Recensione – John Woo Presents Stranglehold (Xbox 360)

di • 7 ottobre 2007 • RecensioneCommenti (0)1090

Titolo: John Woo Presents Stranglehold
Genere: Azione – Avventura
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Tiger Hill
Publisher: Midway
Data di uscita: 14 Settembre 2007

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John Woo, il famoso regista di Hong Kong autore di numerosi capolavori del cinema d’azione, approda nel mondo dei videogames con un gioco che ricalca alla perfezione le atmosfere e lo stile che da sempre contraddistinguono le sue pellicole.

Quante volte vi è capitato, giocando a Max Payne, di pensare: "questo gioco sembra proprio un film di John Woo"?

Bene, Stranglehold, il nuovo prodotto Midway, "è un film" di John Woo. Per essere precisi è il seguito di Hard-Boiled (1992), il suo ultimo capolavoro del "periodo di Hong Kong", prima che il maestro passasse alle produzioni hollywoodiane.

[img alt='John Woo Presents Stranglehold' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1197/picture17034.aspx[/img]

Il gioco, dalla visuale in terza persona, è infatti ricco di tutti quegli elementi che rendono unici i film del celebre regista a cominciare dal protagonista: la ben riuscita versione digitale dell’attore Chow Yun Fat, nuovamente nei panni del detective Tequila.
Non mancheranno inoltre le sempre presenti colombe bianche, vero e proprio "marchio di fabbrica" del regista cinese, pronte a spiccare il volo nei momenti più emozionanti e una pletora di acrobazie ai limiti dell’umano.

Anche la sceneggiatura, infine, ben evidenzia il tocco personale di John Woo: il rapimento di due ragazze, un poliziotto ucciso, una lotta tra gang e una storia di droga sono gli elementi che faranno da sfondo alla vicenda e che coinvolgeranno in prima persona il detective Tequila in un susseguirsi di momenti drammatici, sottolineati dalle discrete cut-scene realizzate con il motore grafico del gioco, spingendolo a seminare piombo a volontà.

Ed è proprio sul fare fuoco in ogni momento, sullo sparare senza tregua che si basa il gameplay di Stranglehold, che fa della frenesia il suo punto di forza: non si avrà infatti mai il tempo di riflettere troppo, a causa della grande quantità di avversari che ci si troverà ad affrontare in ogni momento.
Per fortuna Tequila potrà contare su una quantità invidiabile di armi (doppie pistole, fucile d’assalto, shotgun, doppie mitragliette e perfino lanciamissili) e sulle sue grandi abilità per far fronte alle minacce che continuamente attenteranno alla sua vita. Premendo il tasto dorsale destro, infatti, attiveremo il Tequila Time (identico al bullet time di Max Payne) che rallenterà oltremodo lo scorrimento del tempo durante l’azione, permettendo di prendere adeguatamente la mira e di schivare i colpi in arrivo, un po’ come accade durante i rallenti presenti in gran numero nelle pellicole del maestro di Hong Kong.

Con il grilletto sinistro, poi, il personaggio si lancerà in uno spettacolare tuffo (nella direzione indicata dalla levetta analogica sinistra) utile per evitare i proiettili e che, in presenza di avversari attiverà automaticamente e per breve tempo il Tequila Time. Premendolo invece in prossimità di oggetti con i quali è possibile interagire (a schermo brilleranno), si vedrà il detective saltare sui corrimani delle scale e risalirli correndo o scenderli scivolandoci sopra, si lancerà sui carrelli, sdraiandocisi sopra e usandoli, come fossero tavole da surf, per percorrere lo schermo di gioco sparando all’impazzata. Potrà inoltre saltare e aggrapparsi ai lampadari, lanciarsi contro un muro per spingersi poi via con i piedi, percorrere correndo la colonna vertebrale di uno scheletro di dinosauro, e una serie di altre simili acrobazie. Tutte, indistintamente, attiveranno il Tequila Time, dando al giocatore la possibilità di combinare più azioni spettacolari per effettuare uccisioni sempre più incredibili e in stile John Woo.

