Recensione – Devil May Cry 4 (Xbox 360)

di • 11 marzo 2008 • RecensioneCommenti (0)1466

Titolo: Devil May Cry 4
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Capcom
Publisher: Capcom
Data di uscita: 8 Febbraio 2008

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La saga di Devil May Cry non ha certo bisogno di presentazioni, ma per coloro i quali avessero vissuto gli ultimi anni lontano dal globo terraqueo, basti sapere che il titolo Capcom, da sempre prerogativa PlayStation, è diventato un classico del genere Hack’ n’ Slash e vanta un vasto nugolo di fan e appassionati, soprattutto grazie all’indubbio carisma di Dante, l’arrogante mezzo-demone cacciatore di creature infernali, protagonista delle vicende narrate fino a ora.
Con questo quarto episodio, DMC introduce un nuovo protagonista, Nero, sbarca finalmente nella next-generation e, per la prima volta, sulla console di casa Microsoft, per l’immensa gioia dei possessori di Xbox 360.

Vento di novità, dunque, per la serie: nuova generazione, nuova piattaforma e nuovo protagonista.
Peccato solo che le novità importanti si fermino qui.
Devil May Cry 4, infatti, pur essendo un ottimo prodotto, risulta appesantito da alcuni aspetti di game design ormai datati che si ostina a trascinarsi dietro.

Ma analizziamo il tutto con ordine.
La struttura di gioco è rimasta invariata rispetto ai capitoli precedenti, ed è sostanzialmente riassumibile in: "segui il percorso – combatti – segui il percorso – combatti – puzzle – combatti – segui il percorso – affronta il boss".

[img alt='Il Devil Bringer in azione']/immagini/Giochi/category1591/picture45325.aspx[/img]

L’unica novità degna di nota è data dall’introduzione di Nero, il nuovo protagonista, che porta con sé armi e stili di combattimento piuttosto differenti rispetto alla sua controparte Dante, tra cui spicca senza dubbio il Devil Bringer, il braccio demoniaco del protagonista, capace di afferrare i nemici a distanza, scagliarli con violenza al suolo e di dar vita a spettacolari combo, unitamente alla spada (potenziabile grazie a un acceleratore da motocicletta utilizzato come impugnatura) e al revolver di cui è dotato Nero, che a seconda del livello di difficoltà e spettacolarità daranno come premio, al termine di ogni missione, un certo ammontare di anime che potranno essere spese per acquistare nuove abilità e potenziamenti.

Per mantenere il titolo legato al brand originale e al contempo variare leggermente l’esperienza ludica, gli sviluppatori hanno ben pensato di implementare alcuni passaggi della storia in cui si dovrà abbandonare lo sbarbato protagonista e vestire nuovamente gli scarlatti panni del più attempato Dante, con i suoi stili di combattimento e il classico armamentario che tutti i fan hanno imparato ad amare col tempo, cosa che comporterà un adattamento, da parte del giocatore, a un diverso approccio ai combattimenti. Peccato solo che il rapporto del tempo di gioco tra i due personaggi sia di tre a uno in favore di Nero.

[img alt='Nero...']/immagini/Giochi/category1591/picture54397.aspx[/img]

Questa scelta, infatti, risulta essere un po’ la "croce e delizia" del prodotto targato Capcom.
Se Nero dona quel pizzico di novità e, preso singolarmente, risulta essere un personaggio piuttosto simpatico nei suoi eccessi e una buona scelta per uno spin-off della serie, posto accanto al molto più affascinante e carismatico Dante e reso membro effettivo della saga di DMC, ne esce decisamente sotto tono, dando di sé un’immagine paragonabile al più "tamarro" tra i bulletti di periferia.

[img alt='... e Dante']/immagini/Giochi/category1591/picture54399.aspx[/img]

Discutibile, a nostro avviso, anche la scelta di una caratterizzazione del personaggio troppo simile nell’aspetto e nel vestire all’eroe da tutti amato, cosa che non fa che accentuare la comparazione tra i due, a discapito del nuovo arrivato; sarebbe stato forse più saggio distaccarsi notevolmente dallo stereotipo e creare un personaggio del tutto nuovo e sostanzialmente diverso dal precedente.

Se la giocabilità, grazie anche a un accattivante dipanarsi della trama da classico B-Movie arricchita da pregevoli filmati in computer grafica, seppur priva di vere novità si attesti comunque su buoni livelli, essa viene tuttavia minata da quegli aspetti vetusti di cui accennavamo poco sopra e che andremo ora a dipanare.

[img alt='Un caldo infernale!' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1591/picture53379.aspx[/img]

In primis, la cosa che salta più all’occhio, e che alla lunga può realmente annoiare, è il fastidioso e disdicevole fenomeno di backtracking, che sostanzialmente obbligherà a ripercorrere, ogni volta che si indosseranno i panni di Dante, i livelli e i relativi boss già affrontati in precedenza, dando adito, a volte, a una punta di frustrazione.
A peggiorare le cose, poi, ci si mettono anche la telecamera, che troppe volte, come nei giochi del passato, risulta essere fissa (con conseguenti fastidiosi combattimenti con nemici non inquadrati), e la costante presenza di odiosi muri invisibili che limitano la libertà di movimento e di esplorazione dei personaggi. La pressoché nulla interazione con l’ambiente circostante, inoltre, non può che far storcere ulteriormente il naso.
Datata anche la struttura di gioco, per la quale non è possibile procedere da un ambiente all’altro senza aver prima eliminato tutti gli avversari presenti a video.

