Recensione – James Cameron’s Avatar: Il Gioco (Xbox 360)

di • 11 gennaio 2010 • RecensioneCommenti (0)774


Titolo: James Cameron’s Avatar: Il Gioco
Genere: Azione/Avventura
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 04 Dicembre 2009

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Lavorare per Ubisoft negli ultimi mesi deve essere stato alquanto stressante: quando programmi di pubblicare nel breve volgere di pochi giorni il seguito di uno dei giochi più controversi degli ultimi anni ed il tie-in di un colossal cinematografico, non può essere altrimenti. Peraltro stiamo parlando solo della punta dell’iceberg, dei progetti noti e della piattaforma a noi più cara; se sommate a questo ogni incognita e sviluppo in corso, viene fuori un quadretto che un pò fa passare la voglia di lavorare nel “dorato mondo dei videogames”. Ma quelli di Ubisoft sono uomini veri, che affrontano la sfida con virile vigore e portano a termine le imprese stanchi e sudati, ma soddisfatti… forse loro sì, ma noi? Noi siamo soddisfatti di questo nuovo parto della software house francofona?

[img alt='Il mondo di Avatar è stato ricreato in modo abbastanza fedele.']/immagini/Giochi/category1930/picture110423.aspx[/img]

Dopo Assassin’s Creed 2, le attese erano discretamente alte, ma è evidente che non si può programmare un capolavoro alla settimana, anche se ci si impegna parecchio: questo potrebbe essere l’epitaffio di Avatar: Il Gioco. Quando si acquista la licenza del nuovo film di Mr. Titanic, alias James Cameron, non si può non profondere ogni energia fisica e mentale nella realizzazione di qualcosa che sia all’altezza del nome e questo sforzo, concettuale e di realizzazione, è abbastanza evidente mentre giocate ad Avatar. Ubisoft ha deciso di non farsi mancare nulla in questo titolo, sfornando un gioco che vanta: un’ambientazione lussureggiante; modelli poligonali ben definiti seppur non di altissima qualità; due fazioni e quindi due campagne con relative intersezioni; una componente esplorativa corposa; la possibilità di utilizzare mezzi di trasporto di ogni foggia; un variopinto arsenale di armi ed abilità speciali e persino un minigioco in stile Risiko.

Detto così fa venire l’acquolina in bocca… Allora perché continuate a immaginarci qui, dinanzi il monitor, con un’espressione perplessa in viso? Ve lo spieghiamo subito usando una metafora culinaria: il piatto è ricco di ingredienti e ben cucinato, ma risulta tristemente insipido. Non troviamo gravi colpe nell’operato degli sviluppatore; forse il non aver visto il film non ci consente di godere appieno delle vicende del gioco che, peraltro, della pellicola costituiscono un prequel (quindi potrete tranquillamente giocare senza rischiare spoiler, anzi). Resta tuttavia forte la sensazione di deja-vu e di essere dei meri factotum nella giungla di Pandora, chiamati a svolgere missioni in rapida successione, per proseguire blandamente in una trama che sembra decollare al momento della scelta etica sulla fazione per cui combattere: gli umani marine o gli alieni Na’vi, in uno scenario che pare ripercorrere le tristi gesta dei conquistadores spagnoli nel continente sudamericano, ma che aldilà del cambio di personaggio, arsenale e campi base, continua a trascinarsi di obiettivo in obiettivo senza sussulti.

È probabilmente questo il peccato capitale di un gioco comunque realizzato con accuratezza e discreta qualità; certo non si tratta di un difetto da poco, lascia l’amaro in bocca vedere un simile spreco di potenzialità. Un peccato aggirarsi per la rigogliosa vegetazione di Pandora, in grado persino di stordire e disorientare realmente, senza aver nulla di meglio da fare che evitare vespe lupo vipera (no, non stiamo scherzando) e portare a termine il compitino. Il comparto grafico palesa un ottimo frame-rate e solo nel verde più intenso noterete lievi pop-up delle texture; viceversa, il gioco soffre di un tearing visibile e piuttosto accentuato in alcuni frangenti, ad esempio quando si vola sugli Scorpion.

