Titolo: Call of Duty 4: Modern Warfare
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Infinity Ward
Publisher: Activision
Data di uscita: 9 Novembre 2007
Quando nel corso degli umani eventi, la Infinity Ward decise di affrancarsi dai vincoli della Seconda Guerra Mondiale, molti non emisero più che uno sbuffo di perplessità. Non sarebbe stata certo qualche linea di sceneggiatura a risollevare una serie dal torpore, o peggio dal coma in cui era sprofondata. Se oggi ci fermassimo a questa considerazione, non potremmo che concordare con quegli scettici. Fortunatamente alla Infinity Ward non si sono limitati al compitino, pur senza sfornare un gioco ex-novo. Ed è con questa duplice prospettiva che ci inoltriamo nel processo di valutazione: cercando di scovare i rami secchi nel rigoglioso verde che ci viene proposto, e di capire quanto il loro personale autunno infierisca sull’intera vegetazione.
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Terroristi, che passione!
Certo, abbandonare i nazisti non deve essere stato uno sforzo inumano, soprattutto per noi giocatori; ma diciamola tutta, neppure trovare i nuovi cattivi, ha richiesto anni di studi sociologici. In fin dei conti, fino alla prossima recrudescenza di una qualche forma di minaccia globale, non è che ci sia molto tra cui scegliere, quindi soprassediamo pure sulla scarsa originalità dello scenario. Quello che fa decisamente meno bene al cuore è piuttosto la scarsa qualità della sceneggiatura. In un mondo come quello dei videogiochi, che ormai tende la mano all’universo di celluloide, era doveroso chiedere di più alla Infinity Ward. Invece in questo campo la software house non si è per nulla distaccata dai copioni dei precedenti CoD, producendo un titolo virtualmente senza trama. Anche in Call of Duty 4 vi aggirerete per i campi di battaglia senza una identità vera, vestendo i panni di soldati di vari corpi, impegnati in missioni alquanto slegate. Tutto ciò non consente una adeguata immersione nel gioco, pur senza inficiarne la qualità intrinseca. A nostro modesto avviso un pizzico di atmosfera sarebbe stato un quid determinante: l’evoluzione di una trama avrebbe solo potuto amplificare l’impatto di certe situazioni di gioco. Il rammarico cresce proprio perché già così CoD4 presenta delle ambientazioni altamente evocative; è questo uno dei rami dal verde più intenso, abbacinante. Infatti, abbandonati gli scenari triti della Seconda Guerra, alla IW si sono sbizzarriti nel creare un mondo nuovo di zecca, di inaudita qualità. L’universo di CoD4 sfreccia su schermo a 60fps senza esitazione alcuna, finemente cesellato di amorevoli dettagli, ed animato da giochi di luce in tempo reale. Senza dubbio alcuno la nuova pietra di demarcazione per i raffronti sui titoli next-gen.
Do you speak english?
Come se non bastasse l’esiguità della trama, anche la localizzazione ci mette lo zampino, per affossare l’impatto d’insieme. Al contrario dell’ottimo comparto sonoro di effetti, il parlato in italiano si fa notare per l’interpretazione globale da merluzzi lobotomizzati. In fondo vi pagano per quello che fate, no? Un po’ di cuore si potrebbe provare a mettercelo, anziché leggere riga su riga come alle elementari…
Terrorista, alzati e cammina…
Nel quadro di un gioco che comunque avvince e diverte come pochi, questa è la nota più stonata, il ramo più secco e malato. La meccanica di gioco basilare è ancora quella dei suoi predecessori. Ringraziamo sentitamente la IW per ogni suo sforzo, ma consentiteci di maledirla per questa sua scelta. A causa di ciò, ancora oggi, per proseguire nel gioco non dovremo tanto dimostrare la nostra abilità di soldati, quanto avanzare costantemente, a dispetto delle orde nemiche. È infatti quella la discriminante, il quid che separa la gloria dalla morte. Non ci sarà dato combattere d’astuzia, di posizione, strategicamente; potremo solo spingerci avanti, avanzare guadagnando metro su metro, per superare quegli invisibili confini che, marcati da checkpoint, innescheranno nuovi sviluppi nella missione. La pena, per chi non segue questa regola, consiste nell’assistere alla replica del famoso miracolo della resurrezione, di cui beneficeranno i vostri nemici, all’infinito. Questo rende la situazione particolarmente iniqua a livello veterano, in cui la soluzione consiste nel poco onorevole rannicchiarsi di rifugio in rifugio, avanzando vilmente per far fare la maggior parte del lavoro sporco ai compagni di squadra. Non proprio edificante, ma funzionale. Peraltro, chi avesse giocato CoD2 a livello veterano per i famigerati 1000 punti, non dovrebbe avere difficoltà a completare questo, poiché il livello di sfida pare lievemente più basso… Chiunque abbia perso la sanità mentale a Caen e dintorni, non può che ringraziare. Ma non illudetevi, alcuni checkpoint li accoglierete come una vincita milionaria al lotto.