Se quanto esposto finora non fosse sufficiente, a minare – seppure in maniera marginale – la bontà del titolo ci si mette anche un’eccessiva facilità dei puzzle e del gioco nel suo complesso.
Ma questo è vero solo in parte, poiché una volta terminatolo si sbloccheranno ulteriori e crescenti livelli di difficoltà (sei in tutto, compresi i due iniziali) oltre alla modalità "Bloody Palace", in cui l’obiettivo principale sarà quello di sopravvivere per il maggior tempo possibile.
La presenza di tutto ciò, dona al prodotto un discreto livello di rigiocabilità, soprattutto per chi è fanatico di achievements e Gamerscore.
Da segnalare l’assoluta mancanza di un supporto al servizio Live, se si esclude la possibilità di consultare la classifica mondiale dei punteggi ottenuti.

Dal punto di vista tecnico c’è poco da dire, se non che si rasenta l’eccellenza.

[img alt='I boss sono a dir poco maestosi']/immagini/Giochi/category1591/picture45342.aspx[/img]

Graficamente DMC4 lascia quasi a bocca aperta: le textures sono sempre (se si eccettuano casi sporadici in cui risultano essere un po’ meno curate) estremamente pulite e definite. Il design dei livelli è sempre di altissimo livello e stilisticamente impeccabile, con le sue architetture goticheggianti e le atmosfere che riesce a evocare, così come anche il character design, soprattutto per quanto riguarda i protagonisti, con personaggi realizzati con dovizia di particolari, specialmente per quanto riguarda visi e indumenti. Una menzione speciale la meritano i boss di fine livello, sempre impressionanti e maestosi.

[img alt='I combattimenti sono sempre molto spettacolari e la fluidità delle animazioni è magistrale' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1591/picture61175.aspx[/img]

Anche le animazioni sono allo stato dell’arte, con movimenti sempre fluidi e aggraziati, grazie anche al frame rate di 60 fps pressoché costanti, che non mostra evidenti segni di cedimento.
Il comparto sonoro è anch’esso sopra la media, presentando una colonna sonora di tutto rispetto durante i bellissimi intermezzi in CG, e che offre pregevoli pezzi rock durante le fasi di gioco, peccando forse solamente di eccessiva ripetitività.
Ottimi anche gli effetti sonori e più che buono il doppiaggio in lingua inglese (sottotitolato per i non anglofoni).

Devil May Cry 4, al suo debutto su Xbox, risulta essere un gioco di tutto rispetto.
Nonostante si afflitto dai difetti qui esposti, complessivamente riesce a restituire al giocatore numerose ore di sano divertimento, farcito da una buona dose di carisma in stile trash.
Da avere assolutamente per chi ha amato i precedenti capitoli, rimane un "must have" anche per chi vuole ingannare il tempo in attesa dell’uscita del suo diretto rivale: Ninja Gaiden 2.

Valutazione Generale

Presentazione: 9
Le cut-scene sono qualcosa di magistrale – quella di apertura è pura arte – e contribuiscono enormemente al feeling del gioco. Menù nella norma, ma dal sapore un po’ antiquato.

Gameplay: 8
Nulla di nuovo sotto il sole, dal punto di vista della giocabilità è il solito DMC e si trascina dietro alcuni elementi di game design decisamente datati. L’introduzione di Nero e delle sue abilità e armi è pesantemente minata dal dover ripercorrere in continuazione gli stessi ambienti di gioco e dover affrontare gli stessi boss.
I due livelli di difficoltà selezionabili all’inizio del gioco risultano essere troppo poco impegnativi.

Grafica: 8.5
DMC 4 è una gioia per gli occhi. Il frame rate a 60 fps, le animazioni fluide e spettacolari dei personaggi e la bellezza delle locazioni vengono solo in parte minate dalla presenza, in alcuni casi, di texture decisamente sotto tono.

Sonoro: 8
La colonna sonora legata alle cut-scene è qualcosa di sublime, durante il gioco, invece, risulta essere un po’ ripetitiva, nonostante sia attesti comunque su buoni livelli. Buoni il doppiaggio e gli effetti sonori.

Longevità: 7.5
I quattro progressivi livelli di difficoltà sbloccabili, la voglia di acquistare tutte le abilità disponibili per i protagonisti e il "Survival Mode", sono l’unica molla che potrebbe spingervi a rigiocarlo.

Multiplayer Factor: NC
Non vi è alcuna modalità multigiocatore.

Voto complessivo: 8.2

Devil May Cry 4 è sicuramente un ottimo acquisto per tutti gli amanti del genere e rappresenta una più che buona presentazione sulla piattaforma di casa Microsoft, per una saga che negli anni ha riscosso notevoli consensi e ha saputo crearsi una vasta cerchia di fan.

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