[img alt='I colori sono sempre molto sgargianti, come nel film.']/immagini/Giochi/category1930/picture110422.aspx[/img]

Meno convincente il reparto armamenti, che sembra soffrire di una certa stitichezza: le armi non restituiscono una grossa sensazione di potenza, specialmente ai livelli di esperienza minori; con la crescita del proprio personaggio (una minuscola componente RPG, assolutamente non personalizzabile) si sbloccano pacchetti armi/abilità di maggior soddisfazione, soprattutto nei panni del marine. Pollice alto per il comparto audio, con una coinvolgente colonna sonora e un doppiaggio di livello; siamo ancora lontani dalla perfezione, ma si tratta di una degna interpretazione. Una menzione merita il parco mezzi a disposizione dei personaggi, cui abbiamo intrepidamente fatto pilotare veicoli per aria, terra ed acqua, nonché sottospecie di cavalli alieni: purtroppo tali mezzi sono fruibili solo quando la missione lo richiede e restituiscono una sensazione troppo simile di guida, ad eccezione del velivolo. Per soddisfare le esigenze dei giocatori più attenti alla realizzazione dell’universo nel quale si svolge la vicenda, il titolo vi chiede anche di raccogliere a tempo perso informazioni sulla flora e fauna del pianeta, tali dati saranno tutti riportati nella Pandorapedia e da lì consultabili a posteriori. Un’aggiunta pseudo-didattica che certo non attirerà gli utenti più volti all’azione, ma che costituisce un’ulteriore branca di gameplay fruibile. Se mai qualcuno se lo chiedesse, Avatar dispone anche di un comparto multiplayer; a causa della release pre-natalizia, ci pare praticamente nato morto a prescindere dalla sua qualità (per inciso nulla più che discreta). Un’ultima parola va spesa per la sezione più strana ma al contempo affascinante del prodotto: il mini-gioco Conquista. Si tratta in sintesi di una sorta di Risiko sulla mappa del pianeta Pandora, combattuto tra le due razze con una rudimentale gestione dei propri mezzi e risorse: davvero carino.

Forse Assassin’s Creed 2 ci ha male abituati, ma non riusciamo a sottrarci alla sensazione di vacuità che scaturisce dalle sessioni di gioco sul nuovo tie-in Ubisoft. Ciò non deve però trarre in inganno: si tratta di un discreto titolo che offre un buon numero di ore d’azione, che si venga presi dalla trama e dall’ambientazione o meno. Di sicuro, però, a prezzo pieno non costituisce un grande investimento se paragonato ad altri titoli freschi di uscita; fateci un pensierino quando la sua valutazione sarà più consona al divertimento che offre.

Valutazione generale

Presentazione: 8.1
L’introduzione è abbastanza buona e costituisce una lenta immersione nell’universo di Pandora, confluendo indolore in un tutorial mascherato che si protrae quasi fino alla scelta etica.

Grafica: 8.4
Tutto abbondantemente sopra la media; un peccato l’assenza di un qualsiasi tipo di interazione con gli ambienti, assolutamente privi di vita laddove non previsto dal gameplay.

Sonoro: 8.5
Siamo stati recenti testimoni di una certa inversione di tendenza nella cura dedicata a questo comparto, non tanto da parte delle software house, quanto nella localizzazione. Certo il fenomeno non è ancora abbastanza diffuso, ma lascia ben sperare.

Gameplay: 7.3
Tanti ingredienti per uno shooter che cerca di andare sopra le righe, senza riuscirci.

Longevità: 7.8
Le due campagne, le quest secondarie e altri obiettivi minori possono farvi spendere davvero un discreto ammontare di tempo, se passate oltre una certa ripetitività e mancanza di pathos.

Multiplayer: 7
Difficile sperimentarlo appieno di questi tempi, ma abbiamo visto di peggio.

Voto complessivo: 7.2 

Da grandi licenze derivano grandi responsabilità… Ubisoft ce l’ha messa tutta e non ce la sentiamo di biasimarla, ma il risultato resta troppo debole rispetto ad altri giochi di questo genere, non tanto per impatto tecnico, quanto per capacità di coinvolgere il giocatore. James Cameron’s Avatar: Il Gioco suscita principalmente rammarico per le potenzialità inespresse di un universo così evocativo.

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