Black Ops 2 Revolution

Viva la (Black Ops II) Revolution

di • 6 febbraio 2013 • RecensioneCommenti (0)1445

Il modello del blockbuster videoludico ha ormai preso piede da qualche tempo nell’industria e ogni anno sempre più titoli rientrano nella categoria delle produzioni tripla A. Un modello di sviluppo che i publisher e gli sviluppatori scelgono per le loro produzioni perché ripongono fiducia nel proprio operato, investendo risorse e denaro in progetti ultra costosi e pieni zeppi di marketing.

Il successo al botteghino è ovviamente l’obiettivo di tutti, ma soprattutto di questi videogiochi che sommergono il mercato. Un obiettivo che può essere letale – è questo il caso di Medal of Honor, recentemente cancellato dal futuro di Electronic Arts per le scarse vendite – o dannatamente redditizio. La seconda di queste conseguenze porta ad un’ulteriore sviluppo delle macchine da guerra AAA: i contenuti post lancio. DLC a profusione per garantire denaro e interesse fino alla release successiva, scanditi con una tempistica certosina e imposti dalla geniale politica del season pass. Un modello di vendita intelligente lanciato dalle sapienti menti di Rockstar Games, un lasciapassare per tutti i contenuti previsti che funziona più o meno così: “eccoti il gioco a settanta euro, il resto dei cento puoi lasciarceli, ti facciamo risparmiare qualche spicciolo sui DLC”.

Non ci vuole molto a capire che Black Ops II rientra nel secondo scenario qui descritto e che Revolution è il primo pezzo del puzzle altrimenti conosciuto come Season Pass del Call of Duty più coraggioso di sempre. I perché li abbiamo elencati nella nostra opinione novembrina insieme alla consacrazione di Treyarch come miglior studio al lavoro sul brand Activision. Ma se c’è una cosa che la software house di cui sopra sapeva fare meglio di Infinity Ward già prima del tanto decantato trionfo, quella è il design delle mappe multiplayer. Vedere un’eccezione nella ridondanza delle produzioni dell’azienda californiana è più che un sollievo e, con queste cinque mappe (di cui una Zombi), è il massimo del piacere made in Treyarch.

Partiamo con Mirage, a mio parere la mappa più soddisfacente del poker. Ambientata in un Hotel cinese nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, potrebbe rivelarsi pericolosa se affrontata nel modo in cui tutti la affrontano: passare dal centro. Scegliendo invece i lati della mappa ci possono essere dei risvolti interessanti sia per i soldati con armi da media-distanza che per i cecchini vogliosi di salire le dunette per scovare i nemici da una posizione vantaggiosa.

Proseguiamo con Grind, di certo la mappa più discussa del pacchetto.Il perché? Che domande, è ambientata in uno skatepark. Le rampe e i muretti forniscono copertura e ampia varietà d’azione, mentre lo skate-shop ai lati varia le possibilità con gli scontri ravvicinati. Una location adatta sia ai cecchini che ai soldati “semplici”, in cui tutte le classi possono dare il meglio di se.

Benvenuti in Grind. Mi raccomando, fate incetta di trick. Ah no... quello era Tony Hawk's.

Lo stesso non si può dire di Downhill, una mappa innevata decisamente più adatta per i tiratori scelti e gli amanti delle armi a lunga gittata. Le due grandi coperture ai lati permettono il camping estremo da parte di questa categoria di giocatori, rendendo fatale il passaggio nel mezzo di qualsiasi mal capitato. Simpatica la trovata della funivia che attraversa il centro della mappa.

Concludiamo con Hydro, ambientata in una diga idro-elettrica con un layout molto simile a Convoy del primo Black Ops. Le due passerelle sospese offrono il solito appoggio ai cecchini, mentre il centro (inondato) della mappa da spazio alle sfide ravvicinate. Si tratta della location più piccola del pacchetto, che tende a privilegiare l’abilità del singolo giocatore e le armi a cortissima gittata. L’ideale per le partite mordi e fuggi.

Gli amanti della modalità Zombi potranno deliziarsi con Die Rise, la mappa che va a completare l’offerta e che si presenta come il vero e proprio fiore all’occhiello di questo primo DLC. Ci sarà data la possibilità di affrontare un’infestazione zombie in un complesso di grattacieli crollati di una città cinese distrutta dalla guerra. Die Rise rappresenta però l’unico modo per giocare la modalità Turned, la riuscitissima novità del pacchetto che ci mette nei panni di un non-morto nel tentativo di uccidere l’unico essere umano in partita. Una volta riusciti nell’intento si viene spawnati come ultimo superstite, l’unico modo per ottenere punti resistendo più tempo possibile alle ondate di nemici.

L’ultima aggiunta di Revolution è la nuova arma, il Pacekeeper SMG. Ufficialmente riconosciuta come una mitraglietta, Pacekeeper rappresenta il giusto compromesso tra la potenza di fuoco di un fucile pesante e la mobilità di uno leggero. In medio stat virtus, diceva qualcuno più saggio di noi.

Chiudiamo premiando il pacchetto Revolution per l’alta dose di innovazione, un fattore che è andato a contraddistinguere il prodotto originale e che vi avevamo già segnalato in fase di recensione. Anche se il prezzo risulta essere ancora elevato, la qualità dei contenuti fanno presagire un forte cambiamento, una rivoluzione che parte dal nome del pacchetto e  arriva alle fondamenta delle produzioni tripla A. E’ questa la strada da percorrere.


Sviluppato da Treyarch e pubblicato da Activision, il DLC Revolution per Call of Duty: Black Ops II costa 1200 Microsoft Points ed è disponibile esclusivamente su Xbox Live dal 29 gennaio.

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