Recensione – Beyond Good & Evil HD (Live Arcade)

di • 7 aprile 2011 • RecensioneCommenti (0)1020

Quando Beyond Good & Evil venne lanciato nel 2003 – stiamo parlando della passata generazione di console – non furono in molti (e qui ci sta un bel “purtroppo”) a giocarlo e ad apprezzarlo. La solita disputa tra pubblico e critica, alla quale neanche un genio come Michel Ancel (creatore, tra gli altri, di Rayman) ha potuto sottrarsi. E per la quale è Ubisoft, oggi, a sentirsi un po’ in colpa. Chissà per quali ragioni. L’arrivo di una versione HD su Xbox Live Arcade (l’arrivo su PSN è previsto ma non è ancora stata fissata una data) va dunque letto su più livelli, almeno tre. Nel primo, c’è chi (come chi vi scrive) ha apprezzato a suo tempo il gioco originale e adesso ne approfitterà per scacciarne la nostalgia godendoselo sul nuovo televisore LCD (e con il pad wireless). Nel secondo, c’è chi invece non l’ha mai giocato e probabilmente lo farà adesso, spinto dalla curiosità di capire perché, negli anni, l’ultimo capolavoro di Michel Ancel sia diventato praticamente un cult.

La terza chiave di lettura, però, è forse la più importante. È quella che coinvolge la stessa Ubisoft, nonché quello che è ormai uno dei sequel più attesi, il seguito ufficiale dell’originale, costretto da anni a districarsi tra annunci, smentite, rumor e conferme, in un circolo vizioso che sta alimentando a dismisura l’attesa dei fan (strategia studiata ad hoc? Probabile). Ecco, Beyond Good & Evil HD potrebbe essere la cartina al tornasole, per la casa francese, grazie alla quale capire quanto solido sia, oggi, il potere di questo franchise. E il suo successo, in termini di download effettuati, potrebbe quindi decretare, almeno in parte, le sorti del progetto di nuova generazione.

Ma poco importa, per ora. Perché la vita va vissuta giorno per giorno. E oggi, per pochi euro, abbiamo la possibilità di riprendere in mano un capolavoro. Perché un buon gioco è come un buon film: si conserva negli anni e rigiocarlo è sempre un piacere. Perché un buon gioco è sempre attuale, e Beyond Good & Evil lo è, eccome. Cospirazioni, rivoluzioni, giornalisti e fotoreporter con l’obiettivo di smascherare le verità nascoste da eserciti e governo, desiderio di libertà. Sono tutti temi che la trama del prodotto Ubisoft è in grado di richiamare e che vestendo i panni dell’hillyana Jade potrete (ri)vivere in prima persona. Accompagnati da quel simpatico “sus sapiens” che risponde al nome di Pey’j (praticamente un maiale antropomorfo) e dalla vostra macchina fotografica, con la quale immortalare le innumerevoli specie viventi del pianeta Hillys per mettere da parte qualche credito da spendere in potenziamenti vari. Anche per l’hovercraft, il vostro mezzo di trasporto.

La risoluzione 1080p, le texture più nitide e pulite, il frame-rate fisso sui 60 fps, i colori più vivi, gli Achievements. Sono solo un (gradito) surplus. Quello che conta, ancora una volta, è la sostanza. Ve lo ricordate? Il gameplay è vario, è un mix di action, adventure, platform. I personaggi sono simpatici, coinvolgenti, intriganti. E lo stile artistico è unico. Questi sono gli elementi che hanno reso Beyond Good & Evil un capolavoro. Un precursore dei titoli di nuova generazione dai quali, per molti aspetti, non è ancora stato eguagliato. Di fatto, un gioco next-gen per Xbox, PlayStation 2 e Gamecube. Un “pesce fuor d’acqua” che oggi, finalmente, trova la sua vera casa.

Articolo di Sergio Giannone, originariamente pubblicato su Wired.it.

                                                                                

9

/10

 

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