Recensione – Clive Barker’s Jericho (Xbox 360)

di • 1 dicembre 2007 • RecensioneCommenti (0)1773

Titolo: Clive Barker’s Jericho
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Mercury Steam
Publisher: Codemasters
Data di uscita: 26 Ottobre 2007

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Clive Barker torna a cimentarsi nel settore videoludico con Clive Barker’s Jericho, FPS dalla trama ricca di intrecci, zeppo di sangue e pullulante di mostri demoniaci. Protagonista del gioco è la squadra Jericho, composta da sette persone che conoscono le arti occulte quanto l’uso delle armi da fuoco.

Qualche anno fa Clive Barker aveva firmato lo sparatutto Undying, ricordato soprattutto dai fan dell’autore, ma presto dimenticato dalla stragrande maggioranza dei videogiocatori per la banalità del gameplay. Con Clive Barker’s Jericho, l’autore britannico ha deciso di sfruttare la propria capacità di delineare trame approfondite e di immaginare mostri demoniaci per creare un videogioco coinvolgente e terrificante. Spesso ci siamo lamentati di videogiochi senza trame: non è questo il caso. Purtroppo però Codemasters non ha garantito al titolo la tecnica necessaria per farne un titolo di punta.

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Hellraiser

Per sette volte appare sulla terra la prima creatura di Dio, un essere perfetto, animato ancor prima di Adamo ed Eva, ma ben presto rinnegato dal creatore perché troppo potente. Ogni apparizione è accompagnata da sventure e disgrazie di ogni tipo per l’umanità, ma per fortuna, per sconfiggere l’oscura creatura, c’è la squadra Jericho, composta da sette persone devote al misticismo, pronte a sacrificarsi per il bene del mondo. Clive Barker’s Jericho inizia in Medio Oriente, inizialmente nella città di Al-Khali, dove la squadra Jericho è inviata per indagare su presunte apparizioni del maligno: in effetti ci troveremo subito a combattere contro orde di demoni, cultisti e non-morti di ogni genere. Il personaggio controllato è il capitano Ross, abile soldato conoscitore delle armi da fuoco, ma del tutto ignaro di forze mistiche. La squadra è divisa in due team – alpha e omega – ai quali potremo impartire ordini di base quali mantenere la posizione e avanzare. Gli altri sei personaggi sono Delgado, esperto mitragliere accompagnato da un serpente di fuoco arrotolato intorno al braccio, Black, il cecchino con poteri di telecinesi, Cole, perita in esplosivi e in grado di rallentare il tempo, Rawlings, medico/guaritore, e Jones in grado di avvalersi della proiezione astrale. Al termine del lungo prologo (o tutorial, che dir si voglia) il personaggio controllato morirà, ma la sua anima potrà balzare, a nostro piacimento, da un personaggio all’altro del gruppo, in modo da poterne sfruttare le relative abilità in determinate circostanze. La morte del protagonista è solo il primo dei numerosi colpi di scena scritti dal genio creativo di Clive Barker.

Cabal

Se la trama e l’ambientazione sono i punti forti del gioco, la realizzazione tecnica è la nota dolente. Le texture dei personaggi sono ben realizzate, ma gli scenari godono di una realizzazione molto altalenante. Alcuni livelli, soprattutto quelli interni, sono ben realizzati e trasmettono paura, angoscia e claustrofobia a sufficienza. Altri sembra invece che siano stati realizzati frettolosamente, non sono ricchi di particolari e spesso ci sembrerà di visitare location identiche a quelle che ci siamo appena lasciati alle spalle. La possibilità di interagire con gli oggetti lascia molto a desiderare: più che spaccare, inutilmente, qualche cassa che ogni tanto si trova lungo il percorso non si potrà fare. L’Intelligenza Artificiale ricorda, purtroppo, quanto visto nel già menzionato Undying. I nemici attaccano senza la benché minima strategia, caricando a testa bassa non appena entriamo nel loro raggio d’azione. I compagni di squadra tendono quasi sempre a disporsi sul campo di battaglia abbastanza a caso, senza una logica. Spesso troveremo il cecchino e il guaritore in prima fila…

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Per concludere il tema della realizzazione tecnica vi segnaliamo che il gioco è stato completamente doppiato in italiano. Purtroppo. L’unica spiegazione per un doppiaggio dilettantesco come quello di Clive Barker’s Jericho è che non sia stato dato uno straccio di copione ai doppiatori, che hanno dovuto registrare le frasi senza cognizione di causa. Non c’è quasi mai correlazione tra la frase detta e la circostanza: sentire parlare i compagni con toni pacati o delicati mentre mostri dell’altro mondo sono a due metri pronti a farci a brandelli rovina pesantemente la pur buona atmosfera che si respira lungo il gioco.

Commento finale

Clive Barker’s Jericho è un FPS interamente pensato per il single player con una trama degna dell’autore di Liverpool, che prone in maniera efficace la possibilità di controllare più di un personaggio. Le creature del male sono ben realizzate, mentre gli scenari non centrano sempre il risultato sperato. L’Intelligenza Artificiale dei nemici e dei compagni di squadra è scarsa, come il livello del doppiaggio. Il comparto audio si salva però grazie a delle musiche ottimamente realizzate.

Valutazione generale

Presentazione: 5.5
Una lunga introduzione che aiuta a entrare nell’atmosfera del gioco. Ma si tratta di un monologo, una voce narrante senza immagini.

Gameplay: 5
Nel complesso è un FPS troppo ripetitivo a causa dalla scarsa Intelligenza Artificiale dei nemici, che si limitano a correrci incontro senza la minima strategia.

Grafica: 6
In giro c’è ormai molto meglio. Alcune ambientazione sono troppo spoglie.

Sonoro: 6.5
Una media tra le ottime musiche e il pessimo doppiaggio.

Longevità: 5
La campagna in single player non richiede più di dieci ore per essere portata a termine.

Fattore Multiplayer: N/A
Non è disponibile nessun supporto a Xbox Live.

Voto Complessivo: 5.5

Clive Barker’s Jericho ci ha deluso a causa di una realizzazione tecnica troppo grossolana. È un peccato perché l’idea di poter impersonare più personaggi è buona – e speriamo venga riproposta – e la trama è davvero interessante. Ma se cercate un FPS da giocare in single player volgete altrove lo sguardo, a meno che non siate fan accaniti di qualsiasi prodotto porti il nome di Clive Barker.

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