Recensione – Viking: Battle For Asgard (Xbox 360)

di • 8 maggio 2008 • RecensioneCommenti (0)1020

Titolo: Viking: Battle For Asgard
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Creative Assembly
Publisher: SEGA
Data di uscita: 28 Marzo 2008

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I vichinghi, popolo di origine normanna che abitò le regioni scandinave dal 700 d.C. al 1000 d.C. circa, sono figure ampiamente radicate nell’immaginario collettivo; a loro sono stati spesso dedicati libri, film e videogiochi, ultimo dei quali questo Viking: Battle For Asgard di cui ci accingiamo a sviscerare pregi e lacune. Purtroppo, come vedremo, queste ultime non saranno poche, però, tutto sommato, non pesano a tal punto da rendere il titolo poco godibile.

[img alt='La perfida Hel']/immagini/Giochi/category1716/picture72061.aspx[/img]

La mitologia norrena è il motivo trainante tutto il gioco.
Nei panni del prode Skarin, giovane vichingo ferito a morte e riportato a nuova vita dalla dea Freya – moglie di Odino – che lo eleva a suo campione, si avrà il compito di strappare Midgard (la terra degli uomini) dalle grinfie della dea Hel – figlia del dio Loki – regina del Niphleim, gli inferi della mitologia nordica. Qui giacciono i morti che non sono meritevoli del Valhalla, il paradisiaco palazzo in cui risiedono i guerrieri deceduti gloriosamente in battaglia, che è invece sito ad Asgard, dimora degli dei.

Hel, per vendicarsi del torto, subito da Odino, di essere stata relegata agli inferi, ha invaso la terra con le sue legioni di guerrieri non morti e medita di scatenare il Ragnarok, la battaglia finale che decreterà la fine del mondo.
Il compito di fermare tutto ciò è fin troppo gravoso per le spalle di un solo guerriero, sebbene valoroso e possente come il nostro Skarin; il protagonista dovrà dunque ricercare l’aiuto di altri prodi clan vichinghi, liberandoli dal giogo della Legione, e recuperare alcune pietre runiche che gli permetteranno di evocare l’ausilio degli antichi draghi.

Il gioco si sviluppa su tre isole (di dimensioni crescenti) che andranno progressivamente liberate dal dominio dei servi di Hel. Ognuna di queste è interamente e liberamente percorribile (tranne alcune zone montuose, purtroppo), e ospita numerose locazioni, più o meno importanti ai fini della trama, che non sempre vengono mostrate sulla mappa, e che andranno quindi scoperte con l’esplorazione.
Il gameplay, ben bilanciato nella sua crescita costante della curva di difficoltà, risulta essere piuttosto vario pur nella sua ciclica ripetitività e nella sua forte connotazione hack ‘n’ slash.
Il combattimento, infatti è uno degli aspetti meglio riusciti del gioco e risulta essere al contempo facile da gestire e ricco di combo, parate, schivate e mosse speciali. Degne di nota le mosse fatality, ricche di mutilazioni e decapitazioni, si potranno effettuare una volta resi inermi gli avversari.

[img alt='Pelo e contropelo' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1716/picture70644.aspx[/img]

Se tutto ciò non fosse sufficiente a soddisfare il bisogno di massacro dei giocatori, è possibile munire le armi del protagonista (una spada e un’ascia) di alcune rune che porranno su di esse il potere degli elementi: fuoco, ghiaccio ed elettricità che aumenteranno di gran lunga il potenziale distruttivo di Skarin. A ogni uccisione gli avversari rilasceranno delle sfere di energia rossa che, una volta assimilate, faranno aumentare una barra che a seconda del suo riempimento decreterà la durata del potere elementale evocato.
Un aspetto in un primo momento interessante, ma alla lunga ripetitivo, sempre uguale a se stesso, è dato dalla lotta contro i campioni della Legione o i giganti. Costoro, infatti, prima andranno fiaccati con il sistema canonico di combattimento, per poi essere terminati con la tempistica pressione della sequenza di tasti che appariranno a schermo. Ovviamente, visivamente, avremo una sorta di epica cut-scene interattiva che mostrerà una spettacolare, quanto violenta morte del malcapitato.

