PES 2014

PES 2014, la recensione di XboxWay

di • 18 ottobre 2013 • RecensioneCommenti (0)3127

Rimane lui il più legnoso, lento e complicato titolo calcistico della stagione. PES 2014, il nuovo episodio della serie sportiva di Konami, non si smentisce nonostante il cambio di guida tecnica e, aspetto forse ben più importante, motore grafico, risollevando dubbi ed osservazioni già sentiti negli scorsi anni.

Perché il gameplay è così lento e macchinoso? Perché diverse parti del gioco sembrano essere state tagliate di netto? Perché, insomma, non si riesce ad ereditare una volta per tutte la formula perfetta della generazione passata?

Domande su domande che, francamente, non ci porteranno da nessuna parte. Pro Evolution Soccer oggi è questo, prendere o lasciare; e, come dicono titolo e sottotitolo di questo articolo, se avrete la giusta dose di pazienza scoprirete che la seconda è un’opzione tutt’altro che da scartare.

Partiamo da un dato di fatto, credo, oggettivo: PES 2014 è molto più difficile di FIFA 14. Il calcio secondo EA me le ha sempre date fin dalla demo, cosa che quest’anno non è avvenuta; quello firmato Konami, invece, mi ha messo e mi mette continuamente in difficoltà, riscrivendo di volta in volta le pagine della mia autostima videoludica. C’è poco spazio per la sperimentazione: se hai l’Italia di Pirlo e Buffon, e hai schierato con successo almeno un paio di volte il 4-3-1-2, ti conviene usarlo e riutilizzarlo più e più volte, perché altrimenti l’IA ti punirà.

PES 2014

Le scene d’intermezzo sono suggestive ma rovinate irrimediabilmente da vistosi cali di frame-rate.

Un meccanismo, questo, che mi sembra creare una sostanziale differenza rispetto a PES 2013: le squadre in campo sono schierate con un certo ordine, a patto di rispettare i ruoli dei calciatori, e non si ammassano sul rettangolo di gioco senza né testa né coda. Capitano ancora episodi di sporadica “distrazione tecnica”, con laterali accentrati senza motivo e attaccanti a spasso per i lati della difesa, ma va detto che la situazione è drasticamente migliorata e rappresenta ad oggi un plus rispetto al passato recente.

Altro dato di fatto, la macchinosità del gameplay. Ve l’ho anticipato qualche riga fa, PES 2014 prosegue nella tradizione current-gen della lentezza e di quei sistemi di gioco che fanno tanto cabinato anni ’80 o ‘90, di quelli che inserivi il trucco e sbloccavi una funzionalità oppure dovevi imparare tutte le combinazioni a memoria altrimenti buttavi via milioni di lire. Ad esempio, il titolo di Konami vi impone di ricordare come fare le finte, e questo ci sta perché anche FIFA ha abituato a farlo, come difendere rigorosamente in manuale, come calciare, come i movimenti dell’attacco, come raddoppiare: insomma, un manuale à la Street Fighter non basterebbe per dirle tutte, e infatti c’è un corposo tutorial con video e pratica per tenere a mente quello che serve (e serve davvero, se avete intenzione di vincere qualche partita). La spallata con la leva destra è la ciliegina sulla torta.

Sulla lentezza non intendo soffermarmi troppo perché faccio lo stesso discorso ogni anno e rischio di diventare noioso. Sappiate soltanto che l’iterazione 2014 del nostro è meno “moviola in campo” ma insiste nel presentarsi come un’autentica lotta contro la gravità per il giocatore. Il fatto preoccupante è che, dal poco che ho potuto giocarci, anche FIFA 14 pare prendere la stessa direzione: movimenti rallentati in situazioni particolari. Vi prego, no.

Quello che inizialmente ritenevo un aspetto imprenscindibile nella mia valutazione di PES 2014, ma che poi si è trasformato in breve tempo una considerazione amara e malinconica, riguarda l’aggiornamento delle rose. In pratica, le formazioni sono aggiornate a fine luglio, massimo metà agosto. Niente Kakà al Milan, niente Higuain al Napoli e così via. Uno scandalo, se pensate che, per un gioco cui il 18 ottobre non è stato ancora applicato un aggiornamento di tale importanza, ai consumatori si chiede un esborso di €70 e oltre. Vanno sottolineati anche assenze gravissime come la pioggia, non inserita tra le variabili climatiche, la visualizzazione di cut-scene per le sostituzioni, la presenza di appena 14 stadi a causa delle licenze strappate da EA.

PES 2014

Potreste dover personalizzare i controlli prima di arrivare alla configurazione che più fa al caso vostro.

C’è del materiale, in abbondanza a dirla tutta, per optare per la concorrenza.

Quello che potrebbe farvi cambiare idea, o quantomeno riconsiderare il titolo (com’è stato per me, dopo l’update manuale delle squadre), è la voglia di confrontarsi con qualcosa che richieda tanta, tantissima pazienza e un buon regista – alla faccia di FIFA e del suo calcio-velocità: per scardinare la complessa intelligenza artificiale, per sopportare le ancora eccessive carenze tecniche, per contribuire alla rinascita di uno storico franchise.

All’anno prossimo per la promozione piena.

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