Titolo: Beowulf
Genere: Action
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Ubisoft Tiwak
Publisher: Ubisoft
Data di rilascio: 13 Novembre 2007
"Francamente niente del poema originale mi affascinava. Mi ricordo che dovevo leggerlo come compito a scuola e non ero in grado di capirci niente perchè era scritto in inglese arcaico, era una materia orribile da studiare, non ho mai pensato che fosse materiale per una storia interessante".
Questo è quanto il premio Oscar Robert Zemeckis ha dichiarato riguardo a Beowulf, il più grande poema antico anglosassone mai pervenutoci. Lasciando al commento finale di questa recensione il compito di dare una risposta a tale affermazione del famoso regista, va comunque dato atto che i 3182 versi in inglese arcaico (VIII secolo) di cui è composta l’opera rappresentano una sfida che poche persone possono affrontare.
Ciò nonostante, sia il sopraccitato Zemeckis sia Ubisoft si sono ritenuti pronti a tale compito: vediamo come se la sono cavata quest’ultimi.
La madre di Grendel
Sia il film sia il videogioco dedicati al celeberrimo eroe vichingo Beowulf fanno propri i principali punti chiave di azione del poema mettendoci di fronte a Grendel, all’innominata madre ed al drago: purtroppo, da un punto di vista prettamente narrativo, si dimenticano degli altrettanto importanti funerali (3 o, se preferite la critica meno classica, 4) ed inventano collegamenti genealogici inesistenti nello scritto originale tra il drago e la madre di Grendel; comico soprattutto dato che quest’ultima non ha un suo vero nome.
[img alt='Beowulf, eroe vichingo!']/immagini/Giochi/category1292/picture69775.aspx[/img]
Comunque, per chi si basa su quanto visto al cinema, il videogioco riporta piuttosto fedelmente tutti i passaggi chiave e permette, come si suol dire, di immedesimarsi nell’eroe sin da subito sempre che si riesca a chiudere un occhio sulla licenza cinematografica bucata. Immediatamente, infatti, si avrà l’impressione che il Beowulf del gioco non sia quello del lungometraggio e che altri personaggi di un certo rilievo non assomiglino più di tanto ad Anthony Hopkins o a Jhon Malkovich; l’impressione si trasforma in certezza, però, nel momento in cui incontriamo colei che dovrebbe – secondo sceneggiatura – ammaliarci con la sua conturbante bellezza: Angelina Jolie. Nulla da fare: avremo di fronte una bellissima figura femminile ma non l’Angelina "nazionale".
Non mi è personalmente chiaro se si tratti di una licenza bucata o di una pessima trasposizione dei personaggi in digitale (che, tra l’altro, sono in digitale anche nel film) ma il fatto resta.
Una scelta di game-play
Dal punto di vista del game-play, gli sviluppatori Ubisoft hanno provveduto a fornire Beowulf di tutto ciò che un gioco possa aver bisogno e, quindi, ci troviamo di fronte ad un titolo piuttosto completo anche se abbastanza semplice nelle meccaniche da potersi proporre ai casual gamer. Sin da subito impareremo a convivere con mosse speciali che prevedono di eseguire combinazioni dei 2 tasti di attacco ed entro il primo quarto d’ora del titolo ci sarà svelato il modo in cui Ubisoft ha voluto risolvere le boss-fight: esattamente come in Resident Evil 4, God of War o nel più recente Heavenly Sword, anche Beowulf potrà avere la meglio sui nemici più potenti soltanto attraverso il "button bashing", combinazione di tasti del joypad da schiacciare quando appaiono a schermo.
Oltre a questo sarà possibile districarsi con diverse armi tra cui spade, clavi, bastoni e lance senza dimenticare il caro scudo per parare gli attacchi e dare il via a contro-mosse micidiali. L’epico scenario non manca neppure del combattimento corpo a corpo a cui saremo spesso costretti data la fragilità delle armi: ci sarà possibile menare montanti, dritti e rovesci, così come afferrare l’avversario e sfogare su di esso la nostra rabbia rubandogli al contempo l’arma.
[img alt='Graficamente Beowulf è un buon gioco']/immagini/Giochi/category1292/picture69778.aspx[/img]
Insomma, può capitare spesso di dover adempiere durante le battaglie – e non solo – a minigiochi che prevedono una certa velocità e precisione di esecuzione: il migliore tra questi è senz’altro quello relativo all’incitamento delle nostre truppe che ci vede battere il tempo con il joypad esattamente come se fossimo gli addetti al tamburo. Un’idea stravagante che brilla particolarmente nel gioco in un paio di passaggi: l’avvicinamento alla costa danese e l’attesa per Grendel.
