Recensione – Call of Juarez: Bound in Blood (Xbox 360)

di • 28 luglio 2009 • RecensioneCommenti (0)1059

Titolo: Call of Juarez: Bound in Blood
Genere: First Person Shooter
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Techland
Publisher: Ubisoft
Data d’uscita: 2 Luglio 2009

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The McCalls are Back! Anche se in realtà, data la natura di prequel di Call of Juarez: Bound in Blood, i fratelli Ray e Thomas non se ne sono mai andati veramente e i guai relativi al richiamo incessante dell’oro di Juarez sono tutt’altro che terminati.

Dopo l’uscita del primo Call of Juarez, gli sviluppatori di Techland hanno pensato bene di concentrarsi sul passato della famiglia McCall, svelando quelli che sono i misteri sul reverendo Ray e sul padre di Billy, protagonisti del primo acclamato capitolo della serie.
In Bound in Blood vivremo le avventure "giovanili" dei tre fratelli Ray, Thomas e William McCall che, dopo una fallimentare campagna con l’esercito confederato, si ritroveranno a seguire le tracce del tesoro di Montezuma, situato nei pressi della città di Juarez, con l’intento di ricostruire la villa di famiglia oramai distrutta dalla guerra e dall’avidità dei nemici nordisti.

Nonostante la trama inizialmente non sembri brillare per originalità, durante le circa otto ore di gioco avremo più volte modo di ricrederci in quanto la forte caratterizzazione dei personaggi principali fa da cardine a una storia che dischiuderà intrecci ben più ampi ed interessanti di quelle che sono le premesse iniziali. Le vicende del titolo portano i fratelli McCall a numerosi cambi ideologici e caratteriali che durante l’intera partita ci permetteranno di scoprire lati che non pensavamo si potessero manifestare. Sarà così che i protagonisti passeranno dall’essere degli eroi dagli scopi nobili a burberi antieroi senza scrupoli in cerca di oro e fortuna fra le lande desolate del Messico di fine ottocento, arrivando anche ad intervallare i loro aspetti buoni e cattivi in tempi così ristretti da trasmettere una certa confusione interiore e un carattere particolare che di certo non si addice al più classico dei sanguinari pistoleri da spaghetti western.
I tentennamenti, la confusione, la forza bruta e l’umanità si fonderanno perfettamente nel contesto narrativo, andando a mostrare le vicende in modo perfetto, coinvolgendo il giocatore senza troppi sforzi e instaurando un feeling unico col prodotto, rafforzato da una frequente e cinica comicità tipica dei blockbuster più famosi.

Il vero equilibrio dei due fratelli pistoleri lo si può ritrovare nel gameplay che, sin dall’inizio del primo livello, tenta di offrire delle meccaniche differenti dai titoli dello stesso genere, andando a inserire delle semplici ma efficaci innovazioni che aumenteranno giocabilità e longevità complessiva del titolo senza ulteriori pretese. Prima su tutte è la possibilità di utilizzare sia Ray che Thomas come personaggi giocabili, selezionando quello che preferiamo all’avvio di ogni missione attraverso la pressione del grilletto destro (Ray) e del grilletto sinistro (Thomas).

[img alt='Thomas è il più silenzioso dei due fratelli. Col suo lazo potrà raggiungere posti altrimenti inaccessibili.']/immagini/Giochi/category1883/picture101661.aspx[/img]

Nonostante le variazioni sul piano di gioco risultino ben poche, a seconda del protagonista che sceglieremo cambierà l’approccio base alle missioni; i caratteri contrastanti dei McCall prendono piede anche durante le battaglie e mentre Ray è uno spietato pistolero dal grilletto facile, Thomas preferirà un contatto più silenzioso e "laterale" tanto da costringervi ad utilizzare spesso coltelli da lancio e arco pur di passare inosservati. Qualsiasi sia il vostro stile di gioco, sappiate che in Call of Juarez avrete a disposizione anche altri due elementi utili a uscire tutti interi dalle polverose città del vecchio west. Techland ha ben pensato di implementare un sistema di copertura che vi permetta di tenere buona parte del corpo in salvo senza la pressione di ulteriori tasti. Ogni volta che vi avvicinerete ad un oggetto della mappa, l’intelligente sistema di copertura vi aggancerà automaticamente ad esso, permettendovi di tirare fuori la testa con il semplice movimento dello stick analogico destro. Questo espediente si è mostrato molto utile durante gli scontri in single player, poiché i nemici sono capaci di sputarvi contro un alto volume di fuoco, costringendovi a ricaricare la partita numerose volte in caso tentiate di buttarvi contro le loro armi come uno dei più classici Rambo da vecchio west.

