La dashboard di Xbox One

Next-gen: giusto pagare Xbox Live e PSN?

di • 21 settembre 2013 • Videogames, inc.Commenti (0)1787

In un post dello scorso anno commentato oggi più che mai, mi chiedevo se fosse giusto o meno pagare l’abbonamento a Xbox Live. Che fosse un euro o sessanta, era più una questione di principio – specie, se non soprattutto, perché in altri lidi l’accesso al gioco online e affini era gratuito.

All’alba della next-gen, cos’è cambiato in materia di network in casa Microsoft e Sony?

Molto. Tutto, forse. Come saprete, il gioco online sarà a pagamento anche su PlayStation 4, ad eccezione dei free-to-play che potranno essere utilizzati senza costi aggiuntivi anche sul versante multiplayer. La trovata di Sony, comunque, è intelligente: il prezzo del multigiocatore è stato incorporato nell’apprezzato Plus, per cui chiunque vi si abbonerà avrà non solo il pass per le sessioni in rete ma anche tutti i vantaggi del servizio premium – giochi “gratuiti”, temi, avatar, anteprime e chi più ne ha, più ne metta.

Su Xbox Live il discorso è invece rimasto prevalentemente immutato. L’unico vantaggio del sottoscrivere un abbonamento allo stato attuale sta nella possibilità di usarlo sia su Xbox 360 che su Xbox One – monca, questa, della sua principale caratteristica di always online che avrebbe davvero reso più interessante la sottoscrizione (con family sharing in primis). Games With Gold, l’iniziativa con cui i membri di Xbox Live Gold possono portarsi a casa – in via definitiva e non “in affitto” come su PS Plus – due giochi al mese a titolo gratuito è più una promessa per il futuro che una mossa all’altezza della concorrenza; semplicemente non vengono presentati prodotti in grado di stuzzicare l’appetito dei giocatori smaliziati e non, per una serie di ragioni capitanata dalla loro anzianità.

Mai artwork fu più azzeccato, vero?

Il ragazzo ha appena saputo di dover pagare per giocare online.

La situazione potrebbe però cambiare in futuro e dovrà farlo se Microsoft non vorrà avere un handicap costante nei confronti del competitor diretto, sempre più intenzionato ad investire nel settore dell’online e dunque meno esposto a critiche di tipo qualitativo. Quindi più titoli e fondamentalmente più recenti, altrimenti tutti a casa (o sul PlayStation Network).

Il costo delle sottoscrizioni sarà identico, e pertanto le discriminanti saranno la suddetta qualità, naturalmente la quantità dei servizi offerti e la loro rilevanza. Solo in virtù di queste componenti, tra qualche mese se non anno, potremo tirare le somme sul vincitore di questa intensa sfida.

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