Il prodotto Creative Assembly vede per la maggior parte del tempo il girovagare solitario del protagonista, attraverso la mappa dell’isola, alla ricerca di nemici da sconfiggere e di luoghi di interesse, come caratteristica principale della giocabilità.
Una volta raggiunta una particolare locazione attraverso la fase esplorativa (alla lunga un po’ monotona, visto che le isole non brulicano certo di vita), questa andrà ripulita, attraverso il combattimento, da tutti gli avversari presenti, in modo da poter liberare il clan vichingo ivi imprigionato che andrà dunque a unirsi alla causa di Skarin e ad aggiungersi alle fila del suo esercito.

[img alt='I giganti sono davvero... Giganti!']/immagini/Giochi/category1716/picture70641.aspx[/img]

La liberazione di alcune di esse (la fattoria, la cava, ecc,), farà sì che siano disponibili alcuni oggetti piuttosto utili (come le pozioni guaritrici e i vasi di fuoco) presso il negoziante dell’accampamento principale, o saranno il pretesto per l’assegnazione di alcune particolari missioni che andranno compiute per conto dei png, prima di poterli considerare parti integranti dell’armata. Proseguendo con il gioco, per giunta, alcuni di questi luoghi, dovranno essere affrontati in maniera decisamente più furtiva, dando adito a vere e proprie missioni stealth, poiché un attacco frontale non farebbe altro che decretare la morte del protagonista, visto l’elevato numero di nemici presenti.
Inoltre, la maggior parte delle locazioni sono fondamentali per il raggiungimento di alcuni prerequisiti obbligatori (ad esempio l’evocazione dei draghi, il cui aiuto sarà indispensabile) per poter affrontare la battaglia campale che vedrà contrapporsi l’esercito della Legione a quello del protagonista; in palio vi è l’ottenimento di quelli che sono considerati dei punti chiave per il dominio dell’isola (due per ognuna, uno a metà circa dell’esperienza di gioco e uno al termine della mappa, indispensabile per proseguire all’isola successiva).

Ecco entrare quindi in gioco un ulteriore aspetto del gameplay: le battaglie di massa.
In questi momenti Skarin sarà spalleggiato da tutti i vichinghi liberati in precedenza e dovrà affrontare interi eserciti di avversari. Il sistema di combattimento rimarrà invariato e, a differenza di titoli assimilabili al genere Dynasty Warriors, non si falceranno decine di nemici con un colpo di spada, ma il terreno andrà conquistato palmo a palmo per giungere a quelli che di volta in volta saranno gli obiettivi da compiere durante la contesa (nel 90% dei casi, eliminare gli sciamani avversari che continuano a evocare truppe).

[img alt='Ah, i draghi! Come potremmo fare senza di loro?']/immagini/Giochi/category1716/picture72060.aspx[/img]

È in questi casi, quindi, che l’aiuto dei draghi sarà fondamentale. Sconfiggendo i campioni della Legione, i giganti e gli sciamani, infatti, si guadagneranno alcune gemme che permetteranno di assegnare degli ordini ai rettili alati, che potranno così riversare fiumi di fuoco su intere truppe di arcieri o incenerire direttamente gli sciamani restanti, agevolando non di poco il compito del protagonista.

La giocabilità, come abbiamo visto, risulta quindi piuttosto varia, anche se pecca di monotonia.
Le situazioni, seppur sufficientemente differenti tra loro, si ripeteranno in modo fin troppo ciclico e scontato, dando sempre una sensazione di "già visto e già fatto poco fa".
Vero è che il titolo ha comunque un suo fascino e riuscirà a divertire e tenere incollato l’utente che molto spesso si sorprenderà a dirsi in continuazione "… ancora 10 minuti, finisco questo e poi smetto…"

E’ dal punto di vista tecnico però che le cose si fanno più amare.
L’IA degli avversari (soprattutto di giganti e campioni) non è certo estremamente brillante, ma riesce a svolgere il suo sporco lavoro, se non fosse che in alcuni momenti avremo nemici incastrati tra gli edifici e alcuni evidenti e fastidiosi errori di eccessivo script. Per portare un esempio, potrà capitare che, nella liberazione di un villaggio, si riesca a far uscire il campione della Legione e a sconfiggerlo fuori dalle mura; ma siccome una simile eventualità non era stata evidentemente prevista, la cut-scene interattiva dell’esecuzione del losco figuro si svolgerà, come per magia, all’interno del villaggio stesso e lì poi ci si ritroverà dopo la sua morte.

[img alt='Graficamente il titolo ha le carte in regola' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1716/picture70120.aspx[/img]

Graficamente il prodotto si presenta piuttosto bene, con un design azzeccato delle strutture, del personaggio principiale e degli avversari; i buoni effetti di luce in tempo reale, gli scorci di panorama a volte mozzafiato, e le più che gradevoli animazioni concorrono allo scopo di colpire positivamente il giocatore. L’evidente passaggio estetico delle locazioni dall’essere sotto il dominio di Hel all’essere liberate da Skarin è notevole e ben figura. Le cut scene durante le battaglie campali, inoltre, riescono ottimamente a restituire l’impressione epica di cui il titolo vuole fregiarsi, che va altrimenti scemando nel resto del gioco.
Purtroppo però anche nel comparto grafico non mancano i difetti.
La prima cosa che colpisce lo sguardo è la palese mancanza di varietà tra i membri del popolo vichingo che risultano tutti identici tra loro, cosa che accentua il senso di monotonia del gioco.
Compenetrazione tra i corpi, occasionali cali di frame rate, alcuni "sfasamenti" nelle animazioni relative alle fatality (le armi del protagonista staccano gli arti dei nemici anche a qualche spanna di distanza) e una gestione della telecamera non sempre ottimale completano il quadro.

Il comparto audio è il vero tallone d’Achille di questo Viking: Battle For Asgard.
Per carità, le musiche presenti durante le battaglie sono molto epiche ed evocative, così come buoni sono gli effetti sonori relativi a smembramenti e combattimenti.
Peccato che tutto si fermi a ciò. Durante la fase esplorativa, infatti, non vi è alcuna musica ad allietare il giocatore e la pressoché totale assenza di suoni ambientali (davvero rarissimi) aumenta il senso di monotonia e di certo non aiuta il coinvolgimento. Il parlato in italiano, infine, oscilla tra il più che discreto e il ridicolo.

Concludendo, Viking: Battle For Asgard, risulta essere un prodotto discreto, che coniuga un gameplay sufficientemente variegato con una realizzazione tecnica altalenante.
Sicuramente divertente è uno di quei giochi che si vogliono portare a termine a tutti i costi, nonostante gli evidenti difetti.
A causa della scarsa rigiocabilità è consigliato, a prezzo pieno, solo agli amanti del genere, per tutti gli altri può essere una valida scelta di "usato sicuro".

Valutazione Generale

Presentazione: 6.5
Menù essenziali ma immediati e accessibili. Più che discreta l’aria epica che si respira in tutto il gioco, benché la sceneggiatura non sia poi così profonda.

Gameplay: 7
Alternando fasi esplorative in ambiente free roaming, combattimenti con più nemici, missioni stealth e battaglie campali, unitamente a un sistema di combattimento semplice ma al contempo soddisfacente, la giocabilità si attesta su buoni livelli.

Grafica: 7
Visivamente il gioco è più che godibile, con buone animazioni e cut scene pregevoli, peccato soffra di fenomeni di pop up, cali di frame rate e di nessuna varietà tra i personaggi non giocanti.

Sonoro: 5
La colonna sonora, tutto sommato gradevole, si fa sentire solo in casi sporadici, i suoni ambientali sono pressoché inesistenti e il doppiaggio in italiano è altalenante nella sua qualità.

Longevità: 6.5
Il gioco è terminabile in una decina di ore e non lascia molto spazio alla rigiocabilità.

Multiplayer Factor: N.D.
Non è presente alcuna modalità multiplayer

Voto complessivo: 7

Viking: Battle for Asgard, è un gioco che, nonostante i numerosi difetti, riesce a coinvolgere e a regalare un congruo numero di ore di sano divertimento. Consigliato a tutti gli amanti del fantasy e degli hack ‘n’ slash.

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