Recensione – Assassin’s Creed (Xbox 360)

di • 16 novembre 2007 • RecensioneCommenti (0)1204

Titolo: Assassin’s Creed
Genere: Azione/Stealth
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 15 Novembre 2007

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Tre anni di attesa hanno alimentato grandi aspettative. L’hype è un rischio, ormai è assodato. Può essere un’arma a doppio taglio. E quando si parla di Assassin’s Creed, uno dei giochi più promettenti degli ultimi anni, non possiamo non tenerne conto.

[img alt='Le città sono incredibilmente vive']/immagini/Giochi/category1422/picture62666.aspx[/img]

Volete sapere se quello che abbiamo tra le mani è il capolavoro che tutti si aspettavano? Beh, meglio metterlo subito in chiaro: non lo è. Assassin’s Creed è un gioco innovativo sotto molti punti di vista, all’apparenza potrebbe sembrare un vero gioiello – e per certi versi, effettivamente, lo è -, ma basta scavare un po’ più a fondo per scoprire che l’ "esperimento", pur avendo portato l’industria videoludica a nuovi e assolutamente interessanti risultati, non ha raggiunto il suo vero obiettivo.

Un’occasione mancata?

La piuma della morte

Assassin’s Creed ci permette di fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, o forse sarebbe meglio dire nei meandri della mente di un giovane barista, Desmond Miles. Niente paura, nessuna anticipazione: il gioco rivelerà tutto fin dai primissimi minuti, e poi è tutto già anticipato nel manuale d’istruzioni: non se n’è preoccupata Ubisoft, perché dovremmo farlo noi? E in effetti è questo uno dei punti deboli del gioco: l’impostazione della trama. Tutto fin troppo chiaro già dall’inizio, non un minimo di mistero, nessuna sorpresa.

[img alt='Altair scappa dalle guardie: cosa avrà combinato stavolta?' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1422/picture65386.aspx[/img]

Attivato l’Animus, lo strumento che permette di scavare nei ricordi del giovane Desmond, andremo a vestire i panni di Altair, un suo antenato, membro della setta degli Hashashin. Veniamo quindi catapultati nel Medio Oriente, in un’era sicuramente difficile, quella della Terza Crociata. Ubisoft non avrebbe potuto fare di meglio nel ricreare le tre città mediorientali in cui si sviluppano le avventure del nostro assassino. Damasco, Gerusalemme e Acri sono incredibilmente realistiche, nella forma, nell’atmosfera, nelle persone che le abitano. Le città pullulano di vita, la gente vi chiederà aiuto, ma sarà anche un vero e proprio ostacolo durante le numerose fughe di cui sarete protagonisti. E’ qui che il gioco dà il meglio di sé, nell’interazione con la folla e nelle animazioni dei personaggi. D’altra parte è una delle caratteristiche da tempo sbandierate dal team di sviluppo.

Ma prima, togliamoci subito il peso di sviscerare gli altri difetti del titolo. Andiamo col primo: la ripetitività. Il vostro obiettivo sarà quello di assassinare nove persone; per farlo, dovrete recarvi nella città in cui si trova la vostra vittima e indagare per carpire quante più informazioni possibile su di essa, attraverso delle sotto-missioni. Bene, quest’ultime sono di quattro tipi: "Borseggio", in cui vi sarà richiesto di tener d’occhio una persona per poi inseguirla e furtivamente rubarle un prezioso documento dalla tasca senza che se ne accorga; "Spionaggio", in cui lo scopo è quello di… non fare nulla, ehm… volevo dire: origliare standosene seduti su una panchina. Interessante se ci fosse stato richiesto di farlo per un paio di volte, ma purtroppo ci ritroveremo a farlo dall’inizio alla fine del gioco. Ma andiamo avanti: abbiamo poi l’ "Interrogatorio", dove dovremo costringere con la forza il nostro malcapitato a parlare, e per ultimo possiamo contare sull’aiuto degli "Informatori", che in cambio di qualcosa ci forniranno preziose informazioni sulla persona da assassinare. Come potete vedere, da questo punto di vista, il gameplay pecca decisamente di varietà. Per fortuna, al fine di portare a termine una missione principale, sarà richiesto di eseguire al massimo tre delle suddette sub-quest; sta poi al giocatore decidere se varrà la pena annoiarsi nel portarne a termine altre o se invece andare subito al sodo e far fuori il malcapitato di turno. Noi abbiamo scelto la via meno noiosa. Fuori uno.

