Devil May Cry HD Collection

Tanta quantità e poca qualità, si poteva fare di più per Devil May Cry HD Collection

di • 24 aprile 2012 • Senza categoriaCommenti (0)1382

Di HD Collection ne ho viste davvero tante in giro, negli ultimi tempi. Quella di Devil May Cry, comprendente i tre episodi iniziali della serie, è la prima che mi ritrovo a recensire, fatta eccezione per i numerosi remake in alta definizione di cui si nutre con piacere Xbox Live. E devo dire che, al di là degli anni che passano e mostrano il fianco a meccaniche ludiche ormai arcaiche, il gioco vale sempre la candela. Metti Silent Hill, Metal Gear Solid e Splinter Cell: a prezzo budget ti porti a casa produzioni d’altissimo valore, capaci di trascinarti indietro nel tempo e farti rivivere le notti magiche di quand’eri bambino. Fantastico. Il guadagno, in quest’ottica, c’è per i giocatori e anche (soprattutto) per gli editori che, senza la necessità di mettere mano al codice dei titoli, affidano a team esterni questi lavoretti di ripulitura grafica.

La software house del nostro è Foundation 9, assoldata per proporci questa rimasterizzazione in alta definizione che non offre niente rispetto ai valori derivanti dall’addizione dei singoli addendi – vale a dire Devil May Cry, Devil May Cry 2 e la Special Edition di Devil May Cry 3. Da un punto di vista tecnico, infatti, il lavoro svolto si è limitato allo scaling della definizione, del quale giovano i modelli dei personaggi e il colpo d’occhio sulla breve distanza. Il resto – la profondità, le texture o il comparto grafico evidenziato dalle cut-scene, ma anche gli stessi menù – non è per niente all’altezza degli standard della generazione corrente e delle rivisitazioni giocate nei mesi passati, perché è stato lasciato nelle stesse condizioni delle versioni PS2. Era lecito aspettarsi di più.

A difesa delle scelte di Capcom va sottolineato che le produzioni originali poco si prestano a remake riusciti come quelli citati in fase d’introduzione: i tre Devil May Cry in analisi sembravano all’uscita inconsapevoli dei limiti dell’hardware su cui giravano, con stacchi da regia hollywoodiana (infelici in Devil May Cry 2) e torsi nudi dall’addominale colpevolmente poco definito. Insomma, più che di Hollywood si poteva parlare  già all’epoca di cinepanettoni videoludici, graditi alle masse e un tantino insipidi per i palati più fini – non a caso la critica restò colpita dal primo episodio, action intenso ma con una cura da avventura in terza persona, e delusa dai successivi.

Devil May Cry 3: Il Risveglio di Dante

Ludicamente parlando, Devil May Cry HD Collection lascia inalterati pregi e difetti – per cui se non vi è piaciuto DMC2 continuerete a non amarlo, ma potrete almeno rigiocarlo -, che si codificano presto in un gameplay fresco, divertente e lucido per gran parte della campagna. Ci troviamo pertanto di fronte a un’anomalia nel mercato odierno di remake, reboot, pizze e fichi: un titolo, cioè, che risente degli oltre dieci anni trascorsi dall’uscita di partenza non per le meccaniche ludiche quanto per il comparto tecnico, con suono e grafica insolitamente sottotono. L’esatto opposto della compilation di Silent Hill, che è rimasto per ovvi motivi ancorato a camere fisse e movimenti legnosi.

Per queste ragioni, ribadisco, aspettatevi dall’ultima release Capcom “valori derivanti dall’addizione dei singoli addendi” e nulla che, graficamente parlando, non possa essere riprodotto con il giusto emulatore. Se non badate al sottile e avete apprezzato gli episodi originali o volete recuperarli, comunque, l’offerta del paghi uno (anzi, metà!) e prendi tre è sempre valida.


Sviluppato da Foundation 9 e pubblicato da Capcom, Devil May Cry HD Collection è disponibile dal 6 aprile per Xbox 360 e PS3.

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