Nell’ultimo numero della nostra rubrica Videogames, inc., prendendo spunto da una recente dichiarazione di Goichi Suda (al secolo Suda51), Paolo ha tirato fuori l’argomento delle nuove proprietà intellettuali e di quanto sia difficile, in un mercato sempre più dominato da sequel con numeri su base periodica (in senso matematico), avere successo facendo leva su nuovi personaggi, nuove ambientazioni, nuove storie. Si parlava di Shadows of the Damned. E si parlava, quindi, di Electronic Arts.
Oggi tocca a Mirror’s Edge. E si parla ancora di Electronic Arts.
Mirror’s Edge è uno di quei giochi che, in qualche modo, hanno segnato l’attuale generazione videoludica. In positivo, s’intende. L’ha segnata rivoluzionando l’approccio alla visuale in prima persona e di conseguenza creando un nuovo sotto-genere. Chi l’aveva mai visto un platform in soggettiva?
Era il 2008 quando Mirror’s Edge arrivò sul mercato. Lo amai, lo giocai, lo recensii. Ma la rivoluzione introdotta dagli svedesi del team DICE, gli stessi che in questi mesi sono al lavoro sull’attesissimo Battlefield 3 (a proposito, abbiamo provato la beta), non bastò – specie nell’immediato – a convincere il grande pubblico. E il gioco, almeno per gli elevati standard del publisher americano, non fu il successo sperato. In totale, comunque, ad oggi ha venduto 2 milioni di copie. Non sono certo poche, ma Need for Speed: Undercover (un altro videogioco targato EA, uscito nel 2008 e con costi di sviluppo senza dubbio inferiori) ha registrato qualcosa come 5,2 milioni.
Nonostante tutto, la creazione svedese continua a far parlare di sè, soprattutto alle luce di un sequel le cui sorti, negli anni, sono cambiate quasi di giorno in giorno, ma che è sempre più vicino a diventare realtà. Oggi, il produttore Patrick Liu definisce il franchise “un cult”, con un’enorme base di fan che, passatemi la malizia, potrebbe essersi creata anche grazie a quel sapiente tira e molla: “Mirror’s Edge 2 arriva!”; “no, non arriva”; “io dico che ci stiamo lavorando!”; “ma non è vero, no…”. Insomma, capite cosa intendo? Se n’è parlato talmente tanto che alla fine l’attesa – chissà, magari inconsciamente, magari anche in chi non aveva particolarmente amato (o persino giocato) il primo episodio – è cresciuta.
Ma questo sequel è in sviluppo? Ci giocheremo mai? L’ultima dichiarazione ufficiale di un esponente EA risale a pochi mesi fa, quando Frank Gibeau lasciò intendere che Mirror’s Edge 2 non solo è in lavorazione, ma sfrutterà anche il potentissimo motore grafico di Battlefield 3: il Frostbite. Lo scorso luglio furono le parole di Patrick Soderlund a riaccendere definitivamente la speranza dei fan: “Ho amato Mirror’s Edge e ciò che abbiamo fatto con Mirror’s Edge. Non abbiamo abbandonato il franchise. E stiamo lavorando a qualcosa, ma non posso dire altro”.
E oggi? Il già citato Patrick Liu, ai microfoni di Spong.com, si lancia in un’uscita dall’inequivocabile interpretazione.
“Conosciamo i punti di forza e di debolezza del nostro gioco. Se rilasciassimo un nuovo capitolo, sapremmo cosa migliorare e come raggiungere un pubblico più vasto. Penso, quindi, che ci sia mercato [per un sequel]“
Dalla Svezia ne sono convinti, insomma. Con qualche accorgimento, Mirror’s Edge 2 sarebbe in grado di rivolgersi a un’audience più vasta e di riscuotere quel grande successo che il prequel non era riuscito a raggiungere. Resta comunque l’incognita publisher: se Patrick Liu è riuscito a convincere Electronic Arts, così come ha già convinto noi, Mirror’s Edge 2 arriverà. Abbiate fede.
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