[img alt='Che brutta fine...' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1422/picture62672.aspx[/img]

Secondo difetto: l’IA. Assassin’s Creed si propone come un gioco action/stealth, si presume quindi che i nostri avversari siano dotati di una sorta di intelligenza che gli permetta di contrastarci e di renderci la vita un po’ più difficile. Mi spiace dirvelo, ma non è così. L’intelligenza artificiale pecca di… intelligenza. Vi ritroverete a sottrarre un prezioso documento dalla tasca di un passante, senza che la guardia, che sta a un metro da voi, se ne accorga. Ma come se ciò non bastasse, la mancanza di intelligenza delle guardie si fa sentire anche in uno dei punti focali del gameplay: gli inseguimenti. Troppo semplice evitare le guardie, che pur opponendo un minimo di resistenza, difficilmente riusciranno a fermarvi. E poi, basterà seminarle e nascondersi per pochi secondi in uno dei diversi punti di copertura per far tornare tutto alla tranquillità. Fuori due. E ci fermiamo qui, con i difetti.

Un giro nella Terra Santa

Si, perché se non fosse per quanto appena descritto (che, purtroppo, non è poco), Assassin’s Creed potrebbe essere considerato un vero capolavoro.
I combattimenti all’arma bianca sono quanto di più realistico si sia mai visto in un videogioco e chi ha praticato questo sport sicuramente converrà nel dire che si riesce ad avere quasi lo stesso feeling. Il sistema di combattimento non fa riferimento tanto all’abilità del giocatore di premere tasti a casaccio, quanto al suo saper scegliere il tempo, sia per l’attacco (tasto "X"), sia per la difesa (grilletto destro). Padroneggiare Altair è quindi molto semplice, ma non per questo poco appagante. Attacchi, contrasti e contromosse sono una semplice conseguenza del tempismo del giocatore. Il risultato, grazie anche alle splendide animazioni di cui sono dotati i personaggi, è un fluido spettacolo per gli occhi.
Le armi a nostra disposizione sono tre: una spada, dei pugnali e, infine, "l’arma del delitto", il coltello nascosto.

[img alt='I combattimenti sono una gioia per gli occhi' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1422/picture62668.aspx[/img]

L’approccio con i nemici (sia che si tratti di semplici guardie che di uno dei nove personaggi da assassinare) può essere stealth, in pieno stile Sam Fisher, oppure meno studiato e più volto all’azione, e in questo caso sarà inevitabile l’uso della spada o dei pugnali a discapito del coltello nascosto.
Ad ogni modo, "scappare" sarà la parola d’ordine quando avremo finito il nostro lavoro o semplicemente quando le guardie si saranno fatte troppe. Ed è qui che il gioco, intelligenza artificiale a parte, è insuperabile.
Il sistema di controllo del personaggio è uno tra i più innovativi degli ultimi tempi. Semplice e intuitivo, ci permette di passare, con la semplice pressione del grilletto destro, dalla modalità a "basso profilo" – per camminare tranquillamente tra la folla – e quella ad "alto profilo" – per acrobazie e velocissimi scatti. Tenendolo premuto, la mappatura dei comandi sui quattro tasti principali si adatterà al contesto e se in "basso profilo" il tasto "A" ci permette di mimetizzarci fra un gruppo di eruditi chinando il capo e giungendo le mani, in "alto profilo" ci farà correre velocemente e ci renderà in grado di arrampicarci su un muro, scalare interi edifici o saltare da un tetto all’altro. Altair si muove con una naturalezza stupefacente. Scalare un’altissima torre è una sensazione indescrivibile, superabile solo dalla vista del fantastico panorama che si avrà una volta giunti in cima. Ogni singola sporgenza di un edificio sarà sfruttata dal protagonista come appiglio, una sorta di free-climbing, per intenderci.

