Recensione – R.U.S.E. (Xbox 360)

di • 26 settembre 2010 • RecensioneCommenti (0)885


Titolo: R.U.S.E.
Genere: R.T.S.
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Eugen Systems
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 10 Settembre 2010

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Da tempo immemore il connubio tra il genere real time strategy e le nostre amate console è stato oggetto di perplessità e delusioni, fatte salve alcune eccezioni. Inutile dilungarsi sui classici problemi che hanno afflitto i titoli fino ad oggi pubblicati: tematiche come la difficoltà di gestire un dettagliato campo di battaglia via pad sono entrate nel comune sapere del videogiocatore medio, non necessariamente appassionato di RTS. Era questo quindi il poco allettante viatico della recensione che ci apprestavamo a stendere, pur restando aperti a piacevoli sorprese mentre toglievamo il cellophane dalla confezione ed inserivamo il DVD nella console.

Il primo impatto con i titoli iniziali è stato abbastanza gradevole, trattandosi di schermate eleganti, prive di svolazzi ma esaurienti come i menù a disposizione; leggermente meno entusiasmante l’approccio al gioco vero e proprio, non tanto per la grafica quanto per lo scenario scelto: quella seconda guerra mondiale che ormai trova maggior collocazione nell’industria videoludica che sui libri di storia. Ritrovarsi catapultati nel buio quinquennio per l’ennesima volta quando, purtroppo, gli scenari di crisi attuali non mancano di certo, comporta un certo scoramento; senza contare che la scelta della software house parigina sembra alquanto improvvida anche considerando il potenziale raffronto tra R.U.S.E. ed altri capisaldi della strategia con la medesima ambientazione.

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Continuando l’esplorazione del prodotto, ci siamo addentrati nella campagna bellica per testare il tanto atteso sistema di controllo, vero punto focale della disputa, rimanendone piacevolmente coinvolti. La funzionale scelta di dotare il giocatore di un intuitivo sistema di zoom consente una navigazione della mappa molto rapida, che permette di passare dalla visione d’insieme alla singola schermaglia o unità in pochi istanti, con le prevedibili (positive) conseguenze sulla gestione di mezzi e situazioni. Altrettanto fluida l’interfaccia applicata alle singole unità, che possono essere abbastanza celermente individuate ed assegnate ai loro compiti strategici, fatto salvo un breve, comprensibile  rodaggio della funzione. Pertanto e, fortunatamente, contro ogni statistica R.U.S.E. passa l’esame più arduo piuttosto agevolmente, riuscendo a mitigare le ataviche difficoltà degli strateghi alle prese con i joypad. Altrettanto non si può dire per la campagna bellica, che risulta vittima di frequenti insulse cut-scene che cercano di dare un tono alla trita storyline, dove guidare il protagonista, in ascesa nei ranghi militari (espediente alquanto intrigante per mettere progressivamente a disposizione nuovi arsenali a seguito delle promozioni) lungo il corso della sua carriera. Una campagna che tutto sommato si traduce, quindi, più in un prolungato tutorial, un viaggio neanche troppo lungo per prendere confidenza con il gameplay e le sue peculiarità, in attesa di più probanti confronti nel multiplayer e co-op e, credeteci, avrete bisogno di tutta la pratica possibile poiché, se l’HUD è amichevole, la difficoltà lo è molto meno, trattandosi di un gioco alquanto profondo in cui le tradizionali opzioni degli RTS sono affiancate ed arricchite dal fenomeno R.U.S.E. – giustamente dà persino il titolo al software. Questo acronimo, del quale non si conosce il significato e che gli stessi sviluppatori dicono non averne alcuno preciso, si riferisce ad un mazzo di carte virtuali, ciascuna delle quali regala, al suo utilizzo una’abilità speciale applicabile ad aree o unità; e ve ne sono di estremamente utili e fantasiose, quali quella che rende super-efficienti le vostre spie, o infonde il terrore nelle truppe che state per affrontare oppure ancora le distrae dai vostri reali obiettivi. Una pletora di frecce al vostro arco che, combinate saggiamente con le unità regolari, decideranno, più spesso che non, le sorti della battaglia, con non poca soddisfazione per lo stratega in erba – anche se si tratta di elementi ben poco realistici, sicuramente meno apprezzabili dai puristi della simulazione di guerra.

Un ultimo accenno alla modalità multiplayer, molto soddisfacente e discretamente popolata;  interessante il comparto delle operazioni speciali, una raccolta di sfide, aperte anche alla cooperazione e, non è elemento da poco, ben più ostiche del previsto.

I ragazzi di Eugen Systems hanno sfornato un gioiellino. Peccato si tratti di un titolo ovviamente di nicchia che molto improbabilmente riuscirà a convincere chi non è già avvezzo al genere, data anche la sua difficoltà intrinseca e che, per lo stesso motivo, non avrà la ribalta destinata ad altri giochi meno meritevoli. Peraltro non ci sentiamo di promuoverlo a pieni voti, principalmente per le pecche del single-player che avrebbe meritato maggior cura.

Valutazione generale 

Presentazione: 7
Ottimi i menu, meno entusiasmanti le cut-scene.

Grafica: 7.5
Nitida, vivida, sufficientemente dettagliata e senza problemi di frame-rate; certo non si tratta di un titolo che fa della grafica la sua forza, ma è tutto soddisfacente ed oltre.

Sonoro: 7.5
Discretamente evocativa la drammatica colonna sonora, ottimi gli effetti sonori, mentre non ci pare particolarmente inspirato il doppiaggio, cosa che abbassa ulteriormente il pathos già scarso della campagna.

Gameplay: 8.5
Il fiore all’occhiello del titolo, per profondità e realizzazione; peccato si tratti di materiale adatto agli aficionados, difficilmente in grado di entusiasmare i casual gamer, specialmente per tutto il tempo necessario a padroneggiare il proprio arsenale;

Longevità: 8
La campagna, le operazioni speciali ed il multi, il tutto condito dalla ripida curva di apprendimento: il pranzo è servito.

Multiplayer: 8
Al ricco piatto delle sfide online si aggiunge la chicca della co-op, articolo alquanto sconosciuto negli RTS; c’è di che gioire.

Voto complessivo 8

Potremmo dire per molti ma non per tutti; in verità, crediamo che R.U.S.E. sia più per pochi intimi, dato il genere e la complessità: è un peccato, ma non può, non riesce a deprezzare la qualità oggettiva del titolo.

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