Da qualche tempo, Electronic Arts ha deciso di occupare in modo ossessivo la prima parte dell’anno con tantissime uscite. Molte di queste sono destinate alla triste sorte dei giochi finiti nel cestone delle offerte nel giro di qualche mese; poche altre vengono consacrate nell’olimpo dei videogiochi.
Il destino del brand Army of Two fino ad oggi non è stato di certo il secondo e l’obiettivo di questo nuovo Army of Two: The Devil’s Cartel è riportare in auge la serie con una nuova linfa vitale. Questa rinascita parte dalla volontà di EA di assegnare la serie a Visceral Games, la software house che ha dimostrato di saperci fare con il survival horror Dead Space. Si riparte con tanta voglia, un nuovo motore grafico, il Frostbite 2.0 che ha regalato le meraviglie tecniche di Battlefield 3, e la speranza di una consacrazione prima del salto verso la next-gen.
The Devil’s Cartel, pur continuando a supportare la modalità a due giocatori, sia in split-screen che online, parte da una modifica sostanziale al gameplay: è stata abbandonata la struttura dei primi due capitoli che prevedeva obbligatoriamente azioni coordinate a favore di una più commerciale ed immediata azione basata sull’ultra violenza dei due protagonisti, Alpha e Bravo.
La parola d’ordine, come suggerisce l’utilizzo del motore made in DICE, è distruzione. Una distruzione senza precedenti per uno sparatutto in terza persona con sistema di copertura a la Gears of War basato sull’Overkill, un sistema di punteggi simile al prossimo Gears of War: Judgment che aumenta in base alle armi utilizzate, gli headshot e le azioni cooperative. Una volta riempita l’apposita barra, tramite la pressione del tasto LB daremo il via all’omonima modalità, in grado di renderci invincibili e di aumentare i danni provocati ai nemici per un determinato lasso di tempo; l’effetto sarà però triplicato se saranno entrambi i giocatori ad attivarlo. Inutile dire che in queste fasi il grado di violenza è al limite dello splatter con corpi mozzati, sangue a fiumi ed esecuzioni ravvicinate.
La limata alle meccaniche di gioco corrisponde anche al cambio di ambientazione, questa volta messicana. Siamo nel bel mezzo di una guerra tra narcotrafficanti e il nostro incarico è quello di ritrovare una bambina rapita dal boss del cartello Batista con l’aiuto dei due vecchi protagonisti Salem e Rios. Proprio come questi ultimi due, anche Alpha e Bravo sono due mercenari e subito dopo l’incipit le cose non andranno come il previsto, tramutando il tutto in un action movie con esplosioni ovunque degno di un Fast & Furious qualsiasi. Ma non è finita qui.
A completare il quadro della tamarraggine c’è un motivo per cui molti appassionati della scena gangster (?) sbarra hip-hop sfremeranno per avere tra le mani il gioco: i rapper BigBoi e B.o.B. saranno le voci dei due protagonisti, oltre a figurare come personaggi sbloccabili con abiti extra-large, chiudendo il cerchio della personalizzazione aperto dalla possibilità di poter modificare a proprio piacimento le maschere indossate da A & B. Le trasformazioni attuate dallo studio responsabile del survival horror più amato di questa generazione lasciano un po’ interdetti e pensare che la terza iterazione di questa serie non sarà altro che un clone dude-bro del già citato Gears, tralasciando quindi il carattere dei personaggi, i contrasti e le scelte che avevano contraddistinto i primi due titoli, decisamente privi dell’aggettivo di cui sopra, ci lascia con più di qualche dubbio.
Quello che è certo è che questa virata renderà il prodotto più appetibile per gli acquirenti che preferiscono il gioco ignorante a quello ragionato. Ma siamo proprio sicuri che un clone delle fatiche di Epic Games sarà quello di cui avevamo bisogno una settimana dopo l’uscita di Judgment? Lo scopriremo solo in prossimità del lancio.
Sviluppato da Visceral Games e pubblicato da Electronic Arts, Army of Two: The Devil’s Cartel sarà disponibile dal 29 marzo per PS3 e Xbox 360.