Recensione – Lego Harry Potter: Anni 1-4 (Xbox 360)

di • 22 luglio 2010 • RecensioneCommenti (0)845


Titolo: Lego Harry Potter: Anni 1-4
Genere: Action/adventure
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Traveller’s Tales
Publisher: Warner Bros. Interactive Entertainment
Data di uscita: 25 Giugno 2010

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È evidente che la conclusione delle avventure in narrativa dell’occhialuto mago teenager non ha significato lo stop agli incassi della sua creatrice J.K. Rowling; non si è certo interrotto il fiume di royalties per gli utilizzi più o meno impropri dell’immagine di Harry Potter che il sagace mondo del merchandising si inventa quotidianamente. Era solo questione di tempo prima che il fantastico mondo dei mattoncini si premurasse di fornire la propria pacioccosa versione dell’universo potteriano, ed eccoci qui, chiamati a stabilire se l’investimento di Warner Bros., ragguardevole e da ammortizzare con altri titoli, sia stato adeguatamente sfruttato, per la gioia dei fan… e delle casse della stessa Warner.[img alt='Harry e il fido Hagrid in mattoni.']/immagini/Giochi/category1990/picture112756.aspx[/img]Reduci dai godibili seppur discutibili ultimi episodi del franchise Lego, abbiamo approcciato questo titolo con le dovute cautele e tale precauzione si è rivelata appropriata, poiché anche Anni 1-4 soffre di alti e bassi nella realizzazione. La rappresentazione di Potterworld pare valere il prezzo del biglietto, a tratti i mattoncini sembrano la materia ideale dei sogni di magia, sebbene la tendenza family della serie costringa impropriamente a una reinterpretazione più fiabesca delle vicende del maghetto che, come i lettori sapranno, ben diversi contenuti albergavano sotto l’ingannatrice etichetta di storie per ragazzi: ecco quindi che i momenti più cupi e le tematiche adulte han subìto rilevanti censure, né era dato attendersi altrimenti. Superato in scioltezza l’esame del comparto grafico, ci lanciamo nell’analisi, ben più cruciale, del gameplay, ed è qui che purtroppo si evidenziano alcuni dei picchi negativi del gioco, opinione acuita dalla sensazione che Traveller’s Tales non abbia provveduto a sistemare le incongruenze e lacune dei precedenti capitoli, quanto a limitarsi a girarci intorno, per renderle meno evidenti e presenti nel corso dell’azione. Fanno ancora pessima mostra di sè diversi bug e glitch, una triste costante del franchise, quasi un punto fermo ahinoi, che possono inficiare sia il piacere del gioco che il raggiungimento dell’agognato punteggio pieno nel gamescore. Altrettanto reiterate le problematiche della camera, sia quando si gioca in co-op, per via di una visualizzazione della mappa con un interessante split-screen dinamico ma troppo limitato quando i protagonisti si allontanano troppo l’uno dall’altro, sia in single-player, per via di angolazioni di ripresa talvolta discutibili. Tali lacune, dopo numerosi capitoli del franchise, avrebbero già da tempo aver subito un perfezionamento, viceversa sembra proprio che gli sviluppatori si siano per l’ennesima volta lasciata scappare l’occasione, peraltro dedicandosi più alacremente, e se ne vedono i risultati, alla sceneggiatura. Sicuramente imperdonabile, in questa mini-orgia di occasioni mancate è l’implementazione del co-op online, di cui il gioco avrebbe certamente giovato, piuttosto che costringere appunto i giocatori alla mutilazione dello split-screen in locale.

Le critiche più o meno rudi sembrano comunque svanire al cospetto del piacere quasi fanciullesco che questa riproduzione dell’immaginifico mondo di Harry Potter è in grado di produrre nel giocatore. Buona parte del voto e degli apprezzamenti rivolgibili a LHP sono infatti figli non tanto delle già trite meccaniche della serie o dei poco fantasiosi obiettivi e della pletora di insopportabili collezionabili; essi discendono dalla magia in cui questo titolo avvolge il giocatore, soprattutto se si tratta di un fan scafato della saga e, pertanto, in grado di cogliere aspetti e citazioni oscure alla massa. A farla da padrone in questo scenario è l’utilizzo delle magie ed il suo, seppur perfettibile, sistema di controllo; un’aggiunta dovuta, dato che parliamo di Harry Potter, ma comunque una grande sterzata sia rispetto al classico stile di combattimento a "mazzolate" dei precedenti titoli Lego, che in seno al gameplay vero e proprio. Una feature che ha scoperchiato un vaso di Pandora, innescando un meccanismo virtuoso nella longevità del titolo, grazie alla presenza di molte delle magie più famose di Harry, disponibili con il progredire dei livelli, e aumentando sia la rigiocabilità del titolo, sia il divertimento della semplice esplorazione. Difatti certe magie o locazioni del castello di Hogwarts saranno accessibili solo a patto di sbloccare e utilizzare determinati personaggi: ad esempio, il "quartiere" di Serpeverde sarà raggiungibile solo da uno dei brutti ceffi che a quella casa appartengono. A rendere l’esperienza ulteriormente immersiva per i fan, oltre alla riproduzione abbastanza fedele delle vicende, seppur falsata dall’implementazione di situazioni forzate dal gameplay e dal generale svilimento degli argomenti più adulti, interviene l’utilizzo per intero della colonna sonora originale delle pellicole cinematografiche: una vera chicca che ricrea in ogni frangente atmosfere a noi già note.

L’impegno profuso da Traveller’s Tales nella certosina, vivida rappresentazione di Hogwarts e della vita al suo interno non passa inosservato e, unito al gameplay consolidato e rinfrescato nonché alla persino eccessiva offerta di gioco in termini di tempo, fa pendere l’ago della bilancia decisamente a favore di questo titolo, in particolare se siete fan o genitori alla ricerca di qualcosa da giocare con i figli. Ma riteniamo più che plausibile che LHP possa essere goduto anche da gamer più smaliziati.

Valutazione generale

Presentazione: 8.5
Tutto d’ottima fattura, con una dotazione ragguardevole di cut-scene che consentiranno una maggiore immersione nell’avventura.

Grafica: 8.5
Certo lo stile a mattoncini non può far urlare al capolavoro, ma si tratta del più rifinito tra i giochi del franchise, che dipinge a vivide tinte un mondo ricco di personaggi e situazioni rintrise di humour e simpatia.

Sonoro: 8
Pollici ben in alto per l’utilizzo della soundtrack ufficiale dei film; un classico, per quanto non facciano fare salti di gioia, i borbottii e mugolii con cui si "esprimono" i personaggi.

Gameplay: 8
È sostanzialmente un gioco Lego, ma la magia è una bella ventata di novità. Peccato per i difetti congeniti del sistema.

Longevità: 8.5
Perfino eccessiva, nel suo girovagare di obiettivo in obiettivo, e ridondante nelle richieste di collezionismo di personaggi ed oggetti vari: il 100% non è cosa rapida, davvero. L’editor di mappe è piuttosto semplice, abbozzato e non sembra in grado di regalare vere soddisfazioni agli architetti virtuali.

Multiplayer: 6.5
Un vero peccato che il multiplayer, sia competitivo che cooperativo, giri solo in locale, così come che l’editor non consenta di condividere le proprie, pur limitate, creazioni su Live.

Voto complessivo: 8

LHP è probabilmente la punta più alta del franchise, sia in termini qualitativi che quantitativi. Peccato che non ne elevi con maggior decisione il comparto tecnico, ancora un po’ troppo ancorato a certi stereotipi e non privo di imperfezioni.

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