Recensione – Assassin’s Creed II (Xbox 360)

di • 3 dicembre 2009 • RecensioneCommenti (0)841


Titolo: Assassin’s Creed 2
Genere: Azione/Avventura
Piattaforma: Xbox360
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 20 Novembre 2009

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L’assassino era a un bivio: avrebbe imboccato l’Arco di Trionfo, o le Forche Caudine? Questo era il dilemma, il peso che gravava sul tanto atteso sequel sviluppato da Ubisoft Montreal: l’eccesso di hype che era sfociato in mugugni e mezze condanne del primo titolo, si era trasferito quasi indenne sul nuovo capitolo, che sia i detrattori che gli appassionati attendevano da mesi, chi per continuare a dileggiare, chi per vivere nuove magie.

[img alt='In volo su piazza San Marco. Una delle (tante) innovazioni sul versante gameplay.']/immagini/Giochi/category1878/picture109829.aspx[/img]

Un uomo era chiamato a dare la risposta a tante emozioni contrastanti; quell’uomo ero io… e ora che la soluzione del dilemma cova dentro me, urlando per essere liberata, io faccio fatica a trovare la chiave della sua prigione; a darla in pasto a voi lettori. Fatico a posizionarmi dinanzi a un monitor per darle voce su questo foglio virtuale… poiché tutto il mio essere preferirebbe essere altrove: a giocare Assassin’s Creed 2, piuttosto che scriverne. La recensione potrebbe chiudersi qui, se fossi meno rispettoso nei vostri confronti, affezionati lettori, o particolarmente laconico, ma poiché non ricorre nessuna di queste eventualità mi farò forza e procederò a sezionare questo titolo come gli si addice. Partiamo dal presupposto che AC2 è, come ogni altro gioco peraltro, soggetto al bagaglio genetico del videogiocatore e, pertanto, il suo impatto, pur nella grandezza dell’opera, varia a seconda della sensibilità individuale. Ritengo personalmente che questa sia stata la matrice della discordia alla base del primo episodio, come e più del gameplay; ma lasciamo riposare in pace Altair, per parlare di Ezio.

Ci sono poche parole e, credetemi, io ne conosco abbastanza, che possano descrivere la portata dell’impatto scenografico di Assassin’s Creed 2. Tralasciamo la sequenza iniziale, un trait d’union con l’epilogo del primo capitolo, in cui veniamo introdotti alla nuova location: ritrovarsi nella Firenze medicea (ma anche nelle ambientazioni successive) comporta nel giocatore uno stordimento, una sorta di trance da cui sarà difficile uscire. Sotto i vostri occhi prende vita pian piano uno di quei dipinti visti solo nei libri d’arte; si colma di personalità variopinte, suoni e movimento; a voi non resta che ritagliare la vostra parte di storia, oppure più semplicemente ciondolare come turisti del tempo, a bocca aperta. Perché qui non stiamo più parlando di "comparto grafico", amici miei: AC2 è arte, poesia. Se già il primo AC aveva colto nel segno, questo capitolo, complice forse la scelta di scenari a noi così vicini e cari, raggiunge nuove vette. La ricostruzione di ville e città medioevali trasuda passione e rispetto, non v’è sentore di computer graphic nel lavoro dei ragazzi della Ubisoft: parrebbe piuttosto di muoversi in uno sterminato affresco in 3D. Ma non si tratta di un lavoro fine a sé stesso, poiché tutti i dettagli di questa mappa paiono studiati per esaltare la doti acrobatiche del nostro protagonista, ogni torre per saziare la sua sete d’altezza: l’offerta di spunti architettonici per il nostro vagare, sia a livello stradale che per tetti, è così ricca e variegata da confondere (in senso positivo).

Potrete sbizzarrirvi sia a scoprire gli anfratti dello scenario, cosa utile ai fini della classica raccolta di oggetti, sia lanciandovi a testa bassa nell’avventura principale; e non uso a caso il termine "principale" in questa sede, poiché Ubisoft ha dimostrato di tener conto delle principali critiche rivolte al primo AC, rimpolpando il comparto gameplay. In pratica si è scoperto che Ezio è il bisnonno di Niko Bellic; o meglio, Assassin’s Creed 2 è un antenato, storicamente parlando, di GTA IV. Pur con le differenze del caso, è questa l’impressione generale: AC2 è un universo complesso, con numerose missioni alternative, oggetti da collezionare, luoghi da scoprire e misteri da risolvere, tutti a ruotare intorno alla vicenda principale, abilmente incastonata nel dipanarsi di veri episodi della storia medioevale italiana. Se ci ho messo diverse righe per condensarlo, figuratevi quanto ci vorrà per giocarlo. Ezio spicca dunque il volo, verso la grandezza assoluta, incontestabile ma… ci sono alcuni "ma". È mia modesta opinione che, proprio come il parente più prossimo GTA, questo titolo possa finire con il risvegliare emozioni diverse in giocatori diversi. È innegabile a nostro avviso una certa lentezza di fondo, pur mitigata nelle fasi avanzate della vicenda principale da numerose missioni più concitate. È il titolo stesso che, muovendosi a passo d’uomo e strizzando fortemente l’occhio alla componente esplorativa, si espone alle critiche di giocatori il cui fine ultimo nella vita è accumulare kill o abbattere nemici: sicuramente occorre una più ampia disposizione d’animo, nell’approcciarsi ad Assassin’s Creed 2; occorre saper amare il tempo da dedicargli, per poterne essere ricambiati; niente emozioni facili, qui.