Più l’eliminazione dei cattivi sarà "stilosa", infatti, e più si riempirà una particolare barra che consentirà di affrontare quattro abilità speciali (le "Bombe Tequila") che andranno via via sbloccandosi e che saranno più volte utili nei momenti più concitati degli scontri a fuoco.
Il primo potere, attivo fin da subito, consentirà di convertire parte della barra accumulatasi in energia vitale, guarendo di fatto una parte delle ferite subite; il secondo permetterà di zoomare su un avversario, rallentando anche il tempo, ed effettuare un unico, letale, colpo mirato che darà il via anche a una particolare scena animata a seconda della zona del corpo colpita.
Con la terza abilità, poi, il protagonista entrerà in modalità fuoco di sbarramento e vomiterà sui nemici una vera a propria pioggia di morte per un breve tempo, risultando al contempo molto più resistente alle ferite. Infine, grazie all’ultima abilità, Tequila sarà in grado di ruotare più volte sul posto sparando all’impazzata ed eliminando tutti gli avversari presenti a schermo.

Come se tutto ciò non fosse sufficiente, in alcuni momenti di gioco si attiverà una modalità "faccia a faccia", in cui il nostro eroe dovrà affrontare più avversari contemporaneamente in una sorta di duello mortale: ulteriore elemento tipico dei film di John Woo. La visuale diventerà dunque una terza persona molto ravvicinata, il tempo rallenterà e mentre con la levetta sinistra si dovrà cercare di evitare i proiettili in arrivo, con quella destra si dovrà mirare agli avversari per poter poi far fuoco ed eliminarli il prima possibile.

[img alt='La modalità "faccia a faccia"' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1197/picture15928.aspx[/img]

La completa interattività con l’ambiente circostante e la sua totale sgretolabilità (è possibile distruggere praticamente qualunque cosa compaia a schermo) rendono infine ancora più entusiasmante l’esperienza di gioco e restituiscono ancora una volta l’illusione di ritrovarsi in una pellicola del regista di Hong Kong, illusione supportata anche dal fatto che, nonostante si dovrà tenere sott’occhio il numero di munizioni rimaste, non si vedrà mai il protagonista ricaricare un’arma (se non nelle scene di intermezzo), cosa che avrebbe in effetti spezzato il ritmo frenetico del gioco.

Stranglehold è un piccolo capolavoro, quindi? Purtroppo no.
Benché rimanga un gioco godibilissimo e divertente, è purtroppo affetto da alcuni bachi e imprecisioni realizzative che minano in modo a volte estremamente fastidioso l’esperienza ludica.
Il gioco, infatti, potrebbe risultare un po’ monotono sulla lunga distanza, a causa della mancanza di fasi esplorative tra un combattimento e l’altro, riducendosi a tutti gli effetti in un perenne scontro a fuoco di 8 ore.

La funzione di tuffo, poi, non è implementata al meglio e talvolta capiterà di voler salire su una balaustra e vedere invece il personaggio finire lungo disteso a terra o viceversa saltare su un corrimano quando invece si avrebbe voluto effettuare un tuffo laterale. Estremamente frustrante, poi, correre verso un muro per usarlo per spiccare un salto acrobatico e vedere Tequila che rimane impalato di fronte a esso.

A peggiorare ulteriormente le cose ci si mette anche una pessima gestione della telecamera che costringerà il giocatore a numerosi e continui aggiustamenti della visuale (muovendosi tra l’altro in modo poco fluido) e che diventerà fonte di numerose arrabbiature ogni qual volta il protagonista si troverà vicino a un muro.
Qualche calo di frame rate e una IA avversaria non proprio eccezionale (la stupidità viene sopperita dalla quantità di avversari) ultimano le magagne a livello di giocabilità, che, per finire non risulta particolarmente ispirata nella sua controparte Live.

