Activision rompe la magia videoludica e non solo

di Paolo Sirio • 19 maggio 2012 • Videogames, inc. • Commenti (0) • 890

Nonostante la nostra “breve” assenza di una settimana, gli argomenti nell’industria videoludica non sono certo mancati. Dall’uscita di Diablo III, ludicamente parlando l’apice di una prima parte del 2012 non proprio esaltante, al lancio di Max Payne 3, a sua volta una conferma degli standard qualitativi di Rockstar, passando per il caso che possiamo con una certa piaggeria rinominare Icebreaker Gate – Project Icebreaker è il nome dell’ultimo scandalo scoppiato in casa Activision.

Discostiamoci un secondo dalle vicende prettamente videoludiche ed entriamo in una faccenda che rompe come per incanto la magia di questo mondo. Project Icebreaker. Dietro questo nomignolo, malvagio solo a leggerlo, si cela la cruda e tristissima realtà – Activision, come ogni altro colosso di cui parliamo quotidianamente, è un’azienda che deve generare profitti e che nel 90% dei casi non si fa scrupoli ad usare qualunque mezzo a sua disposizione per raggiungere la meta.

Si parla di sovvenzioni ai veterani di guerra? Pubblicità a basso costo e, da leggenda metropolitana, spuntatina dalle tasse a fine anno. Si spiega delle migliorie tecniche nella nuova, ennesima iterazione dello shooter di punta? Cazzate, il motore grafico è lo stesso e in un anno di lavoro cosa vuoi farci, oltre che un upgrade al quale sarà difficile fare caso. È questo il rischio: mischiare i due piani, fondere nella medesima realtà il business e il contenuto, l’oggetto del business, ciò che viene acquistato/venduto. Che è magico, quasi un feticcio, molto più di un DVD e di una custodia di plastica. Non mischiateli, per favore. Lasciateci credere che ai reduci ci tenete davvero e che il prossimo sparatutto sarà migliore sul serio, i panni sporchi lavateli in famiglia. E, soprattutto, non sbirciate nelle mail altrui.

Mood. Sono pensieri che possono avere effetti collaterali anche gravi, leggere attentamente il foglio illustrativo.

A proposito di Paolo Sirio

"A tempo perso" collabora con Eurogamer Italia e L’Ambasciatore, mensile locale su cui (naturalmente) si occupa di videogiochi. È l’editor in (master) chief di XboxWay. Seguilo su Twitter, Facebook o Google+