Una delle tendenze più recenti dei videogiocatori nostrani è quella di catalogare, spesso senza troppi fondamenti e vie di mezzo, i vari giochi in due categorie distante: capolavori o mezze ciofeche. Oltreoceano, tale differenza viene spesso confusa con il budget a disposizione dello sviluppatore, che sembra quasi decretare sin da subito le valutazioni del suddetto videogioco.
Vittime di questo meccanismo sono le tante produzioni di sviluppatori minori come Focus, Paradox, Larian o TopWare, che cercano di sopravvivere nell’oscuro limbo tra blockbuster e giochi indie, non potendo contare sul battage pubblicitario dei primi o l’effetto “fa figo” dei secondi. Tutto questo cappello per introdurre Of Orcs and Men, un gioco di ruolo di stampo action sviluppato da Cyanide, gli stessi de Il Gioco dei Troni, degno rappresentante di questo paradosso, nel quale una produzione limitata, non per questo priva di qualità, è stata stroncata dalla stampa internazionale solo per mancanza di valori produttivi eccezionali. Lo stesso trattamento riservato – almeno sono coerenti – al gioco ispirato ai romanzi di Martin, con il quale Of Orcs and Men condivide il genere, il gameplay e anche le ambizioni. Non tutti i videogiochi sono pensati per soddisfare tutti i palati: alcuni si accontentano di affascinare e divertire un target ben specifico, in questo caso gli amanti del dungeon crowling, o in altre parole coloro che cercano una bella storia e tanti combattimenti, senza troppi fronzoli.
In Of Orcs and Men vivremo le gesta di Arkail e Stige, rispettivamente un orco e un goblin, costretti a collaborare per portare a termine una missione apparentemente impossibile: uccidere l’imperatore degli umani che, con la sua politica di intolleranza ed espansione, sta sterminando i pelleverde. Queste premesse servono per giustificare la collaborazione tra i due protagonisti, molto diversi e tuttavia capaci, grazie alla loro complementarietà, di portare a compimento una serie di compiti apparentemente irrealizzabili. Arkaim è il classico tank, enorme e possente, che però ha il brutto vizio di andare in berserk dopo pochi istanti di combattimento, mentre Stige è il classico combattente dalla distanza, con diverse, interessanti capacità di crowd control. Grazie alla combinazione tra questi due stili protraete affrontare praticamente qualsiasi genere di avversario vi si pari di fronte, dai temibili picchieri capaci di interrompere le vostre combo, a enormi orchi traditori, passando per gli infidi inquisitori.
I combattimenti sono in tempo reale, ma in qualsiasi momento sarà possibile rallentare il tempo, similmente a quanto accade in The Witcher 2, facendo apparire menù circolari dai quali selezionare la coda di azioni di ciascun protagonista. Ogni personaggio potrà attingere da due set di mosse differenti, uno più offensivo e uno più conservativo, più un’ulteriore ruota contenete azioni speciali come la possibilità di curare il compagno o sfruttare una delle abilità speciali che sarà possibile sbloccare verso il termine dell’avventura.
Rispetto a quanto visto in Game of Thrones, il sistema di causa-effetto tra le capacità dei personaggi è meno marcato, ma non mancano interessanti combinazioni tra quelle dei goblin e quelle dell’orco, tali da rendere ogni scontro interessante. Il livello di difficoltà è oltretutto piuttosto impegnativo, perlomeno fino a quando non capirete come sfruttare al meglio le capacità di Arkail e Stige, con il primo a fare da tank e il secondo a controllare lo scontro dalla distanza, cercando di sfruttare abilità in grado di curare il compagno, fondamentali vista l’assenza di cure specifiche. L’unica alternativa allo scontro frontale è rappresentato dalla possibilità di usare le capacità stealth di Stige per fare fuori qualche nemico isolato prima di combattere il grosso degli avversari. Un diversivo non sfruttato pienamente (sono, infatti, solo un paio le missioni completamente stealth da portare a termine col goblin), ma che aiuta a spezzare l’azione e il ritmo di gioco.
Queste variazioni sul tema sono particolarmente importanti soprattutto considerando che, oltre a combattere, c’è davvero poco da fare: l’esplorazione è ridotta ai minimi termini, i livelli sono infatti costituiti da corridoi nei quali si aprono piccole arene fondamentali per consentire i combattimenti, e le poche deviazioni solitamente vi porteranno a trovare i pochi upgrade dell’equipaggiamento disponibili. Inoltre, lo sviluppo della storia è lineare, con le poche side quest disponibili che vi verranno letteralmente sbattute in faccia senza dover faticare per scovarle.
Nonostante le limitazioni, l’intreccio è sufficientemente piacevole da spingervi ad arrivare ai titoli di coda, anche grazie ai due protagonisti, piuttosto stereotipati, ma comunque simpatici e ben delineati che battibeccheranno spesso su come procedere o si punzecchieranno su determinate scelte compiute. Vi sono anche dei piccoli bivi che vi consentiranno di risolvere alcune missioni in modo differente (e sbloccare l’achievement corrispondente): nulla di trascendentale, ma è testimonianza di come, nonostante il budget e il talento limitato a disposizione di Cyanide, gli sviluppatori si siano impegnati per rendere il loro prodotto il più variegato possibile.
A conti fatti, tutti coloro che sono alla ricerca di una storia ben scritta, con un aspetto grafico gradevole e tanti combattimenti troveranno in Of Orcs and Men una quindicina d’ore di piacevole svago. Sempre che si sia capaci di scendere a patti con le limitazioni del gioco Focus Interactive, così lampanti e chiare da rendere facile capire se si apprezzerà o no l’avventura di Arkail e Stige. Se non potete fare a meno di milioni di sub quest, loot, livelli vasti da esplorare e valori produttivi hollywoodiani tenetevi dunque alla larga da questo gioco. In caso contrario, dategli una possibilità, soprattutto adesso che Of Orcs and Men si potrebbe trovare a prezzo budget.
Sviluppato da Cyanide e pubblicato da Focus Home Interactive, Of Orcs and Men è disponibile dall’11 ottobre per Xbox 360, PlayStation 3 e PC.