Il comparto multiplayer del gioco, infatti, è limitato alle modalità "deathmatch" e "deathmatch a squadre", in cui i giocatori non dovranno fare altro che massacrarsi a vicenda. Le modalità più interessanti del gioco (Tequila Time e abilità speciali), però, non sono assolutamente ben implementate e, sebbene sia possibile utilizzarle, saranno di ben poca utilità.

Anche dal punto di vista tecnico, purtroppo, Stranglehold non brilla di luce propria, rimanendo comunque un gioco di tutto rispetto.
L’uso dell’Unreal Engine dà bella mostra di sé soprattutto nella bellezza evocativa delle locazioni (bellissimi i vicoli di Hong Kong), ma non viene sfruttato quanto altre produzioni ci hanno abitutato a vedere. Se il protagonista e i comprimari principali sono ben caratterizzati, così non si può dire della massa degli avversari, tutti identici tra loro.

[img alt='Sebbene gradevole, il comparto grafico risulta afflitto da alcune pecche' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1197/picture17038.aspx[/img]

Estremamente fastidiose, poi, alcune compenetrazioni e oggetti "incastrati" a mezz’aria.
Buono invece l’utilizzo del motore fisico Havok che ben gestisce la fisica dei vari oggetti e il comportamento delle loro parti, una volta che vengono disintegrati sotto il volume di fuoco prodotto dai personaggi.

Il comparto sonoro, invece, non presenta grandi mancanze, se non quelle legate al doppiaggio in italiano dei personaggi, che come spesso accade è recitato come nella peggiore delle soap opera brasiliane. Suoni ambientali, effetti di esplosioni e armi e le esclamazioni in cinese Mandarino degli avversari, infatti, risultano piuttosto godibili e ben realizzati.

Stranglehold si presenta dunque come un buon prodotto che riesce a divertire, ma che non può ambire a essere un "most wanted" a causa delle imperfezioni che abbiamo finora descritto.
Riesce comunque benissimo a far rivivere il "feeling" dei film di John Woo e questo, per i fan del genere, è decisamente più che sufficiente.
Se le pellicole del regista cinese non vi sono mai piaciute, lasciate perdere, non amerete nemmeno il gioco, se invece avete visto "A Better Tomorrow" e "Face Off" un centinaio di volte, potrebbe essere il gioco che fa per voi.

La Pagella

Presentazione: 8
Il gioco trasuda "John Woo" da tutti i pori, dai menù alle cut scene. La buona trama, condita con la giusta dose di dramma, influisce notevolmente sulla votazione.

Gameplay: 7.5
Nulla di nuovo sotto il sole e un po’ ripetitivo, un gioco à la Max Payne infarcito di alcune piccole e pregevoli aggiunte. La pessima gestione della telecamera influisce negativamente sulla giocabilità.

Grafica: 7.5
L’Unreal Engine ci ha mostrato in moltissime occasioni le sue potenzialità, peccato che Stranglehold non le sfrutti appieno.

Sonoro: 7
Buoni gli effetti sonori, e le esclamazioni in cinese mandarino degli avversari, sufficiente il doppiaggio in italiano che risulta recitato con poca ispirazione.

Longevità: 7
Il gioco è sufficientemente lungo se giocato alla massima difficoltà. Se non vi annoia vomitare chili di piombo su un numero spropositato di avversari è il gioco che fa per voi.

Multiplayer Factor: 6.5
Deathmatch o deatmatch a squadre? Questo è l’unico quesito che vi porrà il comparto multiplayer di Stranglehold. Peccato che trovare una partita in Live sia quasi un’impresa.

Voto complessivo: 7.5

Non un capolavoro ma nemmeno un gioco da buttare, Stranglehold assolve alla sua funzione primaria: divertire. Anche se alla lunga può risultare monotono, se giocato come "pausa" tra prodotti più impegnativi può dare la giusta soddisfazione.

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