Recensione – Perfect Dark (Live Arcade)

di • 17 marzo 2010 • RecensioneCommenti (0)880


Titolo: Perfect Dark
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Rare
Publisher: Microsoft
Data di uscita: 17 Marzo 2010

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Dieci anni per la costruzione di un mito. Perfect Dark viene rilasciato proprio nel 2000 su Nintendo 64 e, dopo un sequel che – titolo di lancio per Xbox 360 – stupisce sotto il solo profilo grafico, è già pronto a tornare in versione originale su Xbox Live, sfruttando le peculiarità della piattaforma Microsoft. Che si traducono, sinteticamente, in alta definizione e multiplayer.

Joanna Dark torna in azione. Lo fa nella sua avventura classica che, tra complotti e colpi di scena, si dipana in missioni affrontabili individualmente – previo addestramento opzionale nell’area dedicata – e introdotte da brevi cut-scene in lingua inglese (con sottotitoli italiani). Attraverso uno stile narrativo cronologico e concitato al punto da farci perdere il filo del discorso, la modalità principale ci ricondurrà fedelmente nelle location care ai fan Rare che non hanno, tra l’altro, subito alcun ritocco se non quello delle texture adattate ai nostri tempi. C’è da sottolineare subito, a scanso di equivoci, che chi si aspetta un forte impatto grafico resterà deluso: PD mostra tutti i suoi anni nel design estremamente asciutto delle ambientazioni (il primo livello è a dir poco caotico per quanto le stanze si assomigliano) e nello scarso dettaglio dei protagonisti che, pur beneficiando dell’HD come gli ambienti, danno a vedere gli inevitabili segni dell’età. Di particolare interesse, invece, il modo in cui la protagonista agiterà a destra e a manca la sua arma, restituendo un movimento estremamente realistico se confrontato con quello delle attuali produzioni: il braccio si muove in profondità e, proprio come nell’uscita di inizio secolo, non lascia solo al corpo l’onere di spostare l’ampio mirino visibile sul monitor; alla pressione del grilletto sinistro, inoltre, disporremo di uno zoom che renderà molto impreciso il nostro mirino e bloccherà il personaggio alla sua posizione, impedendogli di correre o, addirittura, camminare.

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Singolare, altro appunto alla giocabilità, che non ci siano checkpoint e salvataggi di sorta: comprendiamo che, all’epoca, la campagna fosse stata pensata per un consumo rapido, ma un’aggiunta simile, almeno tra i vari obiettivi, avrebbe evitato molti grattacapi all’utenza. Ci siamo ritrovati più volte a dover riavviare perché un macchinario funzionale al proseguimento del gioco era stato accidentalmente distrutto, e non vi nascondiamo che altrettante volte avremmo (poco) accidentalmente distrutto la nostra console. Stesso discorso per l’identificazione dei punti d’interesse sulla mappa: l’assenza di radar e frecce d’indicazione non permette al giocatore di trovare con la dovuta facilità l’oggetto del suo (spesso) lungo vagare, complicato dalla sopracitata sensazione di dejà-vù che ci ha accompagnato nella perlustrazione delle zone quanto semplificato dalle loro soddisfacenti dimensioni. L’intelligenza artificiale, per finire, non è stata modificata rispetto alla prima release e ci è dunque parsa di qualità piuttosto scadente: i nemici si piegheranno a qualunque tipo di approccio vorremo utilizzare, silenzioso o à la Rambo, per raggiungere il nostro target, senza opporsi con particolare forza e, anzi, perendo persino sotto un unico colpo di beretta; minima la capacità di organizzarsi contro l’avversario, limitata all’ammucchiata selvaggia che saremo in grado di risolvere con l’immancabile sventagliata di mitra.

Alla mancata sorpresa del rifacimento grafico in HD corrisponde la soddisfazione per un più che adeguato utilizzo delle potenzialità di Xbox Live. Il remake della casa britannica può contare su un deathmatch a otto giocatori e una modalità cooperativa che ospita fino quattro utenti a schermo condiviso e due online. Le classifiche terranno alto il livello di sfida, in particolar modo per abbassare i tempi di completamento del titolo, anche se questo – complice una longevità in single-player tutt’altro che favorevole – non vi manterrà per molto incollati alla console.

Il "nuovo" Perfect Dark può accontentare i vecchi appassionati della bella spia futuristica ma, se letto in chiave moderna, non si dimostra particolarmente indicato ai neofiti; lo consigliamo a quanti, ingolositi dalle leggende su Joanna Dark e dalla spettacolare colonna sonora con cui sembra duettare, siano intenzionati a riscoprire un pezzo della storia recente di Nintendo.

Voto Complessivo: 7

 

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