[img alt='Ray e Thomas non giocano al fratello buono e quello cattivo ma gli eventi li porteranno a cambiare idea sulla situazione numerose volte.']/immagini/Giochi/category1883/picture101660.aspx[/img]

Altre gradevoli aggiunte al già ricco gameplay di Bound in Blood sono sicuramente i duelli e la modalità a tempo rallentato. Durante gli scontri a fuoco, dopo un certo numero di uccisioni, avremo la possibilità di attivare una sorta di bullet time che ci permetterà di rallentare il tempo e uccidere tutti i nemici visibili in due modalità differenti a seconda del personaggio scelto all’inizio della missione. Mentre Ray potrà decidere dove sparare ai nemici con le sue fide sei colpi, Thomas utilizzerà il cane della pistola così velocemente da farla sembrare una gatling, uccidendo tutti gli avversari in pochi secondi.

Come già accennato sopra, in Call of Juarez dovrete anche combattere classici duelli da mezzogiorno di fuoco che sostituiscono brillantemente le più classiche boss fight presenti in ogni FPS. In particolari momenti delle vostre missioni vi ritroverete faccia a faccia con un nemico "importante" che vi chiederà di risolvere la situazione come due veri pistoleri; proprio in quel momentom la telecamera si sposterà dietro la fondina del vostro personaggio e lo scontro avrà inizio. Tutto ciò che dovrete fare sarà estrarre la pistola in tempo e sparare prima del vostro avversario: per farlo, dovrete tenere la mano il più vicino possibile alla pistola e il nemico al centro del vostro campo visivo, gestendo questi due elementi con gli stick analogici. Il realismo dei duelli è altissimo e in questi istanti così particolari il gioco offre scene pregne di suspence e ansia che invaderanno i vostri corpi con un flusso continuo, quasi costringendo il giocatore a immedesimarsi e a concentrarsi al limite pur di non sbagliare il colpo.

A coronare il quadro di un gameplay quasi perfetto vi è sicuramente l’IA dei nemici che, pur soffrendo di difetti quasi "tipici" di produzioni di questo calibro, si mostra superiore alla media e offre un grado di sfida elevato anche ai livelli di difficoltà più bassi. Gli avversari sapranno sfruttare tutte le coperture disponibili nell’ambiente e, qualora riusciste a metterli con le spalle al muro, vi spareranno contro con tutto ciò che hanno, comprese cariche di dinamite in quantità industriali. La loro coordinazione fa si che mettano in atto delle efficaci tecniche di aggiramento e sarete costretti a guardarvi intorno costantemente pur di evitare il peggio. Dall’altro lato della medaglia, però, troviamo bug che in alcune sezioni minano la credibilità dei nemici esponendoli a rischi inutili. Di tanto in tanto, noteremo che alcuni avversari prenderanno la decisione di avanzare contro i nostri fucili a viso aperto o, ancor peggio, non sfrutteranno le coperture a dovere, diventando poco più che bersagli in movimento semplici da eliminare.

Per quel che riguarda l’aspetto tecnico, Call of Juarez: Bound in Blood vanta uno dei motori grafici migliori del mercato videoludico capace, senza troppi complimenti, di competere a viso aperto con produzioni del calibro di Crysis. Le ambientazioni polverose e i territori aridi, tipici degli anni del vecchio west, sono rese magistralmente dal Chrome Engine 4 proprietario di Techland. La natura sandbox di alcune location permette un alto grado di esplorazione dei livelli e, di conseguenza, un dettaglio grafico molto alto con una resa delle texture eccellente nel 99% dei casi.

[img alt='La missione principale vi porterà ad esplorare numerose ambientazioni tutte ottimamente realizzate.']/immagini/Giochi/category1883/picture101659.aspx[/img]

Effetti atmosferici come la pioggia sono spinti al massimo e donano un realismo più unico che raro alle desertiche sezioni nel quale si svolgerà la trama. L’enorme profondità di campo sarà inoltre capace di lasciarvi a bocca aperta più di una volta e l’engine saprà creare ambientazioni così vaste che si è vista necessaria l’implementazione di un mezzo di trasporto come il cavallo per facilitare i viaggi in alcune parti del gioco.