L’occhio dell’aquila

Sul versante tecnico l’ultima fatica Ubisoft raggiunge quasi la perfezione. Ombre e luci donano un’atmosfera diversa a ogni ambientazione e i paesaggi sono arricchiti da un ottimo HDR. L’impatto generale è stupefacente, a tratti fotorealistico, ma se da un lato abbiamo un ottimo dettaglio grafico e delle animazioni mai viste prima, dall’altro non possiamo non notare alcuni fastidiosi bug come l’improvvisa comparsa di oggetti e ombre in lontananza (pop-up) e i frequenti cali di frame-rate; difetti, peraltro, già segnalati in sede di anteprima e che per nostra grande, e spiacevole, sorpresa non sono stati risolti.
Menzione d’onore alle fasi a cavallo (che sfrutteremo per spostarci da una città all’altra), le migliori in assoluto mai riprodotte in un mondo virtuale (non me ne voglia Oblivion).

[img alt='Una corsetta a cavallo ci voleva proprio!' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1422/picture62670.aspx[/img]

Meno brillante il comparto audio. Le musiche di Jesper Kyd sono fantastiche, beninteso, ma poco sfruttate all’interno del gioco. Le voci udibili nelle città sono piuttosto ripetitive e alla lunga tenderanno a stancarvi. Peccato, perché il doppiaggio in italiano non è proprio da buttar via, così come gli effetti sonori ambientali.

Commento finale

Per rispondere alla domanda lasciata irrisolta in apertura di articolo, si: Assassin’s Creed è un’occasione mancata. Le idee di fondo sono estremamente interessanti, ma poco sfruttate, e il risultato è un gioco – ci spiace dirlo – incompleto. Principalmente difetta di varietà. Da un gioco dalle così vaste ambientazioni e dalla così marcata libertà d’azione, ci saremmo aspettati decine e decine di missioni diverse. Ci ritroviamo invece con un gameplay focalizzato su quattro tipi di attività, sempre uguali, che dovremo ripetere per svariate volte nell’arco delle 15 ore necessarie – in media – per finire il gioco. A poco servono le centinaia di bandierine dislocate nell’immensa area di gioco, da trovare e collezionare al solo scopo di portare a casa un nuovo achievement. Non è quindi quel capolavoro che ci aspettavamo, ma resta comunque un buon prodotto – stupefacente sotto alcuni aspetti – che servirà da base, ne siamo certi, per un brillante sequel.

Valutazione generale

Presentazione: 8
Originale l’idea del viaggio nei ricordi del protagonista, ma avremmo gradito un po’ più di suspance. Ottimi i menù, ben studiati e per certi versi innovativi. Stupenda la Limited Edition: la statuetta in resina di Altair è immancabile per i veri collezionisti.

Gameplay: 7.9
Parola d’ordine "ripetitivo": quattro tipi di attività per 15 ore di gioco. A innalzare il voto ci pensano però le fasi di esplorazione, i combattimenti e il semplice sistema di controllo del personaggio.

Grafica: 8.8
Dettaglio, luci e ombre si attestano su ottimi livelli. Le animazioni vanno oltre ogni scala di valutazione. Alcuni difetti grafici, tra cui le incertezze del frame-rate e i fastidiosi "pup-up", minano leggermente il voto.

Sonoro: 7.9
Il compositore Jasper Kyd ha svolto un ottimo lavoro sulle musiche, peccato non siano state sfruttate a dovere. Effetti ambientali convincenti. Voci ripetitive.

Longevità: 6.9
Avvincente nelle prime fasi di gioco, noioso dopo un paio d’ore. Sono 15, in media, le ore necessarie per finirlo. Fate voi…

Fattore Multiplayer: N/A
Non è disponibile nessun supporto a Xbox Live.

Voto Complessivo: 7.6

Ci dispiace per la bella producer Jade Raymond, ma il suo Assassin’s Creed non è ciò che ci saremmo aspettati. Premiamo l’ottimo lavoro svolto sul fronte tecnico e del sistema di controllo, sperando che un eventuale seguito possa soddisfarci anche sul fronte della varietà.

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