Titolo: Prison Break: The Conspiracy
Genere: Action/Adventure
Piattaforma: Xbox360
Sviluppatore: Zoofly
Publisher: Deep Silver
Data di uscita: 26 Marzo 2010
Seppur con un discreto ritardo approda sui nostri schermi, indossando ancora la divisa a strisce, il tie-in di una delle serie televisive di maggior successo di qualche anno fa. Accolto molto caldamente per il suo sapiente mix tra molti generi di illustri precedessori sul tubo catodico, Prison Breakaffascinò le platee di tutto il mondo creandosi una nutrita schiera di fan, salvo poi deluderli sempre più largamente nelle stagioni successive, quando le ambientazioni sotto un cielo non più a scacchi divennero lo scenario per una serie di vicende persino imbarazzanti per il pur non troppo elevato IQ medio della platea televisiva. Quale fan io stesso della prima serie, mi chiedevo che copione avessero redatto i ragazzi di Zoofly: la vicenda di una avvincente evasione, oppure le peripezie di una software house cui hanno commissionato un titolo all’unico scopo di spremere le ultime gocce di latte dalla mucca morente? Pochi minuti di gioco son bastati purtroppo a dare concretezza a questa seconda raccapricciante ipotesi.
[img alt='Il protagonista della serie TV non coincide con quello del gioco.']/immagini/Giochi/category1963/picture111807.aspx[/img]
In verità, The Conspiracy inizia persino sotto discreti auspici, grazie al fatto di essere ambientato negli eventi della prima meravigliosa stagione televisiva, incastonando un ruolo da outsider per il nostro protagonista, ragion per cui la nostra esperienza si intreccia con le vite dei famosi personaggi ma ha un suo precipuo corso. Altrettanto felici ci ha reso la fedele riproduzione del carcere teatro di quegli avvenimenti e ciliegina non da poco sarebbe dovuta essere il doppiaggio originale ad opera degli attori protagonisti della serie, di cui potrete godere selezionando la lingua inglese; peccato, però, che la nostra interazione con gli eroi TV sia davvero limitata a pochi episodi nel corso dell’avventura. Le restanti speranze svanivano comunque molto presto, guardandosi intorno e realizzando che la produzione a livello grafico ha poco in comune con i titoli next-gen per la sua eccessiva spartanità, pochezza di palette e rigidità dei modelli, peraltro poveri in termini di poligoni. Se anche avessimo voluto confidare sul mai troppo osannato teorema secondo il quale la grafica non è tutto in un videogame, Zoofly ci ha gentilmente fornito ulteriori prove contrarie di lì a poco, quando ci siamo addentrati nel gioco vero e proprio. Addentrati peraltro è termine eccessivo, che presuppone un labirinto, un maniero, un antro di proporzioni ragguardevoli, laddove PB è piuttosto un bilocale scarsamente arredato. Il gameplay si riduce, infatti, ad azione stealth, con l’aggiunta episodica delle risse tra detenuti in stile fight club, perlopiù trascurabili se non state cercando di sbloccare gli obiettivi correlati poiché servono unicamente ad accumulare denaro.
State pensando: tutto qua? Ehm, sì, temo proprio di sì o forse peggio; la struttura pur scheletrica del gioco è persino deficitaria nella sua programmazione: le risse sono piatte, vuote di soddisfazione e completabili con deprecabile button-mashing, mentre la componente stealth soffre l’inadeguatezza della taratura della difficoltà, della IA delle guardie e del sistema intero. Risulterà alquanto frustrante progredire tanto agevolmente ai livelli minori quanto a singhiozzo a quelli più elevati, il che sarebbe pure preventivabile, se non fosse che le difficoltà scaturiscono spesso dal fallato meccanismo di rilevazione delle guardie a volte in grado di vedervi mentre vi voltano le spalle, quando non attraverso i muri, come ridicolmente evidenziato delle impietose scenette da game-over che mostrano proprio il responsabile della vostra cattura: spesso un muro, appunto. Volendo infierire potremmo segnalare la monotonia imperante nei livelli di gioco, il cui svolgimento è identico per tutta la vicenda; ripetitività che trasuda anche dai personaggi, per i quali i modelli utilizzati sono abbastanza pochi e finirete per rivedere le stesse facce molto spesso, quasi fosse una fabbrica di cloni più che un carcere. Un’ultima nota di demerito per il lips-synch che, anche scegliendo i dialoghi in lingua originale, è spesso patetico, con i personaggi che muovono le labbra completamente a caso; un problema che nelle produzioni più recenti sembrava ormai debellato.
Poco da aggiungere rispetto a quanto non abbiate già intuito: Prison Break: The Conspiracy è un tie-in che ci riporta ai tempi oscuri del genere, pertanto può essere consigliato solo ai fanatici della prima stagione che intendano riviverne le atmosfere incuranti del possibile danno cerebrale collaterale oppure ai gamer masochisti.
Valutazione finale
Presentazione: 5.5
Una lunga intro ci cala nella vicenda fungendo anche da mini-tutorial, realizzata con la grafica del gioco… brutto segno.
Grafica: 5
Non la peggiore a memoria d’uomo ma di sicuro priva di alcuna ispirazione e verve, a parte la volenterosa ricostruzione degli ambienti;
Sonoro: 6
Arriva alla sufficienza solo grazie alle voci originali che, per inciso, sono comunque sconosciute ai più, in Italia.
Gameplay: 4
Noia, tedio e fastidio.
Longevità: 5
Anche supposto che abbiate la forza di terminarlo, l’unico motivo per riprendere il DVD in mano sarebbe per sputarci sopra.
Multiplayer: N.D.
Voto complessivo: 5
Speriamo che sia l’ultima operazione di sciacallaggio su una serie che meritava ben altra conclusione: nelle mani di altri sceneggiatori e software house più capaci.