Se c’è una cosa che abbiamo avuto modo di conoscere con la nuova generazione di console è l’amore delle software house per la pubblicazione di DLC dopo l’arrivo sul mercato del proprio videogioco. Nulla di negativo in questo, anzi: spesso sono proprio i contenuti aggiuntivi che permettono di divertirsi anche per lungo tempo dopo aver terminato quelli disponibili inizialmente.
A volte però la questione diventa quasi comica ed alcune compagnie annunciano il rilascio di DLC ancor prima che un determinato titolo giunga nei negozi, suscitando – a ragione – l’irritazione dei giocatori, tra cui anche il sottoscritto. Il nuovo caso riguarda proprio Battlefield 4, uno dei più attesi dagli amanti del genere FPS, la cui pubblicazione avverrà il 31 ottobre di quest’anno.
Pare infatti che su Internet sia stata diffusa la pubblicità del pre-order del titolo con tanto di data d’uscita e l’annuncio di un DLC, chiamato Drone Strike, che verrà pubblicato poco tempo dopo. Normalmente non ci sarebbe da stupirsi visto che molti add-on vengono pensati e realizzati durante lo sviluppo del gioco stesso, ma per quanto si possa tentare di razionalizzare un po’ di amarezza è più che lecita.
Una situazione come questa non differisce molto da altre già osservate in passato, vista la pratica diffusissima dei DLC, ma se il tutto non fosse stato annunciato mesi prima dell’arrivo sugli scaffali credo che la reazione sarebbe stata molto diversa e sicuramente meno negativa. Per quanto si possa ritenere la pubblicazione di contenuti aggiuntivi qualcosa di ingiusto – a tratti – rimane il fatto che proprio pratiche simili consentano di aumentare la longevità dei giochi per console e non solo. Il problema, però, nasce soprattutto quando un publisher, o in questo caso uno store digitale, svela il DLC insieme alla data di pubblicazione del gioco in questione.
Il primo pensiero di un comune utente potrebbe allora essere: se questi contenuti sono già pronti, perché tralasciarli e non includerli direttamente? Da un certo punto di vista – pure piuttosto obiettivo – è come se la software house abbia deliberatamente rimosso dei contenuti, perfettamente fruibili, per rilasciarli in un secondo momento e, soprattutto, a pagamento. È esattamente questo tipo di atteggiamento a suscitare la delusione dei giocatori, sempre più spesso “obbligati” a spendere una discreta quantità di soldi per trovarsi davanti ad un prodotto eccellente dal punto di vista grafico ma tagliato nei contenuti, a differenza invece delle precedenti generazioni dove tutto ciò, purtroppo o per fortuna, non esisteva o non era possibile vista la ancora insufficiente diffusione di connessioni ad Internet di alta velocità.
Sarebbe ingenuo da parte mia supporre che Electronic Arts, come anche altri editori e sviluppatori, non pensino in anticipo a quali contenuti pubblicare in seguito all’arrivo sul mercato. Dopotutto il settore dei videogame richiede investimenti e pretende dei guadagni come tutti gli altri ambiti finanziari, e questo genere di comportamento non riflette altro se non un’intelligente strategia commerciale e di marketing.
Meno intelligente, invece, trovo sia annunciare questi downloadable content prima che un gioco sia stato pubblicato, proprio per evitare che l’utente possa sentirsi in qualche modo danneggiato e costretto ad acquistare un prodotto incompleto. Da un certo punto di vista i DLC hanno permesso di aumentare sensibilmente la longevità dei giochi e delle stesse console, pur compromettendo però l’esperienza finale degli utenti dovuta al frazionamento nel tempo di contenuti che qualche anno fa, magari, sarebbero stati inclusi direttamente al momento della pubblicazione.
La speranza è che in futuro i protagonisti dell’industry possano ridurre la pubblicazione selvaggia di DLC, ma finché questa pratica risulterà redditizia è molto probabile che la situazione rimanga, purtroppo, ampiamente invariata.
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Saro
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