In questi giorni si parla solo di Xbox One. Notizie su notizie, recensioni su recensioni. Giusto, ci mancherebbe. Ma avete provato a mettervi nei panni di chi non ha ancora fatto il “salto in avanti” (sì, volevo tradurre quel “Jump ahead” che scimmiotta quel vecchio e caro “Jump in” a cui, onestamente, ero molto più affezionato)? Beh, io sì.
Chi meglio di me potrebbe rappresentare questa categoria… Voglio dire, il fondatore di XboxWay che non ha ancora una Xbox One? Ebbene sì. C’è crisi, ragazzi. E quindi vi sono vicino. Sono vicino a chi non ha ancora una Xbox One per scelta, perché magari è ancora troppo preso dall’atmosfera estiva di GTA V, in un mese di novembre che più freddo non si può; ma sono ancora più vicino a chi non ce l’ha perché non può permettersela. Fermo, fermo lì: tu che stai per dire che nella vita ci sono problemi ben più gravi. Fermo. Lo so.
Sono vicino a tutti voi, insomma. E sapete cosa? Mi sta venendo una voglia incr- no, no. Sto bene. Anzi, sono talmente immune all’hype della nuova generazione che ogni volta che guardo uno screenshot di Ryse: Son of Rome vorrei dire “Xbox, on” e accend- no, no. Continuo a guardare lo screenshot e penso che, in fondo, che cazzo sarà poi di così speciale?
No, dai. Scherzi a parte, devo ammettere che un po’ di voglia di “saltare in avanti” ce l’ho. La sto maturando, poco a poco. Ma niente è ancora riuscito a farmi dire “ok, questa console deve essere mia, non posso farne a meno”. Ricordate l’effetto “wow” dei circuiti cittadini di Project Gotham Racing 3 al day one di Xbox 360? Io sì, eccome se lo ricordo. Rimasi a bocca aperta. Quest’effetto, oggi, non c’è. O forse non c’è ancora. O forse devo solo aspettare di poter prendere in mano un controller e farmi un giro a Forza Motorsport 5, non lo so. Sta di fatto che non c’è.
Probabilmente, anzi, sicuramente, ci sarà quando tra qualche tempo inizieremo a vedere i primi video di Quantum Break. Allora si che inizieremo a ragionare. Nel frattempo, continuo a guardare di tanto in tanto quei famosi screen di Ryse, che sanno (giusto un po’) di next-generation, e tuttavia non sanno d’altro. Non c’è magia, non c’è… magia, sì. Per me, quest’avvio di next-gen manca di quell’ingrediente fondamentale che tutti gli altri hanno sempre avuto. Sarà anche colpa della comunicazione, del tone of voice pubblicitario scelto per il lancio di queste nuove console, non più epico e trionfale come una volta, ma sobrio e “un po’ sulle sue”, quasi avessero paura di sbilanciarsi, quasi temessero di sbagliare cercando di fare i gradassi come si faceva un tempo. Quasi come se stessero lanciando un nuovo modello di frigorifero.
Quel “Jump ahead” è molto meno magico e intenso, nel suo significato intrinseco, del “Jump in” di otto anni fa. Ecco perché non ho ancora preso una Xbox One. E voi?
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