Assassin's Creed III - le donne

Assassin’s Creed III, la pericolosa distinzione tra personaggi maschili e femminili

di • 28 marzo 2012 • Senza categoriaCommenti (0)3145

Donne e videogiochi, un tema scottante. “Ne discutiamo sempre. Penso molte persone lo vogliano”, è il parere di Alex Hutchinson, responsabile dei creativi al lavoro su Assassin’s Creed III. Ma “la storia della Rivoluzione Americana è una storia di uomini”, per cui Ubisoft ha scelto Connor, ancora un uomo, come protagonista del gioco.

La domanda che mi e vi pongo oggi è: c’è davvero bisogno di personaggi femminili all’interno dei videogiochi? O meglio: c’è davvero bisogno di distinguere tra personaggi femminili e personaggi maschili? Ecco l’idea che mi sono fatto in merito: no, non ce n’è bisogno; un personaggio è un personaggio al di là del sesso, e in base a ciò che fa (e dunque a ciò che è) lo si ama o meno. Dubiterei dell’intelligenza dei videogiocatori se pensassi che il loro amare/odiare un personaggio dipenda dal solo sesso, dalla sola bellezza – posticcia, naturalmente; virtuale – estetica. Per cui non mi preoccupa il discutibilissimo “se avessimo avuto solo uomini sulla scena e un’assassina che si muove silenziosamente in una folla di maschi, sarebbe sembrato semplicemente sbagliato. La gente avrebbe smesso di crederci” di Hutchinson, facilmente controvertibile se pensate che Connor è un moicano che si muove tra i colonizzatori britannici, quanto la distinzione uomo/donna fatta nella reale società e che rischia sul serio di finire anche nei videogiochi. Bisogna impedirlo.


Mood. Sono pensieri che possono avere effetti collaterali anche gravi, leggere attentamente il foglio illustrativo.

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