Sleeping Dogs

Activision, perché hai abbandonato Sleeping Dogs?

di • 29 agosto 2012 • RecensioneCommenti (0)1828

Non tutti conoscono la travagliata storia di Sleeping Dogs. All’anagrafe, True Crime: Hong Kong. Un gioco dell’altalenante ma nota serie True Crime, proprio così, rilevata da Activision qualche tempo fa insieme all’esclusiva degli studi United Front Games – quelli che hanno collaborato, peraltro, con Sony per Modnation Racers. Ne so a pacchi, grazie, e ora ne sapete anche voi. La domanda alla fine di tutto questo discorso, però, è: perché il publisher di Call of Duty ha mollato la presa su un gioco così interessante? Voglio dire, non era il progetto del millennio e tantomeno è diventato il GOTY, ma una possibilità gliela si poteva dare. Bisognava dargliela, e gliel’ha data Square Enix – brava Square Enix. Sleeping Dogs merita più di un’attenzione, nonostante l’iniziale diffidenza per una produzione salvata in calcio d’angolo, quella che un editore forse pieno di quattrini fino agli occhi non ha saputo dargli.

Ma questa, comunque, è storia passata. Non fa figo parlare dei precedenti “datori di lavoro”, UTF non l’ha mai fatto e gliene va dato atto, per cui iniziamo a renderci conto del gioco che abbiamo di fronte. Sleeping Dogs. Can che abbaia non morde? Se il cane dorme chi la fa la guardia? Micio micio bau bau? Sì, tutto questo e anche di più. L’originalità è raramente il punto di forza di questo gioco, forse lo sarà di questa recensione, ma quello che potremmo definire game design non è certo qualcosa di inedito per il mondo dei videogiochi: si passa da una missione all’altra sulla mappa di una città completamente aperta, e se non si vuole accedere allo step successivo della campagna ci si ritrova dispersi in un mare di piacevoli, magari ripetitive, quest secondarie. Fatto. Niente di diverso dalla formula proposta – imposta – da Grand Theft Auto. Ma ciò che conta davvero in questa faccenda è il contesto. Un duplice contesto, per così dire, che divide la Hong Kong (una ventata d’aria fresca per i free-roaming) dei buoni da quella dei cattivi. La Hong Kong della polizia, di cui il nostro protagonista a metà tra Stati Uniti e Cina è un fiero esponente, e quella della Triade Sun Yee On, di cui il nostro protagonista è un fiero esponente.

Qualcosa non torna, vero? Quel buontempone di Wei Shen, infatti, è un agente sotto copertura che tenterà di portare in galera il maggior numero possibile di mafiosi con gli occhi a mandorla. Ma, ma. Non è così semplice, perché questo personaggio dall’aria disincantata è cresciuto spalla a spalla con gli sgherri che dovrà arrestare e, forse o magari, eliminare. La linea rossa è sempre più sottile, allora, e si comprende ben presto che per valicarla ci vuole un attimo, un soffio di vento, un colpo di pistola. Un attimo.

Portate pure a spasso la vostra Ferrari (a trovarla): nonostante tutto e tutti, a fine missione sarà sempre lì, tirata a lucido, nel vostro garage

Se siete amanti delle sparatorie, comunque, Sleeping Dogs potrebbe non fare al caso vostro. Come la stessa serie Rockstar c’insegna, d’altra parte, non sta bene prendere un bazooka, arroccarsi su un tetto e fare strage di innocenti-barra-agenti di polizi… Ah, mi è appena venuto in mente che questo era il mio passatempo preferito in GTA III. In ogni caso, non è così che funziona per le strade di Hong Kong. Innanzitutto per motivi di narrazione: un poliziotto ha tutto l’interesse di questo mondo nel non distruggere la sua città di competenza, anche perché dovrà poi dar conto all’ufficiale di turno. In secundis, il gioco sente una fortissima attrazione per i combattimenti a mani nude o al massimo all’arma bianca, complice l’influenza di Batman: Arkham Asylum/City, che ricorda ben oltre il citazionismo, e della popolare disciplina del kung-fu. Ben vengano: le meccaniche degli scontri sono divertenti, varie come lo sono le prese e le mosse contestuali da eseguire, abbastanza difficili da far scappare e ricominciare una missione in una maniera degna più dei conigli che degli esseri umani.

Il tutto è supportato dall’assegnazione dell’esperienza, duplice come il contesto di cui sopra: le quest da mafioso sbloccheranno abilità degne della Triade, come ad esempio la possibilità di fare più danni in fase d’attacco, mentre quelle da “cop” serviranno ad agire più silenziosamente o a sbloccare qualche skill in più nel rapporto uomo-tecnologia (fantastico il mini-gioco d’hackeraggio in stile Sudoku). Quel che è impressionante, a proposito dell’XP, è che tutto serve ai fini dell’accumulo dei punti: persino andare a prostitute – pardon, in centri massaggi specializzati – ha un ritorno in termini di potenziamenti!

E poi mercati, in cui fare acquisti di vestiario e cibarie, oggetti sbloccabili sparsi per la città, relazioni da stringere (una in particolare), curiose vicende secondarie in cui mettere il becco. Insomma, contrariamente alle attese Sleeping Dogs offre un sacco di roba da fare.  Peccato per l’assenza del multiplayer – ne sentite proprio il bisogno? -, ma non sottovalutatelo.


Sviluppato da United Front Games e pubblicato da Square Enix, Sleeping Dogs è disponibile dal 17 agosto per PC, PS3 e Xbox 360.

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