L’ultima risorsa che il gioco ci mette a disposizione è la possibilità di attivare la furia carnale: al costo di quasi azzerare la nostra vita e peggiorare lo stato d’animo degli uomini, è possibile trasformarci per qualche secondo in un essere invincibile e potentissimo che però non è in grado di distinguere tra amici e nemici. Se, quindi, da una parte usare questo potere ci permetterà di avere facilmente la meglio sui nemici, ci capiterà spesso di uccidere alleati fino al comparire della scritta "Game-Over".
[img alt='Nella speranza che i nemici si concentrino su di noi...']/immagini/Giochi/category1292/picture69774.aspx[/img]
Ed è proprio qui che il gioco fallisce in buona parte: le missioni si avvalgono di una buona (mai eccezionale) grafica, ma finiscono spesso con l’essere monotone se non avvilenti quando ci si rende conto che la missione è fallita a causa dell’ennesima vergine che si è fatta rapire o dei nostri incompetenti uomini che si sono fatti uccidere. Data l’impossibilità di assegnare vere azioni agli alleati (gli auto-esplicativi "radunata" e "furia" sono i principali) ci toccherà correre ovunque per salvare capra e cavoli: spesso e presto vorremo un comando del tipo "alleati: scappate; vergini: seguite gli alleati; mostri, per favore… non seguiteli".
Fortunatamente, con il proseguo del gioco sarà possibile migliorare vari aspetti del nostro personaggio e delle sue truppe attraverso punti "carnali", legati alle uccisioni eseguite in modalità furia, e punti eroici, collegati ai nemici abbattuti da vero vichingo, ma il difetto di fondo ci seguirà per tutta la decina d’ore del titolo.
Commento Finale
Gli sviluppatori hanno creato un gioco pieno di elementi interessanti nel game-play (anche se mai innovativi), lo hanno dotato di una buona grafica e si sono basati su una trama di sicuro successo. Purtroppo manca la coesione tra tutto ciò e questo penalizza moltissimo un gioco che dopo qualche ore e qualche "missione fallita" di troppo non mancherà di annoiare.
Infine, una piccola considerazione: Tolkien ha convinto l’intero mondo accademico della grandezza del -precedentemente incompreso – Beowulf grazie al suo saggio "Beowulf: The Monster and the Critics". Lo stesso scrittore de "Il Signore degli Anelli" ha sottolineato parallelismi tra il drago presente nel "Lo Hobbit" e quello di "Beowulf" senza tenere conto che ha addirittura preso spunto dall’inizio del poema anglosassone nel capitolo "The King and the Golden Hall" di "Le Due Torri". Inutile dire che consigliamo a Zemeckis di darsi una bella rilettura al capolavoro letterario che ha tanto bistrattato.
Valutazione Generale
Presentazione: 5.5
La sufficienza sarebbe dovuta, data la grandezza del poema da cui trae spunto. Certo è che verrebbe da assegnare un bello 0 ad un gioco ufficiale che non usa le sembianze di Angelina Jolie nel ruolo della madre di Grendel.
Gameplay: 5
Pur traendo spunto da capolavori del genere non riesce a centrare il bersaglio. Troppo poche le combo e troppo poco sviluppata l’idea di essere a capo di un’orda di uomini.
Grafica: 7
In generale è di buon livello, soprattutto per un titolo che esce in concomitanza con l’omonimo film. Ciò nonostante gli sviluppatori Ubisoft hanno già dimostrato di saper usare molto meglio l’hardware di nuova generazione.
Comparto Sonoro: 6
Le buone musiche sono troppo ripetute ed il parlato nel gioco è molto scarso. Oltre a questo, gli unici altri suoni sono quelli del ferro-contro-ferro.
Longevità: 4
È il punto centrale del gioco dal punto di vista di chi recensisce. Seppur non brevissimo se completato tutto, diviene presto veramente noioso e frustrante.
Fattore Multiplayer: N/A
Voto Complessivo: 5.5
Non è sicuramente il peggior gioco ufficiale mai prodotto. La sufficienza mancata di poco è frutto di un game-play buono nelle intenzioni ma mal calibrato e delle licenze del film incredibilmente bucate.
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