In materia di obiettivi, pare quanto mai azzeccata la scelta di assegnarli tutti in ambito del single-player, proprio come in CoD2. D’altra parte la sezione multi, è talmente ricca e variegata che chiunque vi partecipi non necessita di gamerpoints per trarne soddisfazioni; piuttosto…
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A proposito di multiplayer
Partendo dal presupposto che la campagna non è molto duratura, anche a livello veterano, e che non ha certo valore di rigiocabilità, a parte il probabile tentativo di sbloccare qualche obiettivo minore, il fulcro del gioco dopo qualche ora sarà il Live. E non avrete assolutamente motivo di dubitare della qualità della scelta. Ciò che CoD4 ha da offrirvi è il top della categoria: un numero di mappe esorbitante, anche se non tutte ispiratissime; un arsenale adatto ad ogni esigenza che la personalizzazione dei perk rende ulteriormente soddisfacente ed una pletora di modalità di gioco in grado incontrare il gusto di chiunque. Senz’altro la componente RPG del gioco, se così vogliamo definirla, che consiste nell’avanzamento di grado tramite l’esperienza sul campo, ed il conseguente sblocco di perk ed ulteriore customizzazione, costituirà per voi l’equivalente degli obiettivi in single player, ecco perché riteniamo che di questi non sentirete la mancanza. Quanto al materiale umano, gli avversari, siamo certi che non vi mancheranno ancora per molti mesi, a giudicare dall’impatto che ha avuto il gioco, scalzando praticamente Halo 3 da subito. Non tutto è perfetto però: dopo i disservizi iniziali, causati probabilmente dall’afflusso di utenti superiore alle attese, qualche difetto lo abbiamo riscontrato nell’ambito del matchmaking, con bilanciamenti discutibili delle fazioni; oppure nella fastidiosa abitudine di far entrare gli ultimi arrivati a partita già iniziata, e sempre nel team perdente, magari già spacciato, con le ovvie conseguenze di subire sconfitte immeritate; davvero fastidioso. Ma come avrete letto nelle news, è già in preparazione una patch, che provvederà sicuramente alla risoluzione dei problemi di matchmacking.
Ultime luci sul gameplay
A completare il quadro d’insieme riteniamo opportuno spendere qualche parola sull’innovazione principale, in termini di combattimento puro: i proiettili in grado di perforare gli ostacoli. Se dal punto di vista della campagna questi costituiscono una piacevole opportunità, in multi, rappresentano il delirio puro: inutile nascondersi dietro cesti di banane, sono finiti i giorni di sole. Molto gradevole anche l’opzione Arcade sbloccabile completando la campagna, che permette di rigiocare missioni e competere con tanto di classifiche dedicate. Le note stonate sono invece presenti in termini di carenze, anche se pare di voler cercare il pelo nell’uovo: più precisamente la modalità Co-op. Un’opzione del genere, per quanto storicamente avulsa dalla serie CoD, sarebbe stata l’apoteosi; possiamo sempre sperare per il prossimo capitolo. Ed infine mancano i veicoli, non vi sarà consentito di guidare alcun mezzo di terra, mare o cielo. Si tratta di un gioco basato sulla fanteria, i corpi speciali; la scelta è comprensibile, ma chiude la porta in faccia ad una pur piccola fetta di appassionati. Capiteranno peraltro missioni in cui sarete a bordo di mezzi, ma si risolvono in esercizi alla Time Crisis, in cui abbatterete i bersagli muovendovi su binari prefissati, fungendo unicamente da puntatori.
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Commento finale
Signori della Giuria, alle volte il nostro compito in questa aula è arduo, sofferto; ma non è questo il caso. La grandezza di Call of Duty 4 si estende ad ogni livello, e le imperfezioni restano come sensuali nei sul viso di una bellissima donna. Nessuno si è mai lamentato della Monroe, o sbaglio? Rifuggite da questo gioco solo se odiate il genere. Privatevi di questa esperienza solo se la vostra religione vi impedisce di massacrare avversari sul Live. Evitate la confezione sugli scaffali solo se siete integralisti arabi o nazionalisti russi. Tutti gli altri… in fila per uno, DVD in una mano, portafoglio nell’altra, sorriso smagliante davanti alla cassa.
Valutazione generale
Presentazione: 9
La lunga introduzione, per i vicoli di una dissestata città araba, la dice lunga su quello che vi aspetta, in tutti i sensi. Immensa nella sua bellezza e crudezza.
Grafica: 9.5
Assolutamente spettacolare, ricercata, pittorica persino in alcune locazioni. Tocchi di classe quando si tratta di giochi di luce, come i fari degli elicotteri.
Sonoro: 8.7
Mezzo punto in meno per il doppiaggio poco inspirato, ma tutto il resto fa il suo compito alla grande.
Gameplay: 8.2
La solita sindrome di CoD impedisce un voto più alto. Il gioco c’è eccome, ma può essere troppo facile o troppo bastardo, in ambito single player.
Longevità: 7.5 (9.5)
Finire la campagna sarà fin troppo veloce, ma se puntate agli obiettivi, tutto diventa più impegnativo, finanche frustrante e sleale. Rigiocarla ha senso solo per raccattare gamerpoints. Per il multiplayer il voto sale vertiginosamente al 9.5.
Multiplayer: 9.3
Fuori di dubbio che questo gioco sia attualmente il non plus ultra del Live, punto. Qualche decimale in meno solo per l’assenza di Co-op.
Voto complessivo 9.1
Un acquisto obbligato per tutti gli amanti dei FPS. Ma è consigliato anche a chi semplicemente voglia provare a capire cos’è la next-gen, in termini audiovisivi.
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