Quello di Microsoft è stato un pre-E3 2012 altalenante tra il mediocre piattume di discorsi e contenuti riservati alla sola utenza nordamericana e la punta d’orgoglio espressa da 343 Industries e il suo (finalmente, il nostro) Halo 4. Nel mezzo, tre nuove IP a sorpresa – Matter, LocoCycle e Ascend: New Gods - che fanno tutto fuorché sorprendere perché ad oggi non ne sappiamo niente, una manciata di titoli third-party e i vari servizi che andranno ad ampliare l’offerta di Xbox Live.
Bene, benissimo. Ma i giochi? Perché si parla così poco di giochi, se, alla fin fine, Xbox 360 è una console da gioco? Non me lo spiego, ma è purtroppo questa la tendenza assunta dagli E3 di casa Microsoft negli ultimi anni, più o meno dall’alba dell’era Kinect. È finita sotto le macerie di Project Natal la potenza in grado di strappare accordi multipiattaforma e parlarne a bassa voce in chiusura di conferenza (Final Fantasy XIII); quella dei tatuaggi è definitivamente scomparsa e, con ogni probabilità, il suo carisma non si farà mai più vedere, impegnato com’è a gingillarsi con Battlefield 3.
Al di là della Ubisoft capace di strappare lo scettro a chiunque osi presentarsi dopo di lei, grazie a un Watch Dogs superbo (speriamo resista al dopo-E3 e non faccia la fine di I Am Alive) e a un supporto estremo e affascinante al Wii U, chi mi ha stupito davvero è stata Electronic Arts. Il tempo perso dietro alle statistiche e alle velleità comiche (vero tarlo della software house/publisher francese) è ridotto al minimo, perché il cuore dello show sono loro, i videogiochi. E quanti ce ne sono: EA può contare su un numero spropositato di developer dalla qualità eccelsa, da Maxis a Crytek, da BioWare a Criterion e senz’altro ne sto dimenticando qualcuno. Verrebbe quasi da chiedersi come mai non abbia pensato – come si diceva un po’ di tempo fa – di creare una propria console, con questo potenziale “bellico”.
Quel che manca a chi la console ce l’ha per davvero. Di Forza Horizon si era parlato qualche mese fa; Halo 4, uno dei pochi a salvarsi, doveva solo metterci la faccia e l’ha fatto alla grande. Ryse è sparito del tutto, a testimoniare la fretta di un annuncio che non doveva essere fatto, mentre Kinect, piattaforma a cui pure era rivolto il progetto di Crytek, ha continuato a farla da padrona con la partnership con Nike e la sua onnipresenza nelle app SmartGlass (qui MS tenta invano di recuperare terreno sul Wii U, persino portando, infine, Internet Explorer su Xbox Live) e Xbox Music. Servizi su servizi. Sembrava di star facendo la fila in posta, con tanto di pubblicità da leggere e “uh! Banco Posta! Grande offerta!”. No, non funziona così: vogliamo vedere i giochi, vogliamo sognare. Qualcuno ha imparato la lezione (ancora, Ubisoft, che così ha vinto l’E3), qualcun altro lo farà nei prossimi anni. Si Spera.
Aspettando Sony – manca poco meno di mezz’ora all’inizio della sua conferenza, mentre scrivo (si è poi giocata le sue carte: niente botto finale, show abbastanza piatto anche il suo ma i titoli non sono mancati, ndR) – e Nintendo, rimane il gigante francese l’unico exploit della fiera, con tutto il diabolico fascino di Electronic Arts e l’amore incondizionato per i capoccia di Redmond.
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Filippo Tozzi