[img alt='Sorpresi? Al contrario del suo antenato Altair, Ezio è un nuotatore provetto.']/immagini/Giochi/category1878/picture109827.aspx[/img]

Essenzialmente sarà questa la discriminante tra chi amerà e chi detesterà Ezio, a prescindere dai difetti tecnici del gioco, poiché ve ne sono, per quanto trascurabili e veniali. L’entusiasmo per la grandezza dell’opera non mi ha messo i paraocchi, pertanto sono perfettamente in grado di segnalarvi i lati oscuri della forza. Tanto per cominciare, e sarà la prima cosa che noterete purtroppo, una certa carenza di dettaglio nei modelli poligonali dei personaggi in ambito cut-scenes; peraltro, ritengo che il mio giudizio possa essere alterato dalla bellezza dei fondali che, in pratica, fanno risaltare (senso negativo, stavolta) tutto quanto vi si sovrapponga. Resta comunque sicuro il fatto che, un po’ come Nostro Signore, Ubisoft, dopo aver costruito il creato, riposò il settimo giorno; in altre parole, tanto sbattimento per lo scenario da arrivare sfibrati al character design, che non è lo stato dell’arte. Un’altra piccola reprimenda per la gestione dei combattimenti, che forse avrebbe tratto giovamento da un’occhiata a titoli come Dinasty Warriors: è un po’ triste nelle mischie assistere alla sfilata di avversari che ci attaccano a turno, quasi avessero preso il numeretto. Questo non compromette però il bilanciamento globale degli scontri, alquanto soddisfacente, seppur penda lievemente in favore del devastante contrattacco, specie nei primi livelli.

Detto questo, l’elenco delle lagnanze potrebbe tranquillamente chiudersi, ma per dovere di cronaca citiamo altri bug minori, che si presentano sporadicamente: le problematiche della camera durante il combattimento, che raramente viene impallata da alberi od altre strutture, oppure la stessa camera che si blocca, zoomando sulle squadre di cortigiane appena assoldate mentre queste si danno da fare (mica scema la camera, però) costringendovi quindi a centrarla manualmente per vedere dove state andando. Oppure ancora la mediocre animazione dei personaggi quando si rapportano alle scale, che sembrano quasi sorvolare a lunghe falcate su un cuscino d’aria; per non dire delle rare occasioni in cui il combattimento si dipana su queste dannate scale, e si creano sfalsamenti tra le fazioni. Potrei chiudere la lista segnalando minimi episodi di tearing, in un comparto grafico altrimenti perfetto anche nel frame-rate, e lievi casi di pop-up delle texture. Dite che i difetti sono troppi? Giudicare questo gioco su tale conta sarebbe come valutare la Gioconda per il fatto che è lievemente strabica: un errore grossolano.

Potrei continuare a tessere le lodi di un prodotto che ti immerge in un altro mondo e ti fa perdere la cognizione del tempo, cullandoti con una colonna sonora evocativa, allietandoti con un doppiaggio all’altezza, mentre decidi a quale attività dedicarti nell’ampia scelta a disposizione. Potrei, ma non ho né voglia né tempo: devo tornare a giocare Assassin’s Creed 2.

Valutazione Generale

Presentazione: 9.2
L’introduzione la dice lunga sulla qualità di cosa ci aspetta. Leggermente farraginosi i pur esaustivi menù.

Grafica: 9.2
Qualche punto in meno per i problemi cui accennavamo nel corpo della recensione, ma a nostro modesto avviso AC2 raggiunge, laddove non sorpassa, i fasti dei titoli più acclamati; le sue eleganti tinte pastello meritano un posto nell’olimpo della grafica video ludica.

Sonoro: 9.5
La colonna sonora di Jesper Kyd potrebbe trovare collocazione autonoma nel mercato discografico; il doppiaggio per una volta ci sembra migliore di quello originale, pur infarcito di divertenti intermezzi in italiano. Uniche pecche l’assenza di intonazione dialettale che, seppur in minima parte, avrebbe ben figurato e alcune licenze nella stesura dei testi: dubitiamo infatti che ai tempi dei Medici si usassero espressioni come "fottiti" e "porca puttana", davvero fuori luogo;

Gameplay: 9.0
Di tutto e di più. Avevamo menzionato il mini-comparto finanziario per il restauro della villa-quartier generale? Per non parlare degli enigmi dei Glifi, che vi costringeranno a spremere le meningi, oltre che pigiar pulsanti, per scoprire squarci di verità sulla saga dell’assassino; il mio unico pensiero va a chi ha adorato AC, che potrebbe restare spiazzato dal nuovo corso, decisamente più arcade e meno stealth.

Longevità: 9.5
La storia principale ha una durata più che buona, ma è perdendosi nell’esplorazione, nelle missioni secondarie che si raggiunge l’eccellenza assoluta.

Multiplayer: ND
Non c’è e non se ne sente assolutamente la mancanza.

Voto complessivo: 9.3

Esistono solo tre schiere di videogiocatori cui non consigliamo Assassin’s Creed 2: quelli pazzi, quelli casual e quelli morti.

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