EA Sports Grand Slam Tennis 2, per gli amici Grand Slam Tennis 2, è un vero e proprio inno allo sport di casa Electronic Arts. Un inno che, della Electronic Arts che ha fatto dello sport un’autentica ragione di vita, ripercorre ogni singola tappa del developer/publisher, prendendo qua e là (ma soprattutto da Fifa) gli ingredienti necessari alla costruzione di una degna simulazione tennistica.
Sia chiaro da subito: GLS 2, così lo chiamano quelli che ci hanno un rapporto molto stretto, ha tantissimo da migliorare. Proprio come lo aveva Fifa cinque anni fa. Fate pure i vostri calcoli, come li avranno fatti i capoccia di EA che per il momento prendono quel che viene da critica e pubblico, ma che un giorno, forse nemmeno troppo lontano, potrebbero guardare dall’alto 2K e Sega.
Fino ad allora, ci ritroviamo con un titolo estremamente classico nella sua composizione: carriera single-player, ESPN Grand Slam Classics, editor e multiplayer offline o via Xbox Live, sfruttando il tema degli Slam e la battaglia tra le nazioni. I novelli tennisti non potranno fare a meno di iniziare la propria personalissima campagna nel mondo di racchetta e polsini: dopo aver creato, con un certa cura, il protagonista di quest’avventura, il giocatore potrà lanciarsi in dieci anni di incontri e allenamenti. Pochi? Tutt’altro. Vedrete che, se siete un minimo smaliziati per il genere, vi ritroverete ad aver vinto tutti i tornei del Grand Slam tra il primo e il secondo anno. Un grande limite del gioco: il livello di difficoltà sembra strizzare eccessivamente l’occhio ai novizi, che, con un personaggio dal livello 35 (mentre, per dirne uno, Murray si assesta a 79), saranno in grado di battere con facilità pressoché chiunque.
La costituzione della modalità, d’altra parte, è davvero elementare, ma prende in qualche caso delle decisioni ambigue: l’unico modo per far crescere il “protagonista, ad esempio, è attraverso degli allenamenti specifici, anche piuttosto complessi nella loro scarsa articolatezza. Per cui, pur vincendo l’impossibile, il Paolo Sirio di turno rimane al suo (pessimo) livello 35, se non è in grado di superare queste “sfide” proposte dagli sviluppatori. Assurdo che, in termini di difficoltà, si tolga da una parte e si rimetta in un’altra.
Oltre al non eccessivamente popolato multiplayer e alla già citata carriera, Grand Slam Tennis 2 offre l’interessante modalità ESPN Grand Slam Classics. Non fatevi spaventare dal nome: si tratta di una serie di scenari estrapolati dagli anni ’80 ad oggi e raffiguranti i match storici dello sport. Finali di Wimbledon, incontri al Roland Garros, sfide agli Open australiani e americani (i quattro tornei che, esclusivi, danno il nome al gioco) tutte da vivere e ricordare, per chi c’era, o apprendere. Ma, al di là dell’effetto nostalgia, bisogna prendere nota di una curiosità: il livello di difficoltà, su cui mi soffermo nuovamente perché è fondamentale ai fini della longevità complessiva, sembra qui aumentare con la giusta gradualità. Man mano che si viaggia a ritroso dagli anni 2000, insomma, ci si ritrova con campioni sempre più grandi e con sfide, di conseguenza, notevolmente maggiori. Non ho avuto problemi enormi a liquidare l’intelligenza artificiale, ma almeno ho goduto della sua presenza.
Se le novità strutturali mancano, nel segno di una ritrovata familiarità, lo stesso non si può dire del gameplay, che fa una netta distinzione tra i comandi Arcade e quelli da Racchetta Totale. Sotto l’etichetta Arcade, creata probabilmente anche per screditare i concorrenti che ne fanno ampio uso, troviamo i controlli usualida A, B, X e Y: i più semplici a cui approcciarsi, non c’è dubbio, perché con loro GLS2 ha il feeling di un Top Spin qualunque. Che non è male. Parlando di Racchetta Totale, invece, EA si riferisce alla nuova gestione dei colpi e dei servizi, che avviene tramite la sottostimata levetta analogica destra. Laddove la già citata simulazione 2K la sfruttava per dare un certo effetto alla pallina, gli sviluppatori canadesi l’hanno messa completamente a disposizione degli utenti che vogliono un maggior controllo sulle proprie traiettorie: basso-sinistra e alto destra per il top spin, su in tutte le direzioni per il colpo piatto e così via. Lo stesso servizio è rivoluzionato da queste meccaniche, che lo portano felicemente a diventare una zona non più morta della partita. Il risultato è una nuova sfida per quei giocatori ormai imbattibili su ogni tipo di campo e un buon passo verso la personalizzazione dello stile di gioco, da tenere purtroppo nei limiti di uno stick non proprio precisissimo e di un leggero lag che, in qualche circostanza, mi ha impedito di concretizzare le mie idee da campione nato (con la camicia e non, anzi, con la polo Lacoste). C’è da lavorarci su, insomma, ma se questo è il punto di inizio… tenete d’occhio questa serie, ragazzi.
Un’ultima, spiacevole e doverosa annotazione per il comparto tecnico. Graficamente siamo sugli standard imposti dalle produzioni precedenti, quindi nulla, o quasi, da eccepire. Le animazioni, invece, rappresentano un tasto dolente, che, ahimè, salta immediatamente all’occhio: i movimenti sono spesso e volentieri legnosi, e talvolta sembra addirittura mancare la congiunzione tra l’uno e l’altro. Al di là dell’aspetto visivo, da tenere comunque in grande considerazione se si vuole tenere alto il realismo e la magia dello sport, questo spinge di tanto in tanto a considerare in maniera errata le possibilità che un tennista arrivi a una palla molto distante: anche quando hai già dato per vinto il game, c’è quell’improvviso scatto, non “giustificato” dalle animazioni visibili, che ti frega alla grande. Ne faccio una questione di bilanciamento, quindi, più che di mera gradevolezza ai sensi.
La carne al fuoco c’è ed è tanta. Speriamo solo che Electronic Arts non la bruci sull’altare del guadagno immediato e della scarsa pazienza: ancora una volta, Fifa docet.
Sviluppato da EA Sports e pubblicato da Electronic Arts, EA Sports Grand Slam Tennis è disponibile per Xbox 360 e Playstation 3 dal 10 febbraio.