Dire Giappone è come dire videogame, per certi versi. La nascita dell’industria legata ai videogame trova una profonda radice nella terra orientale, patria di case come Nintendo o, ancor più indietro, di Atari, primogenito dell’era videoludica moderna. Una nazione avvolta nello sviluppo tecnologico è però rimasta esclusa dall’avvento di Xbox One, console next-gen che, a differenza di Sony con Playstation 4, ha deciso di prolungare l’attesa dell’utenza giapponese.
Come si può spiegare il fatto che Microsoft, uno dei principali producer a livello planetario, abbia atteso circa quattro mesi prima di annunciare l’approdo della sua piattaforma sui lidi nipponici? Beh, per rispondere occorre fare un passo indietro e analizzare quello che la storia “commerciale” ci ha tramandato, in modo da comprendere il legame (se così si può definire) tra mondo videoludico orientale ed occidentale.
L’annuncio della prossima uscita di Xbox One in Giappone è arrivato in queste settimane, insieme ad altre “aperture” di frontiera della casa americana: sono infatti 26 i paesi che usufruiranno della fornitura di questo hardware, tra cui Portogallo, Olanda e Repubblica Ceca.
Eppure (non ce ne vogliano gli utenti di queste nazioni) è paradossale ed apparentemente inspiegabile che un territorio come quello del Sol Levante sia rimasto in coda come un “comune mortale” per vedere l’arrivo del corriere di Microsoft. Dopotutto stiamo parlando del paese che ha dato i natali all’industria videoludica mondiale e che annovera sul suo territorio un elevato numero di Software House da cui fuoriescono i principali prodotti del settore (Square Enix, Konami e Namco per citarne alcune).
Se però si approfondisce l’analisi, spostando il tiro su altri punti interrogativi, sorgono ben presto i motivi che hanno portato Microsoft ad un ritardo significativo nel lancio del suo diamante. Sin dai primi approcci di Xbox al mercato nipponico, avvenuto nei primi anni 2000, il feeling con la “scatola X” non è mai sbocciato: vendite di poco conto se confrontate con quanto potevano vantare gli altri due colossi del mercato, ovvero Sony e Nintendo. Quest’ultima, indiscussa regina dell’economia videoludica in Giappone, hanno risaltato ancor di più, con i suoi numeri di vendite, quell’apatia degli utenti ad una console decisamente diversa dalle due antagoniste. Niente di meglio è poi riuscita a fare Xbox 360, con nemmeno 2 milioni di pezzi venduti contro i quasi 10 di Playstation 3 e la dozzina di Nintendo.
Solamente dal punto di vista economico (di certo un aspetto da non trascurare – quello dei conti), analizzando gli andamenti di mercato, le probabilità di successo sembrerebbero minate alla base da un’insofferenza pressoché istantanea da parte dell’utenza nipponica.
Non ci sentiamo tuttavia di forzare la mano su quanto preferito dagli asiatici: la decisione di esporre la propria “merce” in questa vetrina dopo aver effettuato ben quattro mesi di esclusiva distribuzione occidentale non può di certo essere vista come un azione stile fidelity da parte della massa, o quanto meno riscuotere un cambio di tendenza nell’andamento dei numeri di vendita. L’orgoglio, in questi casi, può giocare tiri davvero bassi per le finanze delle società che decidono di investire in altri siti.
Stiamo però parlando di videogiochi e sappiamo bene come non esista altra platea più apprezzata per i prodotti di questo settore, soprattutto se derivanti da tecnologie next-gen. Questo Microsoft lo sa bene ed è per questo che, per addolcire una pillola altrimenti troppo amara, ha impegnato molte delle sue risorse nella ricerca della presentazione d’impatto, che riesca a catturare l’attenzione anche dei più scettici. Per fare ciò il palco designato è quello del Tokyo Game Show, in programma dal 18 al 21 settembre: all’interno di questa manifestazione Xbox One farà la sua apparizione nel Sol Levante, annunciando una grandiosa esclusiva per i possessori della console. Attualmente non esistono altri dettagli se non l’euforia di Phil Spencer nell’attendere l’arrivo della sua X1 all’evento clou del settore in Giappone.
Anche qui, tuttavia, nascono alcune perplessità e dubbi circa la riuscita del piano commerciale di MS: basterà davvero un esclusiva per poter far cambiare “sponda” ai fan di PS4 e Nintendo? Non possiamo dirlo, al momento, non avendo alcun dettaglio ulteriore in merito. Quel che è certo è che ci vorrà molta fatica da parte dei producer americani per conquistare una folla decisamente faziosa per le cause rivali, ancor di più dopo una “cortina di fumo” nella quale Xbox One si è celata per molto, troppo tempo agli occhi del Giappone.
Un giudizio parzialmente negativo quello legato al lancio di Xbox One in Giappone; terra, quella orientale, nella quale l’ultima creazione di Microsoft dovrà andare incontro alle statistiche che la vedono sfavorita rispetto alle avversarie ed un pubblico che senz’altro inizierà l’approccio alla piattaforma con pregiudizio. Sapranno Phil Spencer & C. conquistare il cuore dei samurai?