflettere. Colorato e fumoso com’è, non esente da difetti, questo si discosta parecchio dall’approccio fotorealistico della concorrenza, finisce per bollare l’intera produzione come un semplice gioco e non come l’imitazione della realtà televisiva. Potremmo spingerci a ritenerlo un pregio, ma sappiamo che non lo è; sappiamo che gli utenti desiderano un’esperienza che si avvicini quanto più è possibile a ciò che vedono tutti i giorni. E quel che i nostri, i vostri occhi vedono non è certo simile alla proposta tecnica di EA Sports. Da apprezzare lo sforzo sempre maggiore, ma ancora quantitativamente insufficiente, nella realizzazione dei volti e degli stadi, tra cui si registrano new entry rarissime o di scarso livello; abbiate pietà dell’ormai defunto Delle Alpi, almeno.

Mai come quest’anno, gli sviluppatori canadesi di Electronic Arts hanno percorso una strada inverosimilmente democristiana. Le chicche, da raffinare, del Personality + mirano a soddisfare gli hardcore, e ci riescono per larga parte; l’aspetto tecnico, come pure quello dell’audio personalizzabile sui campi, rispecchia la volontà di farsi amare nel mucchio selvaggio dei casual. A noi non resta che far crescere in decimali, cosa che odiamo, la valutazione di un gioco costantemente sulla soglia del 10/10 ma tuttora perfettibile.

Valutazione Generale

Presentazione: 8.5
Retrò nella veste visiva e nei suoni. Colorato come d’altronde il resto della produzione.

Gameplay: 9.2
Tante le introduzioni – non dimentichiamo la personalità dell’arbitro, la possibilità di abilitare il fallo di mano, la tensione della rete, lo stato del terreno di gioco – che andranno comunque arricchite nel corso delle prossime iterazioni.

Grafica: 9.3
Sempre più vivida, la grafica di Fifa 11 si allontana dalla realtà per avviarsi sul sentiero del puro videogiocare.

Sonoro: 8.5
La telecronaca è stata arricchita di nuove espressioni, l’audio dello stadio, in particolare quello dei tifosi, sembra seguire meglio le azioni di gioco. Silenzi terrificanti durante le sostituzioni.

Longevità: 9
Nessuna novità di rilievo rispetto al passato: Fifa 11 vi terrà incollati allo schermo, se davvero amate lui… e il calcio.

Multiplayer: 9.5
Addirittura 11 vs 11. Noi continuiamo a preferire l’uno contro uno ma, ehi, siamo in democrazia. Viva la libertà di scelta.

Voto Complessivo: 9.4

Un giorno riusciremo a liberarci delle virgole e a mettere sullo stesso piano prestazioni pressoché simili. Fino ad allora, Dio salvi tutto, pure i millesimi. E si aspetti di vedere, salvo sorprese, un 9.5 per il prossimo anno.

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