Recensione – Stormrise (Xbox 360)

di • 27 maggio 2009 • RecensioneCommenti (0)808

Titolo: Stormrise
Genere: Strategico in tempo reale
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Creative Assembly Australia
Publisher: Sega
Data di uscita: 27 Marzo 2009

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Avete presente quando fate qualcosa, ma lo fate senza troppa convinzione, in maniera distratta e confusa? Ecco, giocando a Stormrise si ha proprio l’impressione che il team di sviluppo, Creative Assembly, non abbia creduto fino in fondo alle buone premesse che questo gioco portava con sé.
Ogni cosa in Stormrise sembra lasciata a metà, portata a termine solo in maniera abbozzata. E dire che l’attesa per questo titolo era molto alta, visto che i suddetti sviluppatori sono responsabili tra l’altro della serie Total War, che è un punto fermo nel campo della strategia videoulica.

Partiamo dalla storia, che sebbene sia abbastanza godibile nel corso del prosieguo del gioco, viene introdotta da un filmato in computer grafica confuso, dove si fatica a capire il perché degli eventi. Anticipiamo solo che siamo gli ennesimi sopravvissuti all’orrore di una guerra su scala mondiale e che per sopravvivere siamo stati costretti a rinchiuderci in un bozzolo criogenico, solo per scoprire al nostro risveglio che le cose erano peggiorate… Una nuova razza ostile ha preso il controllo del pianeta e l’unico modo per sopravvivere è tornare a combattere.

Ma sicuramente non è per la storia che questo Stormrise voleva passare agli onori della cronaca, bensì per il sistema di controllo, unico aspetto rivoluzionario del gioco, purtroppo anch’esso destinato a frustrarvi non poco nel corso dell’avventura. Infatti i programmatori hanno deciso di sovvertire quanto offerto finora dagli altri strategici in tempo reale su console, ideando un sistema di controllo che affida alla levetta analogica destra il compito di selezione delle truppe su schermo.

[img alt='Soldati. Controllarne un numero elevato appare quasi impossibile, a causa di un sistema di controllo impreciso.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1797/picture82045.aspx[/img]

In sostanza, il tocco della levetta attiva un puntatore, come un raggio laser, che parte dall’unità attualmente selezionata e attiva al proprio passaggio le altre unità, ovunque si trovino sulla mappa. Basta quindi rilasciare la levetta una volta che si è evidenziata l’unità desiderata e questa diviene attiva. Ora, se questo sistema risulta intuitivo e gestibile nelle prime fasi di gioco, con poche unità controllabili su schermo, procedendo per i livelli, quando diventa necessario che le scelte sul campo siano rapide e precise, iniziano i problemi. Più di una volta vi capiterà di selezionare per sbaglio un’unità. Peccato perché, se integrato a dovere, questo sistema poteva essere davvero efficace. Se a questo aggiungete la scelta dei Creative Assembly di adottare una visuale in terza persona ancorata all’unità attualmente selezionata, allora capite bene che avere una visione d’insieme del campo di battaglia e di ciò che succede attorno a noi diventa quantomeno complicato.
Nemmeno la visuale olografica tridimensionale richiamabile con il tasto "Back" viene in nostro aiuto. Infatti, anche se questa mappa ci offre una finestra estesa a tutta l’area di gioco, è altrettanto vero che non è possibile controllare le nostre truppe da questa visuale, cosa che crediamo avrebbe aiutato particolarmente i giocatori nella gestione del proprio esercito.

Occupiamoci adesso – ahinoi – del vero tasto dolente di tutto il gioco, cioè il comparto tecnico. Fosse stato un gioco per la prima Xbox allora saremmo stati nella media, ma su Xbox 360 il nostro occhio impietoso non può proprio chiudersi. Non riusciamo infatti a trovare nessuna giustificazione per lo scempio grafico perpretrato da Stormrise. Se da un lato abbiamo dei modelli poligonali abbastanza ispirati, dall’altro la loro realizzazione, dal numero di poligoni alla qualità delle texture, è ridicola. Altrettanto dicasi per i movimenti delle unità su schermo, sempre troppo semplificati e con una gestione della fisica a livello elementare. L’unico aspetto grafico che si distingue dal resto è la realizzazione delle ambientazioni, che la maggior parte delle volte è di buona fattura. Niente che faccia gridare al miracolo comunque.

[img alt='La grafica risulta inferiore agli attuali standard settati da Halo Wars.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1797/picture82046.aspx[/img]

Il comparto sonoro, purtroppo, risente della stessa approssimazione riservata al resto del gioco. Avremo quindi colonne sonore anonime ed effetti poco incisivi, per non parlare del doppiaggio, a livelli davvero scadenti, con voci vuote e senza ombra di pathos. Non aumenta la qualità del gioco ma piuttosto la sua longevità totale la presenza di una sezione multiplayer fino a otto giocatori su Xbox Live, che risente naturalmente delle stesse limitazioni della campagna in singolo. Quest’ultima è comunque abbastanza lunga, nella media per il genere. Inoltre, per conseguire tutti gli obbiettivi presenti- che coinvolgono sia le partite online che la campagna principale – dovrete sudare non poco.

Che dire, insomma? Sarebbe curioso sapere il perché di alcune scelte poco felici fatte in sede di realizzazione. Ma avrete sicuramente capito che, se cercate la qualità in uno strategico, potete far finta che questo gioco non sia mai uscito. Creative Assembly, ritenta: sarai più fortunata.

Valutazione Generale

Presentazione: 5
Confusa e inconcludente, l’intro vi lascerà spaesati.

Grafica: 3
Quanto di più brutto si può trovare su Xbox 360. Peccato perché i modelli di alcune unità sono ispirati.

Gameplay: 4
Dopo i primi livelli il turpiloquio sarà vostro compagno d’avventure. Esasperante.

Sonoro: 3
Doppiaggio poco convincente, musiche anonime ed effetti dozzinali. Cosa si può volere di più?

Longevità: 6
La longevità è oggettivamente su livelli sufficienti, ma vi stancherete di giocare per ben altri motivi.

Multiplayer: 6
Purtroppo il multiplayer risente di tutti i difetti della campagna in singolo.

Voto Complessivo: 4.5

Un vero buco nell’acqua da parte di Creative Assembly e Sega, che presentano un gioco assolutamente non paragonabile agli odierni standard qualitativi.

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