Saints Row: The Third

Saints Row: The Third, in scena la volgarità goliardica

di • 15 dicembre 2011 • RecensioneCommenti (0)1719

Saints Row: The Third è con ogni probabilità il gioco più volgare ad essere sbarcato quest’anno nei nostri negozi. L’aspetto migliore della faccenda è che, fortunatamente, non si tratta di una volgarità seria, pesante, ma di qualcosa che è sempre vicino ai canoni della goliardia: la parodia a suon di parolacce dell’ormai leggendaria introduzione dei vari Star Wars, la possibilità di far crescere il sex appeal modificando le “proprie” dimensioni o di picchiare, con un dildo viola, gang di sole ragazze e zombie. Insomma, il vento è un tantino cambiato e me ne sono accorto fin dalla prima sessione.

Premesso che non ho giocato a Saints Row II perché, francamente, la serie mi è spesso parsa uno scimmiottamento gangster-style di Grand Theft Auto, ho colto una notevole variazione sul tema apportata da Volition. Gli sviluppatori nordamericani hanno tentato di costruire un’identità di gioco (forse con un pizzico di ritardo), e l’hanno fatto provando a non buttare via quanto era stato ideato fino ad oggi. Da qui la storyline legata al passato del franchise, ai fasti di una gang diventata, potere dei media, idolo delle folle e fuorilegge nel giro di pochi anni. E sì, è da qui che il giocatore è chiamato a ripartire: la vendetta, o la revengeance, come a qualcuno piace dire, di una squadra di malavitosi è l’input ideale per rimettersi in pista. Ma, c’è un ma, il problema di una trama così forte sta nel fatto che questa, da starring partner di titoli che ne fanno volentieri a meno, diventi improvvisamente protagonista non pervenuta. È un po’ lo stesso dilemma di GTA IV, che per lunghi tratti è stato schiacciato dalle vicende di Niko Bellic e soci, che, fino a The Ballad of Gay Tony, non ha avuto il mordente di un gameplay insano come nei predecessori. Il punto di domanda con The Third è: riusciremo a non farci invischiare in (talvolta stupide) questioni di storyline?

Nella città disegnata dai creatori di Red Faction non c’è moltissimo da fare. L’impressione iniziale è che, sbarcati a Steelport dopo due missioni introduttive, si abbia immediatamente un potere eccessivo: armi, auto, di tutto e di più. Tale aspetto è senz’altro dovuto alla storia di cui sopra, ma finisce per svilire un gameplay non propriamente dei più vari, che, privato della progressione tipica del genere, rischia sul serio di venir meno alla lunga. La pressoché totale assenza della polizia dà l’ultimo tocco a un quadro ricco di spericolata esageratezza: mi è capitato di tamponare una pattuglia, lasciare il mio veicolo, sparare con una carabina al povero agente e rubargli l’auto. Il tutto in un silenzio tombale, e a nemmeno un’ora dall’inizio del gioco. Fate pure i vostri calcoli, ma per me siamo di fronte a una sproporzione pericolosissima.

Ed è dunque consci di questi limiti, di queste scelte stilistiche e di gameplay che vi consiglio di approcciarvi a Saints Row: The Third. Un buon titolo, ma molto diverso da quello che era stato l’input originario della serie e, pertanto, potrebbe non far impazzire dalla gioia i fan di vecchia data.


Sviluppato da Volition e pubblicato da THQ, Saints Row: The Third è disponibile dal 18 novembre per Xbox 360, PlayStation 3 e PC.

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