Xbox

Xbox: realistica, preoccupante, eccitante

di • 20 novembre 2012 • Videogames, inc.Commenti (0)965

L’ultimo rumor sull’erede di Xbox 360, semplicemente Xbox come dicono i ben informati, ha del realistico, del preoccupante e dell’eccitante. Indica, insomma, tutte strade che identifico con una certa facilità nel modus operandi di Microsoft, e cioè nel prendere qualcosa di esistente, potenziarlo (ma non all’inverosimile, quella è Samsung) e darle un tocco di americana genialità.

Nel caso ve la foste persa, la nostra news sulla voce di corridoio messa in circolazione dalla rivista Xbox World parla chiaro: la prossima console del gigante di Redmond avrà 8GB di RAM e una CPU da cinque core (ciascuno con altrettante unità logiche), una versione potenziata e integrata di Kinect, un supporto ottico per Blu-ray e addirittura occhiali per la realtà aumentata.

Cosa c’è di realistico in tutto questo?

Ci sono l’inclusione del lettore Blu-ray e l’integrazione con Kinect. Per quanto possa stupire in un primo momento, sembrare quasi innaturale, la combinazione Xbox – Blu-ray è destinata a compiersi: quello imposto da Sony è ormai uno standard e, per quanto si sia affermato a discapito dell’HD DVD, Microsoft non l’ha mai attaccato apertamente; non avrebbe pertanto motivi a chiudere ideologicamente a questo tipo di soluzione, e sbaglierebbe ad averceli. Capitolo Kinect: le vendite sono andate bene come previsto e, nonostante una ludoteca che grida al fallimento, la periferica addetta al motion gaming si è guadagnata non solo la conferma ma anche la promozione. Vederla parte della prossima piattaforma non sorprenderebbe davvero nessuno e sarebbe bello, anzi, assistere finalmente al suo svezzamento, a un conseguente rapporto più maturo col mondo dei videogiochi già esistente. Vorrei, insomma, che l’apparecchio e le sue funzionalità si calassero nel contesto videoludico attuale, senza necessariamente tentare di stravolgerlo.

Cosa c’è di preoccupante?

Le specifiche tecniche sono eccessivamente alte per una console che dovrà costare al massimo €400. Le soluzioni sono due: o il rumor è nel suo complesso un’accozzaglia di ipotesi più o meno credibili, e dunque Xbox World ha giocato al rialzo, oppure la console non rientrerà nella fascia di prezzo che ho auspicato quassù. Naturalmente mi auguro che la risposta giusta sia la prima: a costo di sembrare anti-tecnologico e anti-evoluzionista (passatemi il termine) non riesco a pensare alla prossima Xbox come a un marchingegno infernale che tutto vuole e può fare; come a una macchina pensata per essere troppo longeva; come a una piattaforma che, insomma, vuole mettersi in competizione con il mondo PC. Sarebbe stupido farlo e in tale direzione è da apprezzare, oggi ancora di più, l’approccio di Nintendo, che tira sempre dritta per la sua strada trovando spesso il colpo di genio e talvolta il flop commerciale.

Cosa c’è di eccitante?

Ad eccitarmi è proprio l’approccio à la Nintendo che Microsoft, stando ancora al nostro blowout di informazioni, sta mettendo in piedi con la nuova console. Si parla non a caso di “controller innovativo” all’infuori di Kinect e di occhiali per la realtà aumentata da commercializzare in un momento successivo al day one. Quanto all’AR, la vedo come un paracadute in stile 3D: i creatori di Windows potrebbero alludervi, far capire di essere pronti a supportare la tecnologia com’è già successo con il tridimensionale, ma scendere in campo solo se attaccati frontalmente. La situazione del controller aggiuntivo è invece molto diversa e richiede un intervento più deciso, sia in risposta al GamePad del Wii U che al dilagante mercato dei tablet. Se SmartGlass è una risposta raffazzonata, con feature (per ora) poco supportate anche da diversi titoli first-party, l’implementazione di qualche fantasioso device riaccenderebbe la passione dei fan e darebbe un segnale chiaro a chi si aspetta novità soprattutto concettuali dalla next-gen. Tra questi figuro anch’io.

Un’ultima battuta sul nome Xbox. Dare questo nome alla console significherebbe stringere la mano ad Apple e complimentarsi con lei per le varie trovate sull’iPad, che dopo anni e anni di uscite continua a chiamarsi nello stesso modo. Una strategia che, al giorno d’oggi, con un mercato aperto anche a persone che in sostanza non capiscono un bel nulla di hi-tech e che dunque hanno bisogno di essere fidelizzate, potrebbe avere il suo perché. Andrebbe giustificato in termini pratici il passo indietro rispetto al totalizzante “360” dell’attuale generazione, ma non credo sia qualcosa che un buon ufficio di marketing non possa risolvere e pure in tempi brevi.

Tirando le somme, il rumor in questione appare credibile per metà: sì a Kinect 2.0, al controller innovativo, al Blu-ray, alla realtà aumentata e al nome; no alle specifiche tecniche che, oltre a restituirci un prodotto dall’elevato costo finale, suggeriscono l’intenzione di replicare la longevità francamente immotivata (sono per il breve ma intenso) della current-gen.

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