Il comparto audio riproduce fedelmente suoni ambientali e spari, contribuendo a una maggiore contestualizzazione delle ambientazioni e ad un’immedesimazione migliore del giocatore. Le musiche sono di chiara ispirazione a quelle del famoso Ennio Morricone e riescono a legarsi molto bene con la grande varietà di situazioni che il prodotto propone durante l’evolversi della trama. Unica nota dolente risulta essere il doppiaggio italiano che in alcune situazioni sembra quasi privo di espressività, stridendo col resto del titolo così sapientemente realizzato in ogni suo particolare.

Un’ultima menzione va dedicata al multiplayer che dimostra di non essere una semplice aggiunta commerciale come accade spesso in questi casi. Le sfide online garantiscono numerose ore di divertimento aggiuntivo, con modalità innovative e davvero interessanti. Quasi tutte le sfide risultano essere una riedizione corretta e adattata dei più classici deathmatch e cattura la bandiera mentre troviamo anche aggiunte interessanti come la modalità "Leggende del West" che permetterà a due squadre, Guardie e ladri, di riscrivere eventi della storia dei western come l’OK Corral e altri. Mentre le guardie dovranno difendere la città, i ladri dovranno far esplodere punti sensibili in modo da saccheggiare le zone calde del centro abitato e fuggire vittoriosi dalle proprie scorribande. Segnaliamo purtroppo come negativa la mancanza di una modalità cooperativa che, si spera, venga implementata coi prossimi DLC già annunciati da Techland.

In via definitiva, Call of Juarez: Bound in Blood riesce nell’intento di aggiornare tecnicamente e caratterialmente il già ottimo primo capitolo della serie, offrendo un gameplay innovativo con elementi tutt’ora sconosciuti a produzioni di calibro ben maggiore. Dialoghi, duelli, sparatorie e scorribande in perfetto stile spaghetti western si fondono a un motore grafico di rara bellezza, creando un’atmosfera nella quale sarà dura non immedesimarsi. Vi assicuriamo che dopo aver completato la campagna, della durata media di circa 7 ore, vorrete immediatamente giocare un sequel o, eventualmente, gettarvi nell’ottimo comparto multiplayer che garantisce un buon numero di ore aggiuntive.

Valutazione Generale

Presentazione: 9
Con una trama coinvolgente e una caratterizzazione dei personaggi forte e ben contestualizzata, Call of juarez: Bound in Blood vi farà letteralmente innamorare del vecchio west.

Grafica: 9
Il Chrome Engine 4 svolge il suo dovere alla perfezione ed è secondo solo a Crysis per definizione delle texture, mole poligonale e pulizia dell’immagine. Assolutamente uno dei motori grafici migliori al momento.

Gameplay: 8
Semplici ed interessanti innovazioni come i duelli e il sistema di copertura intelligente riescono nello scopo di rinverdire il genere degli FPS.

Sonoro: 8
Musiche chiaramente ispirate ai classici di Ennio Morricone e suoni campionati fedelmente aiutano il titolo a creare un’ambientazione unica e nuova per il mondo dei videogames. Peccato per il doppiaggio in italiano che supera appena la sufficienza.

Longevità: 8
La campagna principale dura circa 7 ore che diventano 10 al massimo grado di difficolta. Il multiplayer e i numerosi extra contribuiranno ad aggiungere numerose ore di divertimento.

Multiplayer: 8
Poche modalità ma veramente innovative garantiranno un divertimento fresco per il genere. Improvvisarvi banditi sarà bellissimo. Peccato per la mancanza di una modalità coop a due giocatori.

Voto complessivo: 9

Bound in Blood è uno sparatutto come non se ne vedevano da tempo sul mercato. Una storia avvincente e una contestualizzazione perfetta delle ambientazioni garantiscono un’esperienza di gioco unica che non dimenticherete con facilità. Se siete amanti del vecchio west non potete lasciarvelo sfuggire e se non lo siete… non è mai troppo tardi per cominciare.

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