The Cave

The Cave intrattiene senza testosterone

di • 15 febbraio 2013 • RecensioneCommenti (0)2011

Per i giocatori più attempati Ron Gilbert è una sorta di totem, al pari di Mulinello e Garriot. Il suo nome è e rimarrà sempre legato, in maniera indissolubile, al nome Lucasfilm, in particolare alla serie di Monkey Island. È infatti impossibile dimenticare il favoloso connubio tra enigmi strampalati, dialoghi al fulmicotone e umorismo nero delle avventure di Guybrush Threepwood, tanto che per molti è impossibile spiegarsi come un genere così diffuso e amato non sia riuscito ad evolversi e sopravvivere fino ai giorni nostri.

Fortunatamente per i tanti nostalgici là fuori, Double Fine e Gilbert si sono messi di buzzo buono per cercare, sicuramente con risultati alterni, di proporre qualcosa di meno commerciale del solito e che riesca a riportare alla mente i classici del passato, come per esempio The Cave, una bizzarra avventura appena approdata su Xbox Live Arcade.

Il tentativo è quello di riproporre le avventure grafiche in chiave moderna, ovvero provando a mantenere invariata la formula fatta di enigmi strampalati, situazioni divertenti e personaggi memorabili con la necessità di rendere più fluida sia l’esperienza, sia l’interfaccia grafica. Questo perché, nonostante i buoni risultati ottenuti dai remake di Monkey Island, il pubblico più lucrativo, ovvero quello delle console, ha come unico metodo di input il pad, al massimo un touch screen, con il quale non è mai semplice navigare tra molteplici menù e scegliere tra diverse opzioni come si faceva ai tempi dello SCUMM. Ecco dunque che ogni personaggio può portare un unico oggetto, e la complessità dell’enigma è data dal dover combinare i movimenti e le azioni dei tre protagonisti selezionati.

Questo perché in The Cave non c’è un unico personaggio da controllare, ma dovremo sceglierne tre da un roster piuttosto variegato. Tra questi vi sono un cavaliere, un monaco, un villico, una coppia di gemelli: in altre parole avrete la possibilità di formare il terzetto che preferite, di sicuro sarà un abbinamento folle! Ognuno di questi personaggi non avrà solo un’estetica personalizzata, ma cambierà leggermente il gameplay in base al potere speciale e alle breve sequenze personalizzate. Queste varieranno lievemente l’incedere e daranno agli amanti del gioco una scusa per rigiocare l’avventura con un altro terzetto, in modo da scoprire il background di tutti i protagonisti.

C'è del sarcasmo in quel "Cave Tour"? Perché sembra davvero invitante...

La discesa nelle viscere della Caverna, vera e propria star del gioco, con tanto di divertente voce narrante, è suddivisa in stage indipendenti, da completare per poter procedere. La risoluzione degli enigmi segue uno schema lineare e spesso non importerà con quale personaggio eseguirete una determinata azione. In qualsiasi momento potrete passare comunque dall’uno all’altro, in modo da consentirvi di comandare sempre il vostro preferito, o di passare al successivo per far scattare la risoluzione dell’enigma. Nelle prime fasi di gioco, per esempio, dovrete attirare un enorme mostro in una trappola. Dopo aver preso da una macchinetta automatica un enorme salsiccia, – non fatevi distrarre dal distributore di grog! – dovrete posizionarla nel luogo della trappola. Suonata una campana che risvegli il mostro, dovrete passare ad un altro personaggio che, qualche piano più in alto, attiverà una tenaglia capace di bloccare per sempre la fiera.

Questo tipo di approccio è molto differente da quello classico nel quale si combinavano tra di loro gli oggetti più strampalati, ma riesce comunque a farvi spremere un po’ le meningi. E in caso non riusciate ad andare avanti, il trial & error è qui meno spietato che in passato, con poche semplici combinazioni da provare.

A differenza delle avventure classiche, The Cave è molto più dinamico, con fasi platform da completare o compiti che richiedono un discreto tempismo. Ovviamente non sarà possibile morire, in modo da consentire davvero a tutti di approcciare il gioco senza ansie.

Dal punto di vista grafico il lavoro di Double Fine è piuttosto buono, come design di ambientazioni e personaggi, caratterizzati dal look ormai piuttosto riconoscibile dello sviluppatore, e dal magistrale utilizzo della palette cromatica. Qualche effetto davvero pregevole, come l’acqua o l’illuminazione viene sfortunatamente bilanciato da qualche tentennamento del frame-rate, che comunque, in un prodotto del genere, non inficia minimamente la qualità globale. Buona la colonna sonora e anche il doppiaggio che, seppur molto limitato e in inglese, sfoggia interpretazioni davvero magistrali, come quella della Caverna. La voce narrante del gioco è, infatti, solo l’indicatore più evidente dell’ironia e humor nero di cui è impregnato The Cave, forse l’aspetto più fedele ai capolavori del passato di Gilbert.

Forse mancano scene memorabili come il combattimento a suon di insulti, ma la produzione Double Fine risulta comunque deliziosamente divertente e capace di intrattenere per tutta la sua durata. Forse non è il capolavoro che tutti speravano, ma The Cave rimane comunque un gioco estremamente godibile e divertente, perlomeno per allontanarci qualche ora dalle atmosfere testosteroniche dei videogiochi moderni.


Sviluppato da Double Fine Productions e pubblicato da SEGA, The Cave è disponibile esclusivamente in formato digitale dal 23 gennaio, al prezzo di 1200 Microsoft Points.

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