Per un giocatore esistono principalmente tre tipologie di titoli: le novità, quelle che si desidera provare giusto per il gusto di sperimentare qualcosa di originale; i classici, che arrivano più o meno una volta all’anno e nello stesso periodo – vedi Battlefield, Call of Duty e Assassin’s Creed – e quelli a me piace definire gli “indimenticabili”. Si tratta di giochi che non necessariamente escono una volta all’anno ma che milioni di appassionati attendono con un’ansia che mi verrebbe da definire quasi spasmodica.
Alcuni degli esempi più banali sono Gran Turismo, occasionalmente Final Fantasy e, forse in cima alla lista, Grand Theft Auto. In particolare GTA V è uno di quei giochi su di cui si conoscono pochissimi dettagli ma che comunque riescono a scatenare una reazione incontrollata da parte degli utenti. È uno di quei titoli che non passa mai di moda e a cui giocheresti per centinaia e centinaia di ore, fosse solo per la possibilità di fare più o meno qualsiasi cosa – che spesso risulta completamente diversa dal seguire la trama principale – o per la semplice opportunità di rompere le regole, rubare auto, guadagnare soldi in modo a dir poco illecito e chi più ne ha più ne metta.
Finalmente – e sottolineo finalmente - GTA V verrà pubblicato entro qualche mese e vista l’astinenza che si crea periodicamente sarebbe lecito chiedersi come mai gli sviluppatori non producano un capitolo della serie ogni anno, come fanno invece altre software house e altri editori (ho sentito qualcuno dire Electronic Arts, Activision o Ubisoft?). La risposta è più semplice di quel che crediate e ce la offre direttamente Karl Slatoff, COO di Take-Two Interactive, che conferma la probabilità che pubblicare episodi annuali “comincerebbe a stancare il pubblico” riducendo il valore dell’intero franchise.
Attenzione però, perché Rockstar avrebbe tutte le capacità e le risorse per creare un GTA ogni anno, ma potrebbe dover pagare un conto decisamente salato, rischiando di perdere l’entusiasmo e l’interesse dei fan.
Non so voi, ma io definirei questa risposta emozionante, come se fosse una vera e propria epifania. Molti produttori di videogiochi riterrebbero Slatoff un incosciente per la sua volontà di attendere anni prima di pubblicare un nuovo capitolo della serie, eppure comprendere questa motivazione permette di arrivare alla base del successo ottenuto dall’open world di R*. Un esempio lampante degli effetti di una strategia diametralmente opposta arriva proprio da Ubisoft e dal franchise Assassin’s Creed, anch’esso molto amato e seguito da un grande bacino di giocatori.
Come ho avuto la possibilità di sottolineare in un recente articolo, la mentalità dietro Assassin’s Creed riflette ciò che c’è di negativo dietro la filosofia del “pubblichiamo un gioco ogni anno”, magari sotto forma di spin-off, a tutti i costi. I risultati di questo modo di ragionare sono sotto gli occhi di tutti: innovazione ai minimi storici, gameplay pressoché invariato rispetto alle precedenti iterazioni ed un sempre maggiore scetticismo da parte di quelli che fino a poco tempo prima ne erano fan sfegatati. Sarò onesto: non ho mai apprezzato appieno Assassin’s Creed, ma mi sono sempre reso conto di quanto fosse originale – almeno inizialmente – e per questo mi è dispiaciuto assistere ad una piega sempre più negativa di questa serie.
I fan della saga di assassini e templari non me ne vogliano, ma credo che proprio la strategia di marketing e di pubblicazione dietro GTA V abbia permesso al franchise di raggiungere il livello più alto nella classifica di cui vi accennavo ad inizio articolo. Non è necessario che venga pubblicato un GTA ogni dodici mesi affinché venda decine di milioni di copie, ma che il prodotto finale sia stato pensato nei minimi dettagli, sviluppato e rinnovato pur riproponendo gli elementi che lo hanno portato al successo, perché diciamolo: forse un po’ ci darebbe fastidio inserire Grand Theft Auto V nella nostra Xbox e ritrovarci a giocare ad un FPS fantascientifico ambientato su un pianeta alieno (ogni riferimento a Halo è puramente casuale).
Naturalmente si tratta di un’esagerazione, ma chi di noi pensando a GTA V non immagina il giorno in cui potrà finalmente comprarlo e isolarsi per ore – alcuni anche settimane – dal resto del mondo? A partire dal primo capitolo, ho giocato a tutti quelli successivi, fino ad arrivare al quarto, forse il più bello e divertente di tutti. GTA IV è uscito nel lontano 2008 e sono passati ormai cinque anni. Ci tengo a sottolinearlo: sono passati cinque anni!
Quale altro titolo, forse al di là di Halo e Gran Turismo, può permettersi di mancare per così tanto tempo dalla scena dei videogiochi senza rischiare di essere dimenticato? Ecco il piccolo miracolo che la strategia di Take-Two è riuscito a realizzare. Sono passati cinque anni e noi siamo qui a sbavare su GTA V, come se in realtà fosse passato solamente un anno dall’ultimo titolo.
Difficilmente ho provato questo genere di attesa per altri videogiochi e vedere un publisher come Take-Two rifiutarsi di rovinare una risorsa importante – che di questo periodo diventano sempre più rare – pur di pubblicarne capitoli annuali lascia sicuramente ben sperare. Spero solo che altri seguano il suo esempio.
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