Iniziando e portando a termine per ben due volte nel giro di appena due ore l’esclusiva PC Dear Esther, mi sono chiesto ieri se ci fosse un futuro per i videogiochi maturi su console e, in senso più stretto, su Xbox 360.
Prima di dare il via a questo “viaggio”, lasciatemi fare due premesse. Per ‘videogiochi maturi’ intendo qui i titoli che sperimentino con tematiche adulte e meccaniche innovative, lontani, insomma, dagli stereotipi degli action e sparatutto di turno. Inoltre, parlo di ‘console’ perché, specie in merito alla ricerca nel campo del gameplay, piattaforme come Steam e gli altri servizi solo-PC non hanno certo problemi di maturità; parlo di Xbox 360 perché, differentemente dai dirimpettai Sony, Microsoft non gode del privilegio di ospitare David Cage e il suo Quantic Dream nel portfolio degli sviluppatori – quindi niente Heavy Rain e Beyond: Two Souls (in foto), scusate Alan Wake e L.A. Noire se è poco.
Detto questo, guardiamoci in faccia e ammettiamo di essere delusi dalla lineup autunnale della nostra console di riferimento. Xbox 360 avrà l’esaltante Halo 4, il fantastico Forza Horizon, il presunto messia Fable: The Journey, ma nulla che esca dal seminato e che lo faccia nel pieno della potenza delle cosiddette triple-A. Microsoft sta relegando l’esplorazione ludica – se così si può definire quel mutuare generi provati altrove e fonderli con una discreta dose di sapienza – a Xbox Live e, per dirla tutta, la Summer of Arcade di quest’anno non ha avuto un certo Bastion, che, come pochi altri tra cui Braid, ha saputo illustrare la via della narrazione fusa agli eventi di gioco.
Per cui non voglio nascondervi un certo smarrimento nel vedere Xbox, un marchio nato per far sognare sotto l’aspetto tecnologico (a 360 gradi), ristagnare e gongolarsi in un finale di generazione che non ci riserverà alcuna sorpresa. Sebbene dalla scomoda posizione di chi deve inseguire, altrove si lanciano servizi come PlayStation Plus, che ho già avuto modo di elogiare, e nuove IP affidate a sviluppatori talentuosi, liberi in una certa misura di farsi le ossa con prodotti che magari non spaccheranno i botteghini, ma regaleranno un sorriso, una lacrima, un’emozione qualunque all’infuori dell’adrenalina da shooter.
Proprio perché siamo a fine generazione evito l’ingeneroso confronto col PC, che si permette anche di farci giocare titoli da un’ora e via, ma invito chi di dovere a non fidarsi della suscettibile utenza casual trascurando il cuore della fanbase; a non proporre la solita solfa e lo specchietto per le allodole delle nuove feature su Dashboard (mi riferisco non solo al prossimo update – IE sarà esclusiva Xbox Live Gold, vi rendete conto? – ma anche a Zune, che ormai è diventato un microcosmo a sé stante) tralasciando un mondo, quello dei videogiochi altrui, capace di andare oltre, di evolversi.
Ecco, sul fattore evoluzione, che conduce il medium videoludico verso il sentiero dell’intrattenimento originale e adulto, Xbox 360 è rimasta decisamente al palo.
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