La storia di Watch Dogs potremmo accumunarla a quella dei racconti Disney, ma al contrario.
Generalmente nelle fiabe, il principe è un rospo e con il bacio della donna amata si trasforma nello stereotipo a cui tutte le donne ambiscono; bene, il titolo di Ubisoft è l’opposto.
Presentato in pompa magna all’E3 nel lontano 2012 e previsto in contemporanea con il lancio della next-gen, Watch Dogs ha subito numerosi ritardi e rinvii, che hanno permesso all’hype che echeggiava intorno al titolo di aumentare. Questo, però, sino al fatidico 8 marzo, data in cui con un bel video di gameplay è stata annunciata la data d’uscita.
Grafica visibilmente downgradata, fisica peggiorata, modelli poligonali dei personaggi completamente modificati (in peggio) hanno fatto sì che nei videogiocatori che riponevano la loro fiducia in questo titolo si creasse una sorta di sconforto. Del gioco presentato due anni fa rimangono solo il nome e le ambientazioni, in quel di Chicago.
I tratti distintivi di Watch Dogs sono sempre quelli, un uomo contro il sistema, e cosa può combattere il sistema meglio dell’oggetto che lo rappresenta? L’onnipresente smartphone che ormai è entrato prepotentemente nella vita di ogni individuo – dai bambini agli anziani, tutto sono sempre connessi ed interconnessi.
L’idea di base del titolo è semplice: grazie all’interazione con lo smartphone siamo in grado di controllare tutta la città, comprese le persone che la popolano, complice un chip sottocutaneo.
L’intenzione degli sviluppatori è chiara, raccontare come questi oggetti di uso comune stiano invadendo le nostre vite e come questi stessi oggetti che ci semplificano tanto la vita si possano trasformare in vere e proprie armi in grado di violare la nostra privacy, rendere le nostre informazioni di dominio pubblico.
La città scelta da Ubisoft come location per Watch Dogs è Chicago, la terza città più popolosa degli States, che nel corso degli anni ha subito numerose catastrofi, come incendi e terremoti che hanno costretto la popolazione a ripartire da zero – come la fenice che rinasce dalle ceneri.
Il team di Ubisoft Montreal ha ricreato minuziosamente ogni angolo della città, persino i cunicoli sotterranei utilizzati dalla malavita per il commercio di alcool nel periodo del proibizionismo. Una caratteristica peculiare di Chicago è la presenza di numerose telecamere di sorveglianza che hanno permesso agli sviluppatori di ricreare con facilità una città perennemente controllata e sorvegliata.
Grazie al suo terminale, il giocatore potrà interfacciarsi con qualsiasi elemento presente nello scenario, potrà controllare l’accensione dei semafori, l’abbassamento dei paletti che regolano il traffico, potrà far alzare un ponte all’occorrenza e far esplodere auto. Tutto questo con la semplice pressione di un tasto: hack.
Sarà proprio questa l’abilità che ci permetterà di andare avanti e progredire nelle missioni, rendendo dinamica l’azione e tentando di non annoiare mai il giocatore; non ci troveremo mai a dover affrontare un inseguimento con la polizia uguale al precedente o una missione secondaria allo stesso modo di un’altra. Sarà inoltre nostra premura origliare e cercare di capire cosa ci stia succedendo intorno, grazie all’uso dell’onnipresente smartphone, per scovare nuovi obiettivi.
L’evoluzione del personaggio ricopre un’importante componente di Watch Dogs. Sarà possibile compiere azioni sempre più complesse con il progredire del livello del personaggio, o meglio del suo accessorio, che sarà potenziabile attraverso negozi specifici.
Ubisoft ha annunciato anche una componente multiplayer, disattivabile in ogni momento dal giocatore, che permetterà agli altri hacker sparsi per il mondo di entrare nella nostra partita e rubare il nostro bottino o hackerare per noi alcuni sistemi e infastidirci durante un inseguimento con la polizia.
Il titolo è gestito da un motore grafico pensato per le nuove console, il Disrupt Engine, che mostra i muscoli nella versione PC dove effetti di luce, particellari e metereologici fanno la loro sporca figura. Il problema venutosi a creare subito dopo la presentazione è che Ubisoft, nel 2012, non disponeva ancora della versione definitiva dell’hardware delle console next-gen: un elemento che ha causato poi tutti i problemi di downgrade grafico del titolo, cui abbiamo potuto assistere nel video di annuncio della data di uscita.
La durata di Watch Dogs si assesterà intorno alle 35 ore, in linea con i canoni a cui ci ha abituati Rockstar, a cui si aggiungono altre 60 ore circa se si intende completarlo al 100%. Non sappiamo se questo fattore, unito al comparto multiplayer, riuscirà a renderlo il capolavoro che Ubisoft si aspetta.
Per ora, l’editore francese ha deluso le aspettative di tanti giocatori e si sa, abbiamo l’esempio lampante dell’Xbox One, quando il legame di fiducia che unisce acquirenti e sviluppatori si rompe… difficilmente si riesce a ricucire. Non ci resta che attendere il 27 maggio per scoprire come andrà a finire.