Titolo: The Club
Genere: TPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Bizarre Creations
Publisher: Sega
Data di uscita: 8 Febbraio 2008
Abbandonato l’asfalto delle strade delle più grandi città del mondo e le lucenti carrozzerie di bolidi da capogiro, Bizarre Creations cambia decisamente genere e torna sulle nostre console con uno sparatutto in terza persona "multiplayer oriented": il risultato è un prodotto discreto ma che non convince pienamente… non sarebbe meglio continuare a occuparsi di gare automobilistiche?
Benvenuti nel club!
La sceneggiatura, in The Club, è qualcosa che coinvolge poco o niente, ma d’altro canto non è difficile intuirne il perchè: il nuovo titolo Bizzarre Creations non è altro che un ibrido, una sorta di incrocio fra un TPS vero e proprio, un gioco di corse e un picchiaduro. A livello puramente illustrativo si può riassumere il tutto dicendo che nel mondo di gioco esiste un’organizzazione dal potere e dalle risorse apparentemente illimitate; questo Club non fa altro che comprare locazioni in tutto il globo per poi farci combattere a mano armata i propri uomini, in una lotta all’ultimo sangue.
[img alt='Uno scontro a fuoco decisamente ravvicinato!' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1321/picture53520.aspx[/img]
La caratterizzazione dei personaggi giocabili, che nell’insieme sono otto, non è il massimo, spesso sembra di impersonare un perfetto manichino stereotipato all’estremo, il cui legame con il giocatore non va oltre a un percorso dove gli ostacoli sono rappresentati da qualche nemico ansioso di farsi trafiggere dal del bel piombo rovente, rendendo pressoché nulla l’immedesimazione. A poco serve in tal senso la simpatica scenetta animata, che fondamentalmente farà da epilogo alle vicende, visionabile una volta terminato il torneo con il personaggio scelto. Ogni personaggio avrà infatti una sua storia di background, affidandosi a tecniche narrative simili a quelle utilizzate in altri giochi, come ad esempio Tekken. In realtà il tutto poteva essere confezionato meglio: a prescindere dalla storia e dalla caratterizzazione dei personaggi, ciò che più rovina l’atmosfera sono le differenze minime fra di essi, cosa che non invoglia particolarmente a concludere il gioco più volte, utlizzandoli tutti, solo per conoscerne le sorti. Sotto questo profilo è innegabile che Bizarre Creations si sia sforzata di rendere un po’ varia la salsa, contrapponendo al lento Dragov, uno dei criminali russi più ricercati, il velocissimo e agilissimo giapponese Kuro, oppure al resistente Finn, giocatore d’azzardo fin troppo convinto della sua buona stella, il fragile ma letale Nemo.
Ciò non basta a compensare gli errori di questa capacissima software house britannica, la quale si è trovata a lottare per un posto di rilievo in un genere che evidentemente non le appartiene, e soprattutto piuttosto "sovraffolato", quale quello degli sparatutto, al cui interno la concorrenza è veramente spietata, specie su Xbox 360.
Ma dove #%*¿$ dovrei andare?
Tralasciando francesismi poco eleganti e ortodossi, la domanda che più vi porrete giocando a The Club è proprio questa. Le ambientazioni sono piuttosto varie, seppure manchino anch’esse di un certo carisma, ma l’assenza di una segnaletica funzionale, sia essa verticale o orizzontale, costituisce il difetto più grande del gioco. Proprio per questo sarà necessario memorizzare tutti i percorsi che bisognerà affrontare in ogni prova. A tal fine, giocare alle difficoltà più abbordabili diverrà un utile strumento, se non una necessità, per giungere poi a concludere il gioco in "folle". Sostanzialmente la modalità single player consta di otto mappe, nelle quali il giocatore deve superare ben sei prove piuttosto diversificate: andare dal punto A al punto B senza morire, compiere tre giri della mappa raccogliendo i vari bonus che allungheranno il tempo a disposizione, resistere contro le orde di nemici che si scaglieranno sul personaggio, e così via. La meccanica di fondo, assimilabile a un gioco di guida è palese e di certo Bizarre Creations non lo nasconde, ma lo asserisce apertamente.
Un pizzico di arcade, qualche grammo di high-score, acc… la giocabilità è quasi finita!
La struttura di The Club è piuttosto innovativa, se non altro cerca di portare una ventata d’aria fresca a un genere che ben poco ancora ha da offrire. L’aria di arcade che si respira è innegabile, ma le penne di Bizzarre devono essere finite nel momento in cui gli sviluppatori si accingevano a riscrivere la giocabilità di una volta. Che dire allora della gestione delle telecamere? Niente di buono, dato che spesso e volentieri si verrà crivellati solo perchè la direzione presa non è quella giusta. Non bisogna azzardarsi a fare paragoni troppo avventati poi, specie se entriamo in campo TPS: Gears of War, si può odiare o si può amare, ma è innegabile che è alla cura del gameplay che deve la sua estrema longevità, specie in rete. La possibilità di ripararsi e coprirsi non è invece contemplata in questo videogioco, che d’altra parte vuole differenziarsi dalla produzione di Epic, anteponendo all’ormai classico copriti-spara-copriti-spara, un discutibile corri-come-un-forsennato-cercando-di-uccidere-il-maggior-numero-di-nemici-colpendoli-alla-testa-ed-eseguendo-capriole-a-go-go. [img alt='Dà sempre una certa soddisfazione eliminare qualcuno con un lanciarazzi...' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1321/picture53517.aspx[/img]
Il punteggio, visualizzabile in ogni momento in alto a destra, dipende in sostanza da pochi fattori: in primis è opportuno cercare di uccidere quanti più rivali con un colpo alla testa oppure di sponda, poi sarebbe necessario eseguire ogni uccisione con un po’ di stile, realizzando capriole, inversioni di 180°, e altre mosse spettacolari. Essenziale, ai fini dei punti, è la barra di moltiplicazione del punteggio: ad ogni uccisione essa aumenterà, ma se perdiamo tempo fra un’uccisione e l’altra – magari perchè non troviamo la strada giusta – non tarderà ad azzerarsi. Per evitare ciò, gli sviluppatori hanno optato di inserire, all’interno di ogni eventuale "punto morto", delle insegne con dei teschi, affinché, distruggendole, il giocatore possa avere del tempo extra per raggiungere i prossimi nemici. Il gioco non lascia dunque un attimo di respiro, ma purtroppo ciò non basta a renderlo piacevole a vita e presto o tardi finirà con l’annoiare, specie chi non ha la possibilità di provare il multiplayer.
Un LIVE piacevole
Se la modalità a giocatore singolo non dovesse convincere l’acquirente, non resta che provare il multiplayer. Sebbene esso presenti gli stessi problemi di gameplay, è innegabile il divertimento che la decina di diverse modalità proposte sono in grado di fornire. Giocare di squadra sarà veramente coinvolgente, peccato solo per la penuria di italiani sui server di gioco che andrà a penalizzare i non anglofoni che, ad ogni modo, potranno comunque dare libero sfogo alla propria aggressività nelle modalità che prevedono il classico "tutti contro tutti".
Conclusioni
The Club si presenta dunque come un gioco dalle meccaniche piuttosto interessanti, dal potenziale enorme, ma che purtroppo non è stato sfruttato al meglio, e il risultato è un’opera piacevole per un tempo piuttosto limitato. Peccato, l’idea era buona e il team che ci ha lavorato non era certo costituito da sprovveduti; d’altro canto non è peggiore di tanti altri giochi e sicuramente merita un posto nella vostra collezione, ma sta solo a voi decidere…
Valutazione Generale
Presentazione: 7
Si presenta ai giocatori con un video che introduce i vari personaggi. I menù sono piuttosto intuitivi, tuttavia nulla che faccia gridare al miracolo.
Gameplay: 6
La pecca più grande di questo gioco. Non è di certo da annoverare accanto alle maggiori produzioni, la gestione delle telecamere non è il massimo e il level-design non è curato sin nei minimi dettagli.
Grafica: 7
Nulla di eccessivamente sbalorditivo, però in fin dei conti piacevole. Peccato solo che non riesca a dare quel tocco artistico in grado di catturare maggiormente l’attenzione.
Sonoro: 6
Non sembra essere una delle caratteristiche su cui si puntava maggiormente. Di sicuro non farà ribrezzo, ma si poteva far meglio al fine di coinvolgere il giocatore.
Longevità: 7
Certo, per terminare il gioco alle difficoltà più elevate ci vorranno una ventina di ore, ad ogni modo il fattore di rigiocabilità è molto basso, a meno che non lo amiate alla follia.
Multiplayer Factor: 7
Il punto forte del gioco. Sicuramente è abbastanza curato nelle sue varie modalità e senza dubbio in compagnia le cose si apprezzano di più.
Voto complessivo: 7
Un gioco che poteva essere fatto meglio, su questo non c’è alcun dubbio. Per gli amanti delgli sparatutto l’acquisto è consigliato, specie quelli che hanno degli amici con cui condividere qualche decina di ore di gioco.
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