La vita è una questione di formule: trovi quella giusta e la ripeti di volta in volta, magari raffinandola per una mania di perfezione o semplicemente perché il tempo cambia il mondo ed è bene adeguarsi a questo continuo divenire.
Di esempi potrei farne tanti, sportivi, politici, musicali: i campi del “fare” ne sono pieni, ma stiamo parlando di videogiochi, di indie ad essere pignoli, per cui porto alla vostra attenzione il solo nome di The Behemoth. Uno dei primi studi indipendenti a lavorare su Xbox 360, uno dei pionieri di un mondo che, vallo a sapere, ci avrebbe poi dato tantissime soddisfazioni a partire proprio da Castle Crashers – ricorreva l’anno 2008 ed eravamo tutti così ingenui.
Ed è dal successo di Castle Crashers, prima esclusiva e poi giustamente multipiattaforma, che la software house di San Diego ha imparato e perfezionato la sua formula vincente. Una grafica colorata come poche, un sadico humor à la Happy Tree Family e un gameplay, pur capace di attingere a generi sempre diversi, basato sui dettami del platform: sono questi, in breve, gli ingredienti del lungamente atteso BattleBlock Theater.
Come nella precedente produzione, The Behemoth non si è voluta prendere troppo sul serio nella creazione di una trama – che in senso classico tale non è – e, anzi, ha sostenuto la sua ironia con uno stile comico ancora più marcato in fase di presentazione. Avete presente Puppeteer, il nuovo e ben più pubblicizzato titolo in uscita per PlayStation 3? Ecco, un’introduzione molto vicina ai canoni del gioco di Sony Santa Monica accoglie l’utente e gli strappa le prime risate; la stessa voce che la caratterizza ci accompagnerà, tra l’altro, per tutta la sessione con commenti sarcastici e un tono perennemente tra il serio e il faceto.
Una nave di grandi amici fa naufragio sulle coste di una misteriosa isola: molte le vittime, pochi i superstiti; qualcuno riesce ad addentrarsi in quella che sembra una grossa magione – e che in realtà si rivelerà una macabra prigione. Ma non una di quelle sovraffollate e mal gestite di cui spesso ci parlano i telegiornali, bensì un’autentica arena in cui i detenuti vengono costretti ad esibirsi in inquietanti show per un altrettanto oscuro e temibile pubblico di gatti. Al centro di quest’arena, naturalmente, viene a trovarsi l’ignaro giocatore e il suo, tenero o crudele che sia, avatar.
BattleBlock Theater rende bene in single-player, modalità che ruota intorno ad un hub da esplorare liberamente, ma sarebbe stato lecito attendersi di più nell’immancabile cooperativa (a due in locale, a quattro su Xbox Live) e nell’inedito versus. Sulla co-op il discorso è semplice: un picchia-picchia come Castle Crashers ha inevitabilmente un impatto diverso rispetto al nostro rivale con una maggiore attenzione alla soluzione dei puzzle e un coinvolgimento sonoro, tra la colonna sonora citazionista e l’audio “ambientale”, di prim’ordine – a meno che non abbiate amici silenziosi, ve lo perderete.
Il gioco classifica le prestazioni in base a tre parametri: il numero di gemme raccolte, il tempo perso all’interno delle location e il ritrovamento di un gomitolo di lana. Se per gemme e lana si tratta di un discorso utilitario, poiché è possibile spenderli per nuovi personaggi e armi, il discorso sul tempo potrà interessare particolarmente i completisti e gli amanti della cooperazione; da soli, infatti, è non solo difficile ma anche limitativo portare a termine le proprie “missioni” nel giro di neppure un minuto, poiché giocando in tal maniera il rischio è di perdersi la bellezza delle ambientazioni e dei loro simpatici trabocchetti.
Presenti anche l’Arena, una sorta di playlist con diverse specialità a disposizione degli amanti della competizione (cito su tutte Soul, che premia i giocatori capaci di rubare l’anima dell’avversario e tenerla il più a lungo possibile), e un particolareggiato editor di livelli. L’abbiamo già provato in Trials HD ed Evolution: l’introduzione di un editor ha un potenziale fantastico che, se ben alimentato come in questo caso, dà vita ad una vera e propria community di appassionati – la materia c’è ed è abbondante, con stage di dimensioni diverse e decine di materiali disponibili.
Altro elemento di diversità tra Castle Crashers e il suo erede è la variante cui si appoggia la struttura base del gameplay. Mentre nel titolo del 2008 potevamo parlare senza troppi patemi di hack ‘n’ slash, nel caso di BattleBlock Theater è la componente puzzle a farla da padrona. Questo non si traduce necessariamente in una tediosa complessità dell’avventura – riuscirete a portarla a termine con una certa tranquillità, calante col progredire dei livelli e in base alla percentuale di completamento – quanto in un raro utilizzo del sistema di combattimento. Se vi aspettavate di menare le mani, insomma, potreste restare con l’amaro in bocca per la scarsa funzionalità delle armi, insolitamente destinate perlopiù alla difesa dagli attacchi nemici, e dalla loro rara incisività negli scontri ravvicinati. D’altronde l’impostazione dei livelli, nella loro non eccessiva complicatezza, sembra richiedere esplicitamente un impegno più mentale che d’istinto.
La mia Opinione finisce qui. Niente difetti e poc’altro d’aggiungere: il prezzo di 1200 Microsoft Points è più che adeguato al valore della produzione, la sua esclusività un motivo di vanto per gli appassionati di Xbox 360 – chissà quanto durerà ma, fino agli annunci di rito, noi godiamocela.
BattleBlock Theater è adatto ad ogni tipo di palato e non delude i fan di The Behemoth.
Sviluppato da The Behemoth e pubblicato da Microsoft Studios, BattleBlock Theater è disponibile da mercoledì 3 aprile solo su Xbox Live al prezzo di 1200 Microsoft Points.