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Uno dei titoli di lancio più attesi su Xbox One, Dead Rising 3 è la nostra portata principale per lo Zombie Day che vi stiamo proponendo oggi. L’altra, forse più interessante e tempestiva, consiste nel primo DLC del gioco, di cui si è occupato il nostro Felice Di Giuseppe. Ce n’era davvero bisogno? Vale la pena investirci? E, soprattutto, la smetterò con tutte queste domande?

Prima di iniziare, però, facciamo qualche passo indietro fino ai mesi scorsi. Xbox One, appena uscita, è a caccia di titoli di lancio che rendano sensato il suo acquisto. Ryse: Son of Rome ha diviso la critica, FIFA 14, Call of Duty: Ghosts e Assassin’s Creed IV: Black Flag altro non sono che gli ennesimi esponenti di serie affermate e già disponibili altrove, per cui tale caccia è dettata più dalla necessità del leone che dal puro piacere del bracconiere. Cosa c’è di meglio, allora, di un gioco di zombie per unire gli appassionati sotto l’egida della nuova console di Microsoft?

Chiedetelo a Capcom Vancouver. L’ex studio Blue Castle continua a presentarsi “in scena” con il solito mix di pregi e difetti. Da un lato abbiamo una formula che, non me ne vogliano, rappresenta l’anti-videogioco in genere: obiettivi poco chiari e appaganti, senso di sfida irrisorio e tutto subito, come se lanciarsi in un’orda di non-morti più e più volte non costituisse da sé già il mezzo di godimento principale per un adolescente o tale wannabe.

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Intendiamoci: anch’io mi sono divertito, una volta. Due volte. Tre volte, via. La quarta volta, però, ho iniziato a chiedermi cosa stessi realmente facendo, se non abbattere carne virtuale a ripetizione, e cos’avrei potuto fare per occupare in maniera più sensata il mio tempo libero. Non un limite del gioco, ma dei meccanismi che sottostanno ad un intero genere: aggiungeteci una trama o non so cos’altro, noi siamo qui a pagare i vostri stipendi e giudicarvi. La fase creativa spetta a voi, sorry.

Dall’altro lato, invece, abbiamo una realizzazione tecnica almeno discutibile. Il frame-rate instabile non era niente di chissà quanto intollerabile, mentre lo erano gli incomprensibili cali di qualità sugli scenari aperti: viaggiando in auto, ci si ritrovava di fronte a panorami da PS2, con una risoluzione infima e un livello di dettaglio paurosamente sottotono. La tardiva mega patch delle scorse settimane – a proposito: Dead Rising 3 completo quanto occuperà? 100GB? – pare abbia sistemato un bel po’ di cose.

Di questo mi rallegro, naturalmente, ma come potete immaginare non può certo far piacere ritrovarsi con qualcosa di monco tra le mani, specie al day one di una piattaforma. Con esperienze che nel bene o nel male definiranno l’opinione degli utenti nel breve e medio termine. Vogliamo parlare dell’instabilità della co-op? Del lag anche della chat vocale, così massiccio da far sembrare di stare parlando con un lontano parente costaricano? No, meglio glissare: il giudizio globale sarebbe ancora più severo di quanto effettivamente il lavoro di Capcom meriti.

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Già. Perché qualcosa di buono, a ben vedere, c’è. Come dicevo qualche riga fa, mi sono seriamente divertito nelle prime ore di gioco, quando la paura di un nuovo Dead Rising 2 era soltanto quello – una paura. Il sistema di combinazione delle armi, ora esteso anche ai veicoli, è qualcosa di spettacolare e gratificante, comprensivo di alcune citazioni da sbellicarsi dalle risate (fantastica quella di Street Fighter).

E la stessa grafica, poc’anzi criticata, è capace di fornire diversi scorci da vera next-gen: il caso dell’autostrada, con centinaia e centinaia di zombie sparsi sullo schermo per un effetto visivo sbalorditivo, è esemplare e indicativo delle potenzialità di questa macchina. Ed è anche un peccato, vi dirò, che non sia stato possibile concedere qualche mese in più alla fase dello sviluppo: la deadline del lancio è stata piuttosto restrittiva, e la patch di cui sopra ne è la prova. Al di là dell’aspetto critico, da fan più che da utente c’è da esserne felici.

Felici come per il doppiaggio in Italiano: migliorabile, certo, ma è sempre soddisfacente vedersi considerati un po’ più del passato. E poter rimpiangere, così, i “bei tempi” di quando i nostri personaggi preferiti parlavano soltanto un magnifico Inglese.

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A conti fatti, dunque, Dead Rising 3 non sfugge alle logiche tipiche dei titoli che accompagnano i lanci delle nuove console. Questi, di norma, sprizzano incompletezza da tutti i pori e il prodotto confezionato da Capcom Vancouver prevedibilmente non costituisce certo un’eccezione.

Altrove si è deciso di proporre un discorso qualitativo (o presunto tale), mentre Microsoft ha spinto prima di tutto sulla quantità. Nell’eccitazione del day one, con ogni probabilità, certi difetti non li avrei neppure fatti presente; col senno di poi, che ovviamente si sta facendo sentire in questo freddo febbraio, non mi è parso corretto chiudere gli occhi e suggerirvi un acquisto